mercoledì 23 ottobre 2013

Tipologie di falsi abusi: la psicologia "chiarisce"








Nel complesso e sofferto universo delle separazioni coniugali e della frequente conflittualità genitoriale che si riverbera sull’affidamento dei figli minori, si assiste in questi ultimi anni, anche a seguito della Legge n. 54 del 2006 sull’affidamento condiviso della prole, al progressivo incremento di due opposti fenomeni che affondano le loro radici nei mutamenti di ordine sociale e legislativo che hanno investito la famiglia e i suoi componenti.
Da una parte si registra l’aumento dei padri separati che, consapevoli del ruolo fondamentale che anche la figura paterna riveste nella vita dei figli e sinceramente interessati al loro armonico sviluppo, lottano per ottenerne l’affido condiviso, per esercitare cioè il diritto/dovere di frequentare con assiduità la prole con la concreta possibilità di attivare il proprio ruolo genitoriale pienamente ed efficacemente e non “col contagocce”. Dall’altro si assiste a una epidemia di denunce sporte da moglie separande nei confronti di ex mariti e padri dipinti come degeneri, accusati, fra l’altro, di maltrattamenti ed abusi sessuali sui loro stessi figli.
Una minima parte di queste accuse sono, purtroppo, fondate ma la maggior parte di esse, spesso le più infamanti, si dimostrano, dopo un iter doloroso, certamente non breve e grandemente nocivo soprattutto per i figli, false o inattendibili. 

Le denunce “false” si fondano su un’ampia gamma di resoconti non corrispondenti alla verità/realtà dei fatti, che vanno dalle dichiarazioni menzognere sostenute con la precisa volontà e finalità di danneggiare l’ex marito-padre, alle dichiarazioni erronee a causa dell’interpretazione distorta dei messaggi e/o dei comportamenti del minore, in alcuni casi corroborata da pareri molto superficiali forniti dagli esperti consultati. 

A tale proposito, come ben indicato dalla SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza), occorre precisare che non esistono indicatori comportamentali assolutamente specifici dell’abuso sessuale, ma che le liste presenti nella letteratura specialistica o divulgativa sull’argomento vanno intese unicamente come segnali di possibile abuso. Questi indicatori, inoltre, sono presenti e rintracciabili in numerose situazioni a carattere traumatico che il minore può trovarsi a vivere, come ad esempio una grave conflittualità familiare, la recente separazione dei genitori con la “scomparsa” di uno di essi, la morte o la grave malattia di un membro della famiglia, l’esperienza di un grave incidente stradale o di un disastro naturale come un terremoto.
Per quanto riguarda quegli indicatori ritenuti in passato più “pesanti”, come i comportamenti sessualizzati e le conoscenze sulla sessualità non adeguati all’età, le ricerche attuali inducono a grande cautela nella loro valutazione come sicuri effetti di un abuso, in quanto esse hanno dimostrato come il minore si relazioni con la sua sessualità in graduale sviluppo in modo molto più attivo e precoce di quanto si credesse fino a pochi anni fa, anche grazie ai numerosi e spesso incongrui stimoli e messaggi che i media o la navigazione in Rete veicolano, e a cui il bambino/a si trova esposto.

 La maggior parte delle false denunce origina nel contesto della conflittualità collegata alle vicende legali della separazione, e vede un genitore che si sente ferito, oltraggiato o rifiutato dall’ex partner intenzionato a vendicarsi attraverso la costruzione dell’accusa più infamante: l’abuso sessuale nei confronti dei figli, con l’obiettivo di alienarglieli ed eliminarlo dalla loro vita, senza tener conto dei gravi danni che anche ai minori ne deriveranno. Questi ultimi vengono spesso resi “complici” di questo progetto, vuoi esercitando su di loro inaudite pressioni psicologiche per affermare cose non vere o, forse peggio, inducendo in quelli più piccoli falsi elementi di memoria relativi ad abusi sessuali subiti.
Sono state identificate alcune tipologie genitoriali “costruttrici” di false denunce, che anche gli operatori di polizia che si occupano di reati contro i minori dovrebbero conoscere per meglio orientare le loro attività di indagine e di ricerca degli elementi probanti un’accusa di abuso, con l’avvertenza di evitare pericolose generalizzazioni e semplificazioni di una realtà molto complessa e difficile da catalogare in schemi esaustivi.
Una prima tipologia è costituita da individui con veri e propri disturbi psichici – più frequentemente disturbi di personalità di tipo isterico o borderline – che interferiscono con la capacità di interpretare correttamente la realtà, distinguendola dalla propria fantasia o dai propri esagerati timori.
Una seconda tipologia è rappresentata da soggetti che, di fronte a manifestazioni del minore che possono prestarsi a diverse interpretazioni, e quindi ambigue (ad esempio un rossore in area genitale al ritorno da una visita al padre), si rivolgono ad un esperto che in maniera avventata propende per l’abuso sessuale, determinando di fatto, con la sua autorevolezza, la conseguente denuncia.
Un terzo gruppo raccoglie persone che vivono con la costante ossessione che il proprio figlio/a possa essere oggetto di abuso sessuale. Questa idea “fissa” li determina ad interrogare ripetutamente il bambino sull’argomento, ad esaminare e controllare costantemente i genitali quando torna a casa, e specialmente se è stato dall’ex partner, a sottoporlo a continue visite mediche per la stessa verifica, fino a quando un rilievo interpretato in modo distorto, magari per l’incauto commento di qualche professionista, non giunge a confermare il sospetto determinando così la denuncia. Il motore dell’ossessione in questi casi può condurre nel tempo a reiterate denunce di abuso.
La quarta tipologia, la più frequente, annovera soggetti – che possono essere o meno portatori di disagio psichiatrico – pervasi dall’odio e dal desiderio di vendetta nei confronti dell’ex partner, tanto da disporsi a strumentalizzare il minore pur di distruggere il ‘nemico’, senza chiedersi se la prima vittima di questa guerra totale non sia proprio quella più indifesa: loro figlio.
In tutti questi casi, anche quando la falsa denuncia viene finalmente ad essere dichiarata infondata, si determina la vittimizzazione di figli e padre, a causa del tempo – spesso lungo – in cui non è stato permesso loro di frequentarsi, della vergogna e dell’imbarazzo di entrambi che consegue ai casi in cui il minore è stato manipolato per rivelare abusi mai subìti, della stigmatizzazione subìta dal genitore ad opera dei media e che nessuna sentenza di assoluzione potrà mai completamente cancellare, del terribile effetto confusivo sullo sviluppo psicologico del minore che l’induzione di falsi ricordi determina.
Tutto ciò richiede che l’operatore (psicologico, di polizia, legale, ecc.) si disponga in modo emotivamente neutro di fronte ad una denuncia di abuso sessuale, senza ipotesi pregiudiziali che orientino in modo distorto, in un senso o nell’altro, l’approccio con l’indagine e con il minore in particolare, nel più rigoroso rispetto di una metodologia comunicativa e relazionale garante della massima possibilità di raccogliere dalle presunte vittime resoconti veritieri, grazie a modalità di conduzione del colloquio rigorose e scientificamente fondate.
Pertanto il fenomeno delle false denunce impone agli operatori che si occupano di abuso ai minori un ulteriore incremento di professionalità, nella consapevolezza della gravità delle conseguenze sia di un abuso non riconosciuto, che di un abuso erroneamente convalidato, perché le tracce che resteranno nella psiche dei minori saranno comunque indelebili.
 
La Dott.ssa Marisa Nicolini è psicologa e psicoterapeuta, abilitata all’insegnamento della Psicologia Sociale e Consulente Tecnico d’Ufficio del Tribunale di Viterbo. www.marisanicolinipsicologaviterbo.freshcreator.com

Fonte: Redazione - Marisa Nicolini
http://www.adiantum.it/public/3435-false-denunce-di-abuso-sessuale.-tipologie-di-costruzione-della-calunnia.asp

http://bit.ly/1fplbCJ

mercoledì 16 ottobre 2013

False accuse: un sito pubblica le identità delle accusatrici



Exposing False Allegations – Register-Her.com


www.register-her.com un sito americano che pubblica le identità dei falsi accusatori , agli occhi di tutti .Questa idea può finire per essere un grande idea, anche se solo deterrente per l'epidemia di false accuse nei Tribunali della Famiglia .Dato che il governo Gillard sarà presto incoraggiante per ancora più false accuse nel tribunale della famiglia australiana , eliminando qualsiasi pena per falsa testimonianza , allora forse l'uso di Internet per esporre la verità può diventare l' unica opzione disponibile per portare un po ' di buon senso per questo crimine dilagante contro genitori e bambini innocenti .Vorrei andare oltre e assicurare che falsi accusatori sia maschili che femminili  debbano essere pubblicati , a condizione che il peso delle prove porti a conclude che essi hanno consapevolmente mosso una falsa accusa (....)

Uno studio condotto da Eugene Kanin ha rivelato che il 41 % delle accuse di stupro sono invenzioni . [ 1 ] Il Orlando , in Florida, il Dipartimento di Polizia ha fatto un appello pubblico per fermare le accuse false stupro perché stavano mettendo uno stress sulle risorse di polizia, con il rischio di  creare un clima di eccessiva paura in quella comunità . [ 2 ] il Dipartimento di Polizia di Baltimora ha riportato che il 30% dei casi di stupro a che hanno ricevuto si è rivelata priva di fondamento . [3 ] Le relazioni del progetto Innocence indicano che  la pole position dei crimini per le quali
individui condannati ingiustamente  sono poi rilasciati è lo stupro . [ 4 ]Mentre il grave problema di accuse accuse false stupro ora affligge il sistema di giustizia penale , i tribunali di famiglia stanno soffrendo una epidemia anche peggiore . Il D.O.J. Uniti stima che siano emessi ogni anno  tra i due ei tre milioni di ordini restrittivi. [5 ] [ 6 ] Molti giuristi riconoscono che la maggior parte di questi ordini siano emessi sulla base di pure invenzioni di accuse, al fine di avere la meglio in un divorzio .Queste accuse rovinare la vita , con conseguente sequestro , reputazioni distrutte , devastazione finanziaria , la perdita di posti di lavoro e persino il suicidio . [ 7 ] [ 8 ] [ 9 ] Il fatto spiacevole di queste menzogne ​​distruttive è che non vengono quasi mai perseguiti , e anche quando lo sono,  raramente sono colpite con  punizioni significative.Il Register-her.com è stato istituito per portare l'attenzione su questo problema , e per contribuire a garantire la sicurezza della nostra comunità con la creazione di una stanza di compensazione di informazioni sui noti falsi accusatori , molti dei quali hanno commesso i loro crimini impunemente . Esso fornisce anche un luogo per le vittime di false accuse di elencare i criminali che hanno agito contro di loro in modo che le loro informazioni siano disponibili al pubblico .Se siete stati colpiti da una falsa denuncia di alcun crimine , è possibile presentare le informazioni qui. Una volta che le tue informazioni è stato studiato e verificato dal team di registro - her.com , diventerà una parte permanente del Registro di sistema.

 Comunità dei falsi accusati
http://www.cotwa.info/2013/07/serial-false-rape-accuser-finally-jailed.html

Fonte:
http://www.f4e.com.au/blog/2011/09/08/exposing-false-allegations-register-her-com/

martedì 15 ottobre 2013

La misericordia per i separati: a metà del guado




 (foto da Il Messaggero: http://www.ilmessaggero.it/primopiano/vaticano/papa_francesco_divorzio_aborto/notizie/328349.shtml)
La misericordia è una parola grossa. Ne è pieno l’antico e il nuovo testamento, ma non mi suscita grandi riverenze. Misericordia è sorella della compassione, sentimento che nasce di fronte alle sventure del prossimo. La compassione non necessita il porre in essere azioni di alcun tipo. In fondo in fondo, è uno sterile sentimento umano, se non è seguito dall'azione.

Quando un padre/marito italiano riceve l’istanza di separazione dalla propria moglie, non ha generalmente bisogno di compassione. Ha bisogno di giustizia o quantomeno dell’applicazione della costituzione italiana.

Se si insinua il pensiero che un padre, in quanto separato, abbia compassionevolmente bisogno di un letto, di un tetto, di uno spazio in cui avere la possibilità di continuare ad essere padre, allora si ammette implicitamente che sia giusto il sistema che lo separa da affetti ed effetti. Si istituzionalizza compassionevolmente l’ingiustizia (link) (link).
Si ammette che sia giusto assistere poi alla accozzaglia di sedicenti “esperti” che vengono in aiuto a minori ed adulti, con il sorriso in bocca e la mano al portafoglio. Alla litania  di coloro che offrono ai padri un letto “a turno” e uno “spazio”. Si assiste all’eloquente silenzio dai pulpiti delle chiese sulla vergogna di una Italietta che sventola i fattoidi del femminicidio e lucra su novantamila separazioni basate sulla discriminazione di genere (link) (link).
Bel sentimento, la misericordia, soprattutto gratuito. Avere misericordia costa niente. Un bel sentimento, che imbianca il sepolcro che contiene le vergogne della discriminazione dei padri italiani. 
Ben vengano gli sforzi della Chiesa , per chiarire questioni dottrinali, alleviare il dolore, la sofferenza, l'esclusione, ben venga anche la misericordia, la compassione, la comprensione, l'accoglienza, l'ascolto,  i gruppi di parola, ma ben altro si potrebbe fare per rimuovere le cause dell'ingiustizia.
Scrive Neale Donald Walsch (Conversazioni con Dio)


"La mia legge è una legge di causa ed effetto, non la legge del «vedremo»"

Andare contro corrente costa. Costa andare contro lo spirito del tempo, che ci vorrebbe tutti assuefatti anche alla stessa ideologia: madri sante e padri criminali (link). L’ideologia che vorrebbe trasformare i padri in nuovi lebbrosi del tempo, che li vorrebbe separati da affetti ed effetti, quasi come punizione per presunti errori atavici commessi. Una nuova driscriminazione, per cui il separato è un peccatore e se arranca è la sua giusta punizione .

Anche Gesù di Nazaret ebbe compassione, compassione di un lebbroso (Mc, 1: 41-44), compassione di una donna a cui era mancato il figlio morto (Lc, 7, 11-15). Ma non si è fermato alla compassione. Ha guarito il malato dalla lebbra e ha risuscitato il figlio della donna. In barba ai benpensanti ipocriti, che vedevano nella lebbra una punizione per i peccati (presunti) commessi, che vedevano nell’infetto un peccatore e nella lebbra la sua giusta punizione.

Per ora il premier del Vaticano è a metà del guado, ha avuto misericordia, ha detto belle parole, ha avuto parole di compassione. Per valutarlo, aspetto a vedere se oltrepassi il guado o se si fermi invece alle belle parole....

link: http://bit.ly/19NJ9Yp

giovedì 3 ottobre 2013

Bambini sottratti a famiglie: un danno che vale due miliardi (Sole24ore)

Bambini sottratti alle famiglie: un danno piscologico che vale 2 miliardi

FOnte: http://www.sanita.ilsole24ore.com/art/dibattiti-e-idee/2013-10-01/bambini-sottratti-famiglie-danno-092229.php?uuid=AbhJZJhI
Procedure sbagliate, sentenze basate su fatti poco certi, bambini sottratti ingiustamente ai genitori. E ancora: la tutela della sanità mentale dei minori contesi nelle cause di affidamento. Questi i temi al centro del dibatitto di venerdì scorso a Padova, durante la presentazione di Finalmente Liberi, la commissione d'inchiesta di Federcontribuenti, nata per monitorare e denunciare la "malagiustizia" ai danni dei minori. A spiegare per prima gli scopi della commissione è l'avvocato Cristina Franceschini: «Contraddittorio, garantismo, legalità e senso civico. Queste sono, o meglio, dovrebbero essere le regole fondamentali per chiunque decida di trattare casi riguardanti i minori. Oggi ci troviamo ad affrontare casi di centinaia di famiglie distrutte per motivi bislacchi, perizie superficiali, sospetti di abuso non comprovati.». Un problema su più fronti, secondo Franceschini, che vede la sentenza di affidamento del minore come l'ultimo di tutta un serie di errori comuni nella maggior parte dei casi.
I danni psicologici. Tra questi anche la valutazione dello stato psicologico del bambino, come ricorda la pediatra Maria Serenella Pignotti:«Non ci si rende conto di quale aggressione viene consumata nei confronti di un bambino quando gli si sottrae l'affetto e la presenza della madre - dice il pediatra - In troppi casi la sottrazione del piccolo avviene in forma violenta, senza tenere conto della volontà del piccolo costretto magari a dover instaurare un rapporto con il padre che viene rifiutato spontaneamente. Studiando la Pas e le procedure relative l'affidamento mi sono reso conto dei criteri insensati con cui vengono affrontati questi casi. Bisogna rendersi conto -aggiunge ancora la pediatra - che questi bambini vengono traumatizzati. E traumi come questi si trascinano anche nella vita adulta».
Un problema riconducibile anche alla mancata evoluzione della prassi in materia psicologica e psichiatrica, come ha spiegato il dottor Paolo Cioni, che mette in evidenza l'arbitrarietà delle valutazioni nelle sedi giudicanti: «A livello psicologico le problematiche si possono individuare con segnali chiari. Credo sia importante oggi più che mai conveniresu tutta una serie di criteri da prendere in considerazione per la compilazioni dellevalutazioni sullo stato di benessere familiare del bambino evitando di lasciare al mero parere di una persona, anche se esperta, valutazioni di questo tipo". Interessi di casta e mancata volontà di mettere un freno agli automatismi è il problema che non permette, secondo Cioni, una nuova redifinizione del sistema che dovrebbe essere rivisto anche solo in funzione dei costanti studi che in tutto il mondo vengono promossi nel settore.
Le cattive pratiche. E a parlare di interessi, ma anche di realtà torbida e contaminazione istituzionale, è anche il giudice Francesco Morcavallo che ha recentemente rassegnato le sue dimissioni per aderire attivamente alla commissione d'inchiesta: «Il meccanismo decisorio troppo spesso si basa su pretesti che nulla hanno a che vedere con fatti e prove. Sono decine di migliaia i bambini che così vengono sradicati dalle proprie famiglie per essere collocati in strutture che rendono denaro pubblico, speso male, e che circola anche a costo di portare al suicidio bambini e adulti. Il tutto accompagnato dal silenzio delle istituzioni, anche quelle che dovrebbero essere preposte all'esercizio di controllo sulle decisioni prese dalla magistratura» conclude Morcavallo.
Il giro d'affari. «I cittadini devono farsi carico di queste situazioni, anche se non riguardano la loro sfera privata - ha detto Marco Paccagnella, presidente di Federcontribuenti - L'opinione pubblica deve intervenire sia per sensibilizzare un cambiamento necessario per definire la nostra società come civile, ma anche per sottrarsi dalla responsabilità di queste azioni».
Una responsabilità indiretta, riconducibile ai soldi pubblici investiti per mantenere le strutture di accoglienza a cui hanno fatto riferimento in precedenza gli esperti della commissione: «La commissione ha quantificato in 2 miliardi il giro d'affari che ruota intorno all'affidamento dei minori. Purtroppo quando si parla di spesa pubblica è sempre necessario indagare per capire come vengono spesi questi soldi, e questo è quello che si propone di fare Federcontribuenti collaborando con la commissione d'inchiesta. Abbiamo intenzione di proporre una riforma di tutta la normativa relativa, forse anche l'abrogazione e la sostituzione completa, che forse sarebbe la soluzione più efficace e veloce. Ma prima di tutto vogliamo tutelare l'interesse di questi bambini affinché anche loro possano dire di essere...Finalmente Liberi».

tnyURL: http://bit.ly/GAvDuw