martedì 15 aprile 2014

La piaga delle madri single






«Decenni di studi delle scienze sociali hanno parlato chiaro: i bambini restituiscono i valori migliori in fatto di salute, istruzione e benessere quando sono cresciuti da ambedue i propri genitori all’interno di famiglie fondate sul matrimonio». [1]

«La separazione fra i genitori durante l’infanzia è emersa come il singolo più importante fattore di rischio per la morte precoce.  I figli adulti di genitori separati sono morti quasi 5 anni prima, in media, dei figli cresciuti in famiglie intatte.  Le cause della morte includono incidenti, violenza, attacchi al cuore. La separazione fra i genitori rimane l’evento più traumatico e dannoso per i bambini». [2]
Sono figli di madri divorziate o single [3]:
  • il 70% dei bambini che fuggono di casa,
  • il 70% dei teen-ager che si suicidano,
  • il 70% dei delinquenti giovanili,
  • il 70% degli assassini di bambini,
  • il 70% delle minorenni incinte,
  • il 70% degli incarcerati in centri di detenzione giovanile con condanne gravi,
  • il 71% degli adolescenti tossicodipendenti,
  • il 72% dei ragazzi omicidi,
  • l’80-85% dei giovani incarcerati,
  • il 90% dei giovani senza casa.
Rispetto ai bambini cresciuti con entrambi i genitori, i figli di madri divorziate o single hanno probabilità [4]:
  • 2.6 volte maggiore di subire maltrattamenti;
  • 5 volte maggiore di suicidarsi;
  • 6 volte maggiore di vivere sotto la soglia di povertà;
  • 9 volte maggiore di abbandonare la scuola;
  • 10 volte maggiore di abusare di sostanze chimiche;
  • 14 volte maggiore di commettere stupri;
  • 20 volte maggiore di finire in prigione;
  • 32 volte maggiore di scappare di casa;
  • da 6 a 30 volte maggiore di subire gravi abusi.
Una analisi dell’Institute for Public Policy Research inglese ha identificato come fattore comune fra le 18 aree più colpite nell’estate 2011 dalla delinquenza giovanile, un alto tasso di famiglie sfasciate e madri single.
Il più importante fattore che consente di predire se una persona finirà in prigione è se è stata cresciuta da un solo genitore”. [5]

Il tasso di crimini violenti e di rapine in una comunità sono correlati con il tasso di famiglie con un solo genitore, ma non con il livello di povertà”. [6]

“Dopo aver corretto per il tasso di madri single, la differenza fra i tassi di crimini di bianchi e neri scompare” [7].

REFERENZE
[1] http://tengofamiglia.wordpress.com/2014/02/07/le-famiglie-solo-mamma-sono-focolai-di-abusi.  L’autore, Sean Nevola, viene criticato da una anonima femminista che commette il banale errore di confondere il numero assoluto con il tasso percentuale.  Tale errore è esemplificato da questo fallace ragionamento:  «L’80% delle persone muoiono nel proprio letto, quindi il letto è il posto più pericolso».
[2] H.S. Friedman e L.R. Martin, The Longevity Project (Hudson Street Press).
[3] Richard E. Redding, “It’s Really About Sex”, Duke Univ. Journal of Gender Law and Policy, 1/1/2008; Organizzazione Svizzera IGM;  M. Charen, “More Good News Than Bad?”, Washington Times, 16/3/2001; C. Colson, “How Shall We Live?” Tyndale House 2004, pag. 323; D.T. Lykken, “Reconstructing Fathers”, American Psychologist 55 681 2000; W. Horn, “Why There Is No Substitute For Parents,” IMPRIMIS 26, N0. 6, June 1997; B.H. Waldman e S.P. Perlman, “Homeless Children With Disabilities, The Exceptional Parent, 1/6/2008, American Academy of Developmental Medicine and Dentistry.
[4] F. Fagan e K.A. Johnson, Heritage Foundation Backgrounder 1535, ricerca basata sui dati del Department of Justice e del National Crime Victimization Survey.
[5] C.C. Harper e S.S. McLanahan, “Father Absence and Youth Incarceration”, Annual Meeting of the American Sociological Assoc., San Francisco, CA, 1998.
[6] D.A. Smith e G.R. Jarjoura, “Social Structure and Criminal Victimization,” Journal of Research in Crime and Delinquency 25 1988
[7] Progressive Policy Institute, 1990; David Blankenhorn, “Fatherless America: Confronting Our Most Urgent Social Problem”, New York, Harper Perennial, 1996, pag. 31

Fonte: http://it.avoiceformen.com/famiglia/la-piaga-delle-madri-single/




False accuse strumentali: sentenza foro di Roma




Ci sono donne, consigliate spesso dagli avvocati, che sulle False Accuse ci campano, ne fanno uno stile di vita, delirano.
Oggigiorno, il giochetto però è presto svelato, addirittura c’è una recente sentenza della Cassazione Penale che ha assolto un marito dalle accuse di maltrattamenti, accuse che erano volutamente “gonfiate” e che avevano portato all’allontanamento dell’uomo dalla casa coniugale, tanto che non poteva proprio avvicinarsi e naturalmente non poteva ne vedere ne sentire i figli.
Purtroppo le false accuse sono un fenomeno in crescita e largamente utilizzato per poter ottenere dei vantaggi patrimoniali in fase di separazione soprattutto quando si ha torto in partenza e si ha paura: di perdere la casa e di perdere il mantenimento.
Perchè succede? perchè si sa che il “sesso debole” in queste circostanze è più forte che mai!!! si legge che viviamo in un paese maschilista ma vien da dire magari fosse così! se due padri su tre vengono palesemente discriminati dai giudici, vedono peggiorare i loro rapporti con i figli, vedono peggiorare il loro tenore di vita, il terzo che rimane deve solo sperare di mantenere invariata la propria posizione sociale non di certo migliorarla.
L’ulteriore beffa è rappresentata dalle lungaggini burocratiche che fanno diventare anni i tempi di attesa per ottenere giustizia… e chi pagherà? chi ridarà il tempo perduto a questi padri?

Il reato di maltrattamenti contro familiari e conviventi di cui all’art. 572 c.p. richiede, per la sua configurazione, una serie abituale di condotte che possono estrinsecarsi in atti lesivi dell’integrità psico – fisica, dell’onore, del decoro o di mero disprezzo e prevaricazione del soggetto passivo, attuati anche in un arco temporale ampio, ma entro il quale possono agevolmente essere individuati come espressione di un costante atteggiamento dell’agente di maltrattare o denigrare il soggetto passivo.
Invece, fatti occasionali ed episodici, pur penalmente rilevanti in relazione ad altre figure di reato (ingiurie, minacce, lesioni) determinati da situazioni contingenti (ad es. rapporti interpersonali connotati da permanente conflittualità) e come tali insuscettibili di essere inquadrati un una cornice unitaria, non possono assurgere alla definizione normativa di cui all’art. 572 c.p. (1)
(*) Riferimenti normativi: art. 572 c.p.
(1) Cfr. Cass. Pen., sez. VI, sentenza 2 dicembre 2010, n. 45037.”
(da http://www.altalex.com/index.php?idstr=84&idnot_84=22774)

questa la sentenza per intero:
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE
SEZIONE VI PENALE
Sentenza 8 – 20 gennaio 2014, n. 2326
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE SESTA PENALE
Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
 (OMISSIS)
ha pronunciato la seguente:
sentenza
sul ricorso proposto da:
B.F., n. (OMISSIS);
avverso l’ordinanza n. 1805/13 Tribunale di Roma, Sez. per il Riesame dell’8/07/2013;
esaminati gli atti e letti il ricorso ed il provvedimento decisorio impugnato;
udita in camera di consiglio la relazione del consigliere dott.  (OMISSIS);
udito il pubblico ministero in persona del sostituto P.G., dott.  (OMISSIS) che ha concluso per il rigetto del ricorso.
Svolgimento del processo
1. Con l’ordinanza sopra indicata il Tribunale di Roma, sezione per il Riesame, adito ai sensi dell’art. 309 cod. proc. pen., confermava l’ordinanza del 19/06/2013 con cui il GIP del locale Tribunale aveva disposto la misura dell’allontanamento dalla casa familiare a carico di B.F., ravvisando a suo carico gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di maltrattamenti in famiglia compiuto ai danni della coniuge convivente L.L. e del figlio E. a partire dell’anno 2011 e la sussistenza del pericolo di reiterazione di reati della stessa specie.
Rispondendo alle doglianze formulate dalla difesa dell’indagato, il Tribunale evidenziava il deterioramento del rapporto coniugale insorto a partire dal 2011; le violenze contro il figlio minore manifestatesi anche in precedenza (2010) e ripropostesi nel 2012, quali attestate da dichiarazioni di testimoni e referti medici; i maltrattamenti compiuti ai danni della moglie, anche essi attestati dalle dichiarazioni di testimoni oltre che dalle denunzie dell’interessata; i comportamenti da stalker attuati dall’indagato, acuitisi nell’apprendere di una relazione extraconiugale intrapresa dalla moglie; la sussistenza in definitiva di una pluralità di fonti indiziarie atte a fungere da elementi di riscontro alle denunzie presentate dalla L.; la sussistenza di concrete esigenze di tutela dell’incolumità personale dei denunzianti a fondamento dell’adottata misura coercitiva.
2. Avverso detta ordinanza ha presentato ricorso l’indagato B. F., con atto sottoscritto dal suo difensore, con cui deduce mancanza, contraddittorietà o manifesta illogicità della motivazione risultante dal testo del provvedimento e di altri atti del procedimento specificamente indicati ai sensi dell’art. 606 c.p.p., lett. e) nonchè inosservanza ed erronea applicazione della legge penale ex art. 606 c.p.p., lett. b) in relazione all’art. 572 cod. pen. e art. 274 cod. proc. pen.
Deduce il ricorrente che il Tribunale ha solo apparentemente motivato in ordine alle specifiche doglianze della difesa, omettendo di soffermarsi su una nutrita serie di profili che, a suo dire, dimostrerebbero l’assoluta non veridicità delle prospettazioni provenienti dalla denunziante, alludendo in particolare al tenore dei colloqui intercorsi tra l’indagato e la coniuge dal gennaio 2009 al giugno 2013 su canali telematici chat a dimostrazione del mantenimento di un rapporto paritario ed ispirato a civile confronto;
all’inverosimiglianza della ricostruzione in facto della pretesa aggressione subita dalla L. nel settembre 2011; all’assenza di qualsivoglia certificazione medica riferibile alla parte offesa; alla mancata audizione del figlio minorenne E. in ordine alle presunte violenze subite dal padre; alla decisione autonomamente adottata di volersi separare legalmente a causa della scoperta della relazione extraconiugale della moglie; alla mancata audizione di testimoni più vicini alla figura dell’indagato.
Sotto il diverso profilo della violazione di legge, deduce inoltre il carattere occasionale dei presunti maltrattamenti; il timore mai palesato dalla denunziante nei confronti del marito, quale evidenziato dal tenore dei colloqui intrattenutisi tra gli stessi per via telematica; l’assenza totale di motivazione in ordine alle esigenze cautelari ed alla pericolosità sociale dell’indagato, ritenute sussistenti solo in ragione del clima coniugale emerso dalla vicenda e dalle azioni di controllo, condotte mediante apparecchiatura di registrazione, che il ricorrente avrebbe attuato durante il periodo di maggiore tensione coniugale.
Motivi della decisione
3. Il ricorso appare fondato nei termini di cui in motivazione.
Nella ricostruzione dei momenti salienti della vicenda descritta nella denunzia presentata da L.L. operata dal Tribunale, rilievo preminente assumono due episodi di violenza fisica di cui l’indagato si sarebbe reso protagonista ai danni del figlio minore E., nonchè un episodio di maltrattamenti che la donna avrebbe subito nel corso di un incontro avvenuto con il B. presso la sua azienda di lavorazione marmi corrente in località (OMISSIS).
Il primo dei due episodi di violenza fisica aveva luogo nel 2010, quando anche la madre della L. aveva assistito personalmente al pugno sferrato dal B. al figlio, provocandogli un vistoso ematoma; il secondo episodio appare più circostanziato, poichè attestato anche da referto medico e da testimonianza di persona estranea al contesto familiare, riguardando la brutale aggressione dell’indagato al figlio, tale da provocargli tumefazione e sanguinamento del labbro, mobilità di due denti e dolore alla mandibola, accaduta nel dicembre 2012.
Temporalmente nel mezzo e segnatamente nel settembre 2011 si colloca l’episodio dell’incontro avvenuto tra i coniugi L. – B. presso il luogo di lavoro di quest’ultimo e durante il quale, secondo la prospettazione d’accusa, la denunziante sarebbe stata aggredita sia verbalmente che fisicamente, pur non essendovi al riguardo alcuna certificazione medica.
Ciò premesso, sembra di poter agevolmente desumere come i comportamenti prevaricatori e/o violenti ascritti all’indagato si riducono a tre nell’arco di un triennio, in un contesto familiare e coniugale in costante deterioramento per via sia dei rapporti di segno negativo tra padre e figlio, sia dell’allentamento del vincolo coniugale determinante l’instaurazione di due relazioni extraconiugali da parte della L.
Così fissati i termini fattuali della vicenda e ferma restando la sussistenza di un sufficiente quadro di gravità indiziaria ad essi riferita, non sembra però possibile poterli complessivamente ricomprendere in un contesto unitario, normativamente connotato dalla figura di reato di maltrattamenti contro familiari e conviventi delineata dall’art. 572 cod. pen.
Il reato de quo richiede, infatti, per la sua configurazione, una serie abituale di condotte che possono estrinsecarsi in atti lesivi dell’integrità psico – fisica, dell’onore, del decoro o di mero disprezzo e prevaricazione del soggetto passivo, attuati anche in un arco temporale ampio, ma entro il quale possono agevolmente essere individuati come espressione di un costante atteggiamento dell’agente di maltrattare o denigrare il soggetto passivo.
Secondo la giurisprudenza elaborata da questa Sezione, invece, fatti occasionali ed episodici, pur penalmente rilevanti in relazione ad altre figure di reato (ingiurie, minacce, lesioni) determinati da situazioni contingenti (ad es. rapporti interpersonali connotati da permanente conflittualità) e come tali insuscettibili di essere inquadrati un una cornice unitaria, non possono assurgere alla definizione normativa di cui all’art. 572 cod. pen. (Cass. pen. sez. 6 n. 37019 del 27/05/2003, Caruso, Rv. 226794; sez. 6 n. 45037 del 2/12/2010, Dibra Rv. 249036).
Nell’indicare ed apprezzare i fatti costitutivi del reato provvisoriamente contestato al ricorrente ed alla base della misura coercitiva di cui all’art. 282 bis cod. proc. pen. impostagli, i giudici del riesame non hanno, dunque, assolto in maniera adeguata all’onere di definire in concreto i termini della ritenuta sussistenza dell’ipotesi accusatoria, incorrendo nella violazione di legge determinata da una non corretta interpretazione dell’ambito applicativo dell’art. 572 cod. pen., specie in un contesto familiare, emergente anche dalle prospettazioni probatorie difensive, caratterizzato dal progressivo indebolimento dei rapporti coniugali (denunziante e indagato essendo oggi separati per iniziativa del ricorrente) pur inframmezzato da tentativi più o meno concreti di riavvicinamento affettivo degli interessati (v. l’aspetto delle conversazioni telematiche intercorse su Facebook in un arco temporale piuttosto ampio e la cui valenza è stata del tutto negletta in sede di riesame).
L’ordinanza impugnata deve essere, dunque, annullata, spettando al Tribunale competente argomentare in maniera più esauriente circa la possibilità di ravvisare nei fatti e negli episodi prospettati dall’accusa pubblica e privata il reato di maltrattamenti oggetto di provvisoria contestazione.
4. All’accoglimento del ricorso consegue l’annullamento dell’impugnata ordinanza ed il rinvio ai sensi dell’art. 623 c.p.p., comma 1, lett. a) al Tribunale di Roma per nuovo esame.
P.Q.M.
annulla l’ordinanza impugnata e rinvia per nuovo esame al Tribunale di Roma.
Così deciso in Roma, il 8 gennaio 2014.
Depositato in Cancelleria il 20 gennaio 2014

Fonte: http://capitandaddy.wordpress.com/2014/04/14/le-false-accuse-gonfiate-sono-state-svelate/

lunedì 14 aprile 2014

Barnard licenziato per troppa verità sulla donna.




I media sono infestati da femministe che li usano per spargere odio contro gli uomini, raccondando falsità calunniose anti-maschili quali “la violenza maschile è la prima causa di morte per le donne”.   E poi viene invece licenziato Paolo Barnard, economista presso La Gabbia, colpevole di aver scritto questo articolo:
«Ho un’amica di 40 anni, ne scrissi molto tempo fa, è quella che a 20 anni lavorava in catena di montaggio piegata a 90 gradi a imbullonare camion. Gli operai, per la maggior parte meridionali, passavano e le palpavano la figa. Questa ragazza ha avuto un padre rivoltante. Poi un sacco di uomini che l’hanno delusa ecc. Bene. Pochi giorni fa mi chiama e mi dice: “Le donne sono la maledizione di Dio in terra, qualcosa di più schifoso di loro non esiste”. Si riferiva ai suoi successivi 20 anni di esperienza sul lavoro, culminati oggi con una caporeparto marocchina che fa mobbing alle Goebbels, dopo averne avute una quindicina della stessa risma. Io ho avuto la G., e posso testimoniare che quando una donna è carogna non ha rivali all’inferno. Forget men.

Le donne, al 99%, sono una razza miserabile. Quando va bene. Ricordo a tutti che i delatori delle cosiddette streghe medievali, le persone cioè che mandavano delle innocenti alla tortura e al rogo, erano al 90% donne, guidate da gelosia o invidia o altro. Fatto storicamente accertato.

Ricordo a tutti che la favola di Hansel e Gretel, nella realtà storica acclarata, va così: Gretel era una giovane ma incapace pasticcera che non vendeva perché un’anziana pasticcera lavorava molto meglio di lei. La accusò di stregoneria, l’anziana fu torturata spaccandole le tibie e bruciata viva.

Ricordo a tutti che a Tuol Sleng, il centro torture di Pol Pot in Cambogia (2 milioni di morti), i torturatori specializzati erano tutte ragazze. Pol Pot le selezionava proprio per la capacità femminile di sadismo estremo.

Ricordo a tutti che Erin Pizzey, la prima femminista che fondò i centri per il soccorso a donne vittime di violenza maschile, fu minacciata di morte e quasi uccisa da donne. Perché? Perché aveva scoperto le impronte dei tacchi a spillo sulla fronte di alcuni bambini gonfi di ematomi che accompagnavano le madri al centro. Si fece due domande e scoprì l’inconfessabile mondo dell’abominevole violenza delle madri sui bambini (oggi riscontrabile in ogni supermercato o spiaggia). Ne fece un libro denuncia… la brave donne tentarono di ucciderla.

Le donne sono al 99% esseri mediocri, solo capaci di creare miseria ai propri figli o al mondo. Purtroppo hanno quello che hanno fra le gambe. E ok. Ma non fosse per quello, e per la cultura di sinistra dei Pddini cerebromancanti, sapremmo come giustamente apostrofarle. Al 99%. Così come meritano gli uomini al 99%. Solo che…
Se si scrive che gli uomini sono al 99% dei porci disumani o troppo stupidi per esistere, nessuno dice nulla. Se lo dici delle donne… Uhhhhhhhhh!»
Quanto Paolo Barnard scrive riguardo a Erin Pizzey, collaboratrice di aVoiceForMen, è quasi esatto.  Due precisazioni: 1) Erin Pizzey si era già in precedenza dissociata dal movimento femminista: avendo appreso che le femministe volevano far esplodere una bomba nel negozio di vestiti Biba, Erin avvertì la polizia e le femministe la cacciarono.   2) Erin Pizzey fondò centri anti-violenza che aiutavano tutte le persone, non solo le donne.  Gli attuali centri anti-violenza per sole donne sono una degenerazione dovuta alle femministe, che li usano per aiutare madri separate a costruire false accuse per appropriarsi dei figli

Fonte: http://it.avoiceformen.com/censura-femminista/femministe-fanno-censurare-paolo-barnard/

venerdì 11 aprile 2014

Bergoglio: diritto a crescere con papà e mamma





"In positivo, occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva. Ciò comporta al tempo stesso sostenere il diritto dei genitori all'educazione morale e religiosa dei propri figli. E a questo proposito vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del 'pensiero unico'"

http://www.asianews.it/notizie-it/Papa:-difendere-i-diritti-del-bambino,-alla-vita,-a-non-essere-sfruttato,-a-non-divenire-oggetto-di-%22sperimentazione-educativa%22-30811.html

Gran Bretagna: rapporto sui rischi di vivere senza papà

Lo stato della famiglia in Gran Bretagna


sintesi del rapporto State of the Nation Report of the Family Breakdown Working Group (www.povertydebate.com), tratto da E’ Famiglia, 12.1.07, traduzione di Sara Morselli



Nuclei monoparentali
Il numero dei nuclei monopartentali (in genere formati solo dalla madre) sta aumentando in modo significativo in GB. Il 15% di tutti i bambini nasce e cresce senza la presenza stabile del padre biologico.

Il declino dei matrimoni
Fin dagli inizi degli anni Settanta si è verificato un declino del numero di matrimoni (al punto che il numero annuo di coppie che si sposano è diminuito di un terzo e il tasso di matrimoni è diminuito di due terzi), e un significativo aumento nel numero di famiglie monoparentali. Tuttavia il tasso di divorzi si è stabilizzato dal 1980, e il continuo aumento del numero di famiglie che crollano andando a colpire i bambini, è dovuto alla dissoluzione di coppie conviventi. La maggior parte di queste coppie è meno stabile rispetto ai matrimoni, in quanto sono doppiamente più soggette alla separazione.

Le separazioni e le loro conseguenze
I tassi elevati di gravidanze in età adolescenziale indicano una trasmissione inter-generazionale del fenomeno del crollo della famiglia. Le ragazze che provengono da famiglie senza padre o separate, e le cui madri hanno partorito in età precoce, sono fin troppo ampiamente rappresentate nelle statistiche sulle gravidanze adolescenziali, così come le ragazze appartenenti alla V classe sociale. Queste ultime hanno una probabilità dieci volte maggiore di diventare giovani madri rispetto alle ragazze della I classe sociale, e saranno in genere soggette a difficoltà finanziarie continue nel corso della loro vita. Inoltre il crollo della famiglia, sotto forma di abusi, abbandono o carenza di cure, dà vita a un ciclo di difficoltà psicologiche in cui gli individui "danneggiati" continuano a formare famiglie non funzionali, soggette in seguito a ulteriori crolli.

Il divario tra le aspirazioni e il successo dei matrimoni
Nonostante le tendenze statistiche, le aspirazioni per quanto riguarda il matrimonio rimangono molto alte. Sondaggi condotti in Gran Bretagna indicano un numero elevato di adulti (quasi il 70%) e di giovani (oltre l’80%) che desiderano sposarsi in un futuro (e rimanere con un solo partner per tutta la vita). Tra i giovani esiste una evidente possibilità che il significativo divario tra le aspirazioni e il successo si ampli ulteriormente, se le tendenze attuali rimarranno inalterate.

Le conseguenze del crollo della famiglia
Il crollo della famiglia, sia per dissoluzione, disfunzione o assenza del padre, presenta molti effetti diversi, solo pochi dei quali hanno un esito positivo per gli individui, la cerchia familiare e la società in generale. All’interno di un gruppo rappresentativo composto da 2.447 individui britannici sui quali è stato condotto un sondaggio da YouGov, i problemi sociali si sono rivelati più evidenti tra coloro che avevano avuto un’esperienza diretta di crollo della famiglia. Era molto più probabile che chi non era stato allevato da entrambi i genitori avesse dovuto affrontare problemi educativi, dipendenza dalla droga, problemi con l’alcol, seri debiti finanziari o disoccupazione. Da solo questo sondaggio dimostra la correlazione piuttosto che la causa. Tuttavia ci presenta una valida indicazione della gamma di problemi tipicamente associati al crollo della famiglia.

Carenza di cure familiari

Con il concetto di disfunzionalità abbiamo identificato una carenza delle cure all’interno di molte famiglie, al punto che un numero sempre maggiore non è in grado di soddisfare alcuni bisogni essenziali della prole: legame sicuro, protezione, limiti realistici e autocontrollo, libertà di espressione di emozioni valide, autonomia, competenza e senso di identità, spontaneità e gioco. Gli esperti di educazione che abbiamo consultato hanno sottolineato il notevole aumento di problemi emotivi estremi che si riscontrano nei bambini affidati alle loro cure, citando come cause principali separazioni familiari, cura e educazione inadeguate e privazione sociale.

Povertà e dipendenza dallo stato sociale
Il fallimento nella creazione di un legame durevole tra una madre e un padre spesso porta alla dipendenza dallo stato sociale. Il rapporto mette in luce fino a che punto le famiglie arrivano a soffrire sotto l’aspetto finanziario dopo la separazione. L’assenza del padre provoca effetti negativi non solo sui bambini, ma anche sugli uomini che non hanno mai beneficiato di un rapporto con i loro figli, sulle donne che devono far quadrare il bilancio, per la maggior parte, da sole, e sulla società in senso più ampio, che deve sostenere il costo economico. Il crollo della famiglia contribuisce ed è contemporaneamente anche una conseguenza della povertà e di gran parte dei problemi sociali.

Donne più povere e uomini più ricchi
L’Institute for Social and Economic Research (Istituto per la ricerca sociale ed economica) afferma che dopo una separazione coniugale, le donne sono in media del 18% più povere, e gli uomini sono in media del 2% più ricchi. Ciò implica che lo stato si addossa una gran parte del fardello economico legato al crollo della famiglia. I governi che si sono succeduti non hanno preso adeguatamente in considerazione la reale possibilità che molte separazioni possono essere evitabili e che vale la pena di provare a salvare molti matrimoni e convivenze dal punto di vista finanziario ed emotivo.

Delinquenza e criminalità
L’impatto sulla criminalità è evidenziato dal fatto che il 70% dei giovani criminali proviene da famiglie monoparentali, e che i livelli di comportamenti antisociali e la delinquenza in genere sono superiori nei figli di famiglie separate rispetto ai figli di famiglie intatte. Un terzo dei carcerati e più della metà dei giovani delinquenti ha avuto a che fare con i servizi sociali (e ha pertanto avuto una qualche esperienza di crollo della famiglia).

Impatto sugli anziani

Anche la cura degli anziani è compromessa, non solo a causa della maggiore complessità dei rapporti familiari (con doveri di cura alquanto confusi), ma anche a causa della modifica dell’ethos dei rapporti. In una società caratterizzata da elevati livelli di separazione, prendersi cura dei genitori anziani o dei parenti più stretti non è più considerato un dovere morale; le cure e l’aiuto fornito dipendono dalla qualità del rapporto. Il peso dell’assistenza viene scaricato sempre più sullo stato e questa tendenza continuerà a rafforzarsi a causa dell’invecchiamento della popolazione. (La stima del Local Government Association [Associazione del governo locale] prevede che tra il 2002-3 e il 2005-6 i soli cambiamenti demografici porteranno ad un aumento di 146 milioni di sterline delle spese necessarie per garantire i servizi a quelli che vengono classificati come "adulti e anziani").

Costi per lo stato

Il crollo della famiglia rappresenta un peso economico notevole. Il costo per lo stato oggi supera ampiamente i 20 miliardi di sterline l’anno, la maggior parte dei quali vengono spesi per le sovvenzioni ai genitori single. Se ci fossero meno separazioni familiari e meno nuclei monoparentali, ci sarebbero meno bambini da prendere in carico, meno persone senza casa, meno dipendenza dalla droga, meno criminalità, meno domande per i servizi sanitari, meno bisogno di insegnanti di sostegno nelle scuole, migliori risultati medi nell’ambito educativo e meno disoccupazione. Tutto ciò farebbe risparmiare denaro ai contribuenti e alcuni degli aspetti sopraelencati contribuirebbero addirittura a una migliore performance economica dello stato in generale.

Effetti sugli alloggi
Le riserve di alloggi sono state messe sotto forte pressione poiché sono aumentate solo di un terzo dal 1971. Nel corso dello stesso periodo la frequenza di separazioni e il numero di nuclei monoparentali sono aumentati notevolmente, generando un numero sempre maggiore di nuclei separati che necessitano di una propria abitazione. Per i genitori obbligati a lasciare la casa di famiglia il futuro è spesso incerto ed è difficile ottenere un sostegno ufficiale. Nel contempo esiste il timore che le case popolari vengano sfruttate in modo poco efficiente a causa della diminuzione del numero di adulti in una proprietà in seguito al divorzio. Gli alloggi dovrebbero favorire un contatto positivo con il genitore in seguito alla separazione, ma è difficile giustificare l’assegnazione di un’abitazione con più camere che viene usata appieno soltanto una notte a settimana.

Le cause del crollo della famiglia
I fattori che portano al crollo della famiglia sono diversi e complessi. Esistono a livello personale e familiare, e sono influenzati da un’ampia gamma di fattori esterni e sociali. Molti dei problemi sociali che portano al crollo della famiglia sono inoltre esacerbati da esso, come abbiamo già notato in precedenza.

La famiglia basata sul matrimonio è più stabile
Le statistiche indicano che i matrimoni garantiscono un ambiente notevolmente più stabile per i bambini e per gli adulti rispetto alle convivenze, e resistono molto meglio nei momenti di crisi o quando nella famiglia si verifica un evento che provoca tensione, come ad esempio una gravidanza. Altrettanto importante è la conclusione che il processo familiare è importante, e che le famiglie funzionano al meglio e possono prosperare quando ci sono pochi conflitti. Di fatto la gestione dei conflitti all’interno dei nuclei familiari deve essere un punto chiave per le politiche pubbliche, così come il fattore chiave del benessere dei bambini è il livello di conflitto tra i suoi genitori e non il livello di felicità nel rapporto tra di essi.
Il ruolo della povertà
Le ricerche e i dati aneddotici evidenziano il livello di stress causato nella vita delle famiglie dalle preoccupazioni familiari e dai debiti. Possiamo citare una ricerca condotta su famiglie a basso reddito in cui si riconosce che: "oltre allo stress costante di riuscire ad arrivare alla fine del mese e di dover affrontare lavori precari e sotto-pagati, [i genitori] subiscono la frustrazione di vivere in alloggi al di sotto degli standard, in quartieri mal serviti, senza mezzi di trasporto adeguati, e di vivere con il costante timore della criminalità e della violenza per se stessi e per i figli. In alcuni casi parenti più o meno prossimi lottano con la depressione, l’alcolismo o l’abuso di droghe, l’HIV o l’AIDS, oppure entrano ed escono di prigione, o vivono una combinazione di questi problemi. La violenza domestica è molto più frequente... I neri e altre minoranze etniche sono costantemente esposti sul luogo di lavoro o per strada a episodi di razzismo e discriminazione. Gli assistenti sociali che operano con queste persone notano che spesso lo stress accumulato esplode tra le mura di casa, e la rabbia e la frustrazione troppo spesso avvelenano il rapporto tra genitori e figli".

Alloggi scadenti come fattore che contribuisce alle separazioni familiari
Allo stesso modo, in questa parte prendiamo in considerazione l’effetto sulla stabilità familiare degli alloggi scadenti o inadeguati, e concludiamo che una certa politica degli alloggi può causare, o quantomeno accelerare, inavvertitamente il crollo della famiglia, se questa si trova a vivere lontano dai parenti o da una rete di sostegno locale. Inoltre riteniamo che le famiglie che non hanno molte possibilità di scelta, per quanto riguarda il luogo in cui vivono, si trovano in una situazione particolarmente svantaggiata. Si sentono poste sotto pressione dall’impossibilità di modellare lo spazio in cui vivono, di cambiarlo o modificarlo secondo i bisogni dei membri della famiglia nel corso del tempo. L’associazione Charity che si occupa di questo problema ci ha spiegato che "l’alloggio non deve essere considerato semplicemente uno spazio fisico, ma piuttosto ciò che ci fornisce "radici, identità, sicurezza, senso di appartenenza e un luogo di benessere emotivo", e l’impatto sulle famiglie di un alloggio inadeguato deve essere considerato da questi molteplici punti di vista".

Fattori lavorativi
La presenza o l’assenza di un impiego adeguato è un altro fattore importante che influenza la formazione e la stabilità della famiglia. La ricerca indica che esiste una relazione tra il numero di nuclei familiari monoparentali in una particolare area geografica e le scarse opportunità di lavoro per gli uomini. Le opportunità di lavoro sembrano giocare un ruolo rilevante nella presenza di uomini adatti al matrimonio.

Tasse e agevolazioni
A ciò si collega quella che viene definita "penalizzazione della convivenza", che lo stato sociale impone alle coppie povere. L’Institute for Fiscal Studies (Istituto di studi fiscali) ha mostrato che le famiglie con redditi modesti rischierebbero di soffrire di una forte penalizzazione finanziaria se i genitori vivessero apertamente insieme. I crediti d’imposta sono valutati in base al reddito congiunto della famiglia, e non prevedono alcuno sconto per le spese di un adulto aggiuntivo. Inoltre la proporzione di reddito netto derivata dal sostegno temporaneo per il mantenimento dei figli è aumentata nel corso degli ultimi 30 anni. Tale sostegno ora fornisce circa il 30% del reddito netto di una famiglia monoparentale media, rispetto a meno del 10% per una famiglia formata da due genitori con bambini. Negli strati più poveri della società questo può interagire con i fattori lavorativi di cui abbiamo già parlato, andando a sfavorire il matrimonio e rendendo queste e altre convivenze ancora più instabili.

Il sistema legale: aumento dei divorzi e delle coppie di fatto
Anche il sistema legale, benché inavvertitamente, è stato un ulteriore fattore che ha contribuito al declino della stabilità familiare. Uno studio che ha analizzato il tasso di divorzi, suggerisce che in 18 stati europei l’effetto combinato di tutte le riforme legali ha contribuito per il 20% all’aumento del numero di divorzi tra il 1960 e il 2002. Attualmente sono in fase di studio le raccomandazioni della Commissione legislativa per l’estensione dei diritti alle coppie conviventi. La nostra ricerca indica che tali proposte molto probabilmente incoraggeranno le coppie a convivere, e quindi a dare vita a rapporti più instabili. Noi sosteniamo la richiesta di molti altri consulenti di educare le coppie conviventi, facendo conoscere loro la precarietà delle basi legali su cui si fonda al momento il loro rapporto, invece di risolvere i problemi al posto loro nel modo che è stato suggerito.

Instabilità delle convivenze e crescita delle famiglie monoparentali
Per questo dibattito è fondamentale la prova inconfutabile che la separazione delle coppie conviventi è la principale spinta per la creazione di nuclei monoparentali in Gran Bretagna. Circa la metà dei genitori conviventi si separa prima del quinto compleanno del figlio, rispetto a una coppia di genitori sposati ogni dodici. Tre quarti dei crolli delle famiglie che coinvolgono bambini piccoli oggi riguardano genitori non sposati. Un nuovo studio, commissionato per questo gruppo politico, ha analizzato il crollo delle famiglie nell’ambito del Millennium Cohort Study su 15.000 madri con figli di 3 anni. I genitori conviventi con bambini piccoli avevano più del doppio delle probabilità di separarsi rispetto ai genitori sposati, indipendentemente da età, reddito e altri fattori socio-economici di base. Infine, molti di questi fattori si tramandano di generazione in generazione, e ciò significa che questi problemi sono oggi profondamente radicati e a lungo termine.

http://www.documentazione.info/lo-stato-della-famiglia-in-gran-bretagna

(bitley: http://bit.ly/1er4qdV)

mercoledì 9 aprile 2014

Divorzio breve: realtà e desideri






Premetto che mi sforzo ancora di pensarla come il card.Ruini



La stabilità familiare (…) costituisce un bene primario per la società e anzitutto per i figli, oltre che per gli stessi coniugi, al di là di apparenze che vengono troppo facilmente enfatizzate.
che rispetto le ricerche sociologiche di Avvenire

Numerosissime ricerche sociologiche documentano le profonde sofferenze prodotte dalla separazione, e maggiormente dal divorzio, sui figli. Essi, in aggiunta, fanno uso di droghe e patiscono diverse patologie psicologiche molto più spesso rispetto ai figli con genitori uniti. Un solo dato tra tanti: negli Usa, durante gli anni Ottanta, il 63% dei suicidi dei giovani si è verificato in contesti con il padre assente.

che condivido le osservazioni sulla cultura del provvisorio del card. Bagnasco:

In una cultura del tutto provvisorio l’introduzione di istituti che per natura loro consacrano la precarietà affettiva, e a loro volta contribuiscono a diffonderla, non sono un aiuto né alla stabilità dell’amore, né alla società stessa. 


      che, in via teorica e assai speculativa, comprendo le buone intenzioni ("aiuto.. accoglienza... riflessione.... serenità") del card. Bagnasco:

I tempi più lunghi tra la separazione e il divorzio sono in una funzione di aiuto, non vogliono essere una coercizione. (…) sono, da parte della società e dello stato, una possibilità perchè le persone coinvolte possano far decantare l’emotività, le situazioni di conflitto per un tempo di maggiore riflessione e di pausa in modo da affrontare con maggiore serenità un passo così grave.


che mi posso sforzare di dare una pacca sulla spalla allo sforzo dialettico di don Gentili (CEI)

La questione vera è che una coppia che va in crisi molto spesso si trova in un grande isolamento, e molte crisi sarebbero sanabili se ci fosse anche un vero approccio sinfonico, cioè di più competenze che si mettono insieme. Penso ai consultori – sia quelli laici che quelli di ispirazione cristiana – ma anche alle comunità ecclesiali e alle istituzioni. Quanto si fa per difendere la famiglia, quanto investimento abbiamo fatto in Italia per questo? Quanto siamo diventati un po’ il fanalino di coda in Europa, dinanzi a nazioni che anche più laiche della nostra hanno invece un sostegno forte alla natalità, nell’aiuto concreto alle famiglie. La famiglia fa una gran fatica a stare insieme. Certo, in questo modo forse si rende più facile la separazione, ma certamente non si rende più facile la vita sociale, di cui la famiglia è la cellula fondamentale.

 ma considerato che la realtà, la vera e cruda realtà è ben diversa dai desideri della CEI, e pertanto che:

  • nel 1995 per ogni 1.000 matrimoni si contavano 158 separazioni e 80 divorzi, nel 2011 si arriva a 311 separazioni e 182 divorzi. (ISTAT-2011)
  • nel 98% dei casi l'assegno di mantenimento è corrisposto dal marito ... e risulta mediamente più elevato al Nord (562,4 euro) (ISTAT-2011) 
  • nel 57,6% delle separazioni la casa è assegnata alla moglie, nel 20,9% al marito (ISTAT -2011)
  • che "dichiara di aver cambiato abitazione l'87.7% degli uomini" (rapporto CARITAS-2014)
  •  il 66.7% degli intervistati accusa un numero più alto di problematiche psicosomatiche"
    (rapporto CARITAS-2014)
  • "il grado di soddisfazione rispetto al rapporto con i figli" è mediamente insoddisfacente per i PADRI Separati mediamente PIU' soddisfacente per le madri (le madri dichiarano di vivere più felici senza il marito) (leggere il rapporto CARITAS-2014, al capitolo 3)
  • a cause delle prassi di separazione coniugale "i servizi sociali trattano i bambini come fascicoli" (link)
  • in UE "duemila padri separati si tolgono la vita per la lontananza dai figli (Avvenire 26.10.2006)
  • "I giudici continuano imperterriti a privilegiare le madri, le madri continuano a ostacolare il rapporto dell’ex compagno con i figli, i figli continuano ad essere strumento di battaglia per campioni di egoismo. I padri che si separano continuano a vivere con tremendo dolore la frequente perdita dei figli" (link)
i casi sono due:


  • o c'è oggi una ferma denuncia dalle sacre stanze del Vaticano circa le reali ed evidenti storture del sistema delle italiche separazioni (Ratzinger: "Una pastorale, che voglia veramente aiutare le persone, deve sempre fondarsi sulla verità. Solo ciò che è vero può in definitiva essere anche pastorale") e l'affermazione della formula 50%PADRE+50%MADRE= FIGLIOFELICE 
  •  oppure ben vengano tutte le formule utili a ridurre l'inferno attuale delle separazioni e l'estensione del divorzio breve anche nel caso della presenza di figli minori!













mercoledì 2 aprile 2014

La torre di Babele della famiglia



First step. 
Senza Padre. link
Rapporto Caritas link
Francia elimina il "buon padre di famiglia" link
La violenza sui padri separati link
Linea rosa: papà oggi sei buono o cattivo? link
Avvenire: figli rapiti da padri emarginati link 
Senza Padre: da Die Spiel (1997) a oggi  link
Padre condannato per abusi: i figli ritrattano dopo 15 anni. "Ci ha spinti la mamma"  link
Avvenire: Figli rapiti da padri emarginati   link
Alice Superiore: continua il calvario di Mimmo Zardo link
Cassazione: La ex-moglie va mantenuta, anche se ha un lavoro link
Ida Magli: il tramonto del Padre è il tramonto dell'Occidente link
Germania: padre in carcere  per aver fatto saltare alla figlia due ore di lezione sul gender link
Inghilterra: padre contesta il libro pornografico dato dalla scuola alla figlia 14enne. Arrestato link
Italia: Eurispes, a rimetterci sono i padri separati link
Roma: l'inferno di un padre accusato di pedofilia, assolto dopo 16 anni link
Salerno:Padre assolto da accuse di abusi sul figlio,ora nei guai c'è la madre con gli psicologi link
Prato. Il padre adottivo non era un orco link

Second step. 
L'ingegneria del femminismo link
La piaga delle madri single link
Posa nuda davanti ad opera d'arte. Con sottofondo Ave Maria di Schubert link
 Psicoidizie: il nome del nascituro lo deve scegliere solo la mamma link
Flashmob: balli in fascia nella settimana dell'allattamento link
Meloni: Roma è governata dalle mamme link
Roma: "Madre surrogata? Ve la troviamo noi" link
Mariano: "Le donne nella Chiesa sono come il vento" link

Italia: Libro "Donne: la salvezza del mondo del XXI secolo" link

Third step.
La ministra francese che vuole togliere i figli dalle famiglie. link
Liberiamo i figli dal determinismo sociale, religioso, famigliare. link
Roma: basta festa del papà e della mamma. link 
Francia: Carta della laicità ed evangelizzazione laica link
Norvegia: figli sottratti alla famiglia perchè "troppo cristiani" link
Padova. Troppo effeminato. Tredicenne tolto alla madre link 

Fourth step:
sentenza del tribunale di Roma. Bambina adottata da coppia lesbica, ma una delle mamme l'ha avuta con l'eterologa. link
Sentenza Corte di Cassazione: "mero pregiudizio ritenere che figlio non possa essere cresciuto da madre separata e convivente con lesbica" link
Se il padre viene chiamato zio link
Napoli: festa per le due mamme di Ruben "Ora siamo famiglia" link
link  L'uomo di oggi: libero schiavo in una società strumentalizzante
Figlio di 6 genitori: con l'utero in affitto si può link
Cambiano sesso e poi si sposano. E via in Ucraina per un figlio link   
La Consulta: “Cambio sesso all’anagrafe anche senza operazione link
 E il giudice ora si inventa la famiglia bestiale  link
Legge Cirinnà: sì alle unioni gay, ma senza obbligo di fedeltà link
Adozione lesbica incrociata: il tribunale dice di sì. link
Attrice americana divorzia e ripudia il figlio avuto con utero in affitto link
Trapianto dell'utero: tra 10 anni anche gli uomini potranno partorire link
Napoli. Certificato con due mamme: superata la stepchild adoption link.
Inghilterra. Ora dire "donna incinta" è offensivo link

I contrari:
Papa Bergoglio "Il progetto di una Babele edifica grattacieli senza vita" LINK