martedì 25 febbraio 2014
"Permesso, grazie, scusa"? Magari...
No, caro direttore, il mio problema non è la "seconda chance" dei divorziati e le "nuove sfide". Il mio problema è la Chiesa cattolica si comporta come se avesse perso quelle vecchie, di sfide.
Il problema è che dall'universo delle separazioni coniugali la Chiesa fugge, da quarant'anni.
Dopo pochi vaghi accenni allo status di "separati" ("il matrimonio non è una mentina" di papa Ratzinger), al recupero, all'accoglienza, all' ascolto, all'accompagnamento, alla "misericordia per chi si risposa" di papa Bergoglio, poi mi intristisce, intristisce molti padri separati, una subitanea fuga, dalle alte porpore fino ai cappellani di periferia, quasi fosse un tabù, fuga dalle cause che ci confinano in quest'isola del silenzio, circondata da un mare di omertà, un'isola talmente vasta e popolata che è diventata, in quarant'anni, un continente.
Preg.mo direttore, in questo limbo in cui i padri separati si trovano sospesi, privati da affetti ed effetti, e in cui sono sospesi pure, innanzitutto, i nostri figli, non c'è posto per porre mente alle ragioni teologiche dei "sacramenti ai risposati" di cui si impegnano gli editorialisti. Con tutto il rispetto per la Teologia dei luminari della Chiesa Cattolica, per noi padri separati, costretti a battagliare quotidianamente per resistere alle bombarde di chi il padre di famiglia lo vorrebbe estinto, questi discorsi teologici suonano come discussioni da salotto, come dice lo stesso papa Francesco.
Più che essere preoccupati dell'inferno per aver derogato a qualche precetto circa la comunione ai risposati, siamo contristati dell'inferno che le istituzioni, i magistrati, le psicologhette "dirigenti" delle ASL stanno facendo passare ai nostri figli in vita, ostaggi di pseudscientifiche valutazioni, dei tribunali familiaristi e dei cangianti "orientamenti" in magistratura. Tutti sedicenti strenui difensori dei minori e tutti strenui "accertatori" delle capacità genitoriali. Il concetto di "bigenitorialità" ha un sacco di eccezioni, che sono dieventate la regola (per l'88% "non funziona").
E poi sinceramente mi domando, dopo essere passati indenni attraverso le farneticazioni delle psicologhette femministe, alle false accuse di stalking, alle false accuse strumentali di pedofilia e di violenza, passando indenni nei gironi infernali delle procure, al baleltto di CTU, CTP, procedimenti giudiziari civili e penali, magari con qualche intervento del tribunale dei minorenni che ci ha "preventivamente" separati dai figli - i nuovi desaparecidos italiani - , cosa potrà essere mai, in fin dei conti, l'inferno dell'aldilà, per noi padri separati, che già viviamo l'inferno quotidiano dell'aldiqua.
Ma dov'è la Chiesa cattolica, dov'è la difesa della verità, quando i tribunali civili propogono, nei fatti, un modello di famiglia monogenitoriale? Quando si inventa l'accrocchio del genitore prevalente? Dov'è la difesa del Vero quando, sulla base di vacillanti considerazioni degne della più fantasiosa alchimia, i tribunali diventano autori delle più demoniache negromanzie in materia di cura filiale? Quando si ritiene preferibile l'adozione di un minore da parte di una coppia omosessuale (sentenza corte di Cassazione n.601) rispetto ai genitori naturali perchè "si dà per scontato ciò che invece è da dimostrare, ossia la dannosità di quel contesto familiare [omosex] per il bambino".
Ma dov'è il richiamo al popolo Cattolico, quando, sedotte dalle più femministiche visioni del diritto, le cristianissime mogli, cedendo allo spirito del tempo, si concedono beatamente ad accuse, illazioni, calunnie verso i cristianissimi mariti, trascurando che le false accuse strumentali devastano i figli quanto quelle vere? E la panacea a questa devastazione sarebbero le tre parole magiche "permesso, grazie, scusa"? Se avesse mai la disavventura di separarsi, caro direttore, provi a dirlo a una CTU o a un perito penale: "ho sempre amato mia moglie e le ho sempre detto: permesso, grazie, scusa". Purtroppo noi genitori maschi, osservati speciali della propaganda anti-paterna (link alla Bussola) che affolla il politically correct (e il defunto ministero delle pari opportunità), abbiamo imparato che dobbiamo apparire candidi come colombe, ed essere soprattutto astuti come serpenti. E, se necessario, pungere come scorpioni.
Prego astenersi dal rispolverare lettere e dichiarazioni fatte da qualche Cardinale anni fa (2012) : "La gente non perdonerà la poca considerazione verso la famiglia così come la conosciamo". Infatti dal 2012 il card. Bagnasco ha fatto silenzio. E a mia figlia di dieci anni, che reclama di avere un padre a tempo pieno e frequenta il catechismo, che sente parlare di giustizia, uguaglianza, pace e inizia a chiedersi perchè la realtà sia parecchio distante dal catechismo, cosa dico? Vai a rileggere la prolusione di Bagnasco di due anni fa, che ti può essere di aiuto spirituale? O i discorsi di papa Francesco sulla donna/madre/icona senza cui "la Chiesa rischia la sterilità"? O padre Kasper sull'indissolubilità del matrimonio?
Da allora, dalla prolusione di Bagnasco, in un anno, un matrimono su tre in Italia è fallito. Faccia il conto: 80 mila casi, oltre 110 mila figli in più orfani di padri in vita.
L'ho visto, sa, Bergoglio? Con tutti quei fidanzatini in piazza San Pietro, abbracciati, mano nella mano, alla festa del San Valentino, nel 2014, un quadretto idilliaco, tanto toccante quanto pieno, me lo conceda, di ingenuità. Molti di quei fidanzatini, ignari delle storture del sistema giudiziario Italiano, mi davano l'impressione di essere tanti agnelli al macello. Non è necessario essere profeti per prevedere che, nell'ipotesi che tutte quelle coppiette raccolte in piazza San Pietro convolino a nozze, circa il 30% sarà indotto o sceglierà o subirà la separazione. E che molte separazioni saranno condite con le più assurde accuse. Procure, indagini, perizie. Agnelli al macello.
E pensare che i macelli si potrebbero fermare anche domani, se solo da San Pietro si pronunciassero le parole "papà e mamma", come ebbe la ventura di fare mons.André Vingt-Trois, che (2012) formulò la preghiera: "Per i bambini e i giovani; che tutti aiutiamo ciascuno a scoprire il proprio cammino per progredire verso la felicità; che cessino di essere oggetto dei desideri e dei conflitti degli adulti per godere pienamente dell'amore di un padre e di una madre".
Purtroppo la Chiesa ufficiale è più politically correct e certe uscite ufficiali, specie se così esplicite, non le farà mai. Anche il 19 marzo 2013 (festa del papà), Bergoglio si è limiatato a ricordare la figura di San Giuseppe come "custode" . Tutto qui. Ai padri separati, ingiustamente e forzatamente custodi limitati, Bergoglio non ha dedicato nessun accenno.Peggio che peggio il questionario sul Sinodo.
Il problema è che, come accadrà per molte di quelle coppiette di fidanzatini innamorati a San Pietro, noi genitori siamo stati lasciati da soli nei gironi infernali allestiti dalla italica giustizia; la nostra Madre Chiesa ha deciso di mollarci nella giungla del Vietnam, gli elicotteri sono ripartiti e noi siamo rimasti giù, a farci infilzare uno dopo l’altro dai vietcong "familiaristi per il bene dei minori". Per noi, non ci lamentiamo. Preferisco mille volte essere rimasto qui, ad aspettare i vietcong, piuttosto che salire su quegli elicotteri e lasciare mia figlia nelle mani della giurisprudenza degli azzeccagarbugli e della psicologia dei servizi sociali.
Preg.mo direttore, perché mai ti scrivo tutte queste cose? Perché l'ho letto sul tuo giornale, di quella lettera di Mario Palmaro. Perché voglio capire anch'io – come ha fatto Mario Palmaro - che cosa deve ancora accadere in questa Chiesa perché i cattolici (non alle associazioni, alle conventicole, ai movimenti) si alzino, una buona volta, in piedi e ricordino alle tonache cardinalizie che la parola"padre" non è una parolaccia!
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