L'appello di Papa Francesco per i bambini: il discorso integrale
L'appello di Papa Francesco per i bambini: il discorso integrale
L'udienza generale di oggi, mercoledì 8 aprile, in piazza San Pietro è stata interamente dedicata ai bambini.
Papa Francesco davanti a oltre 25mila fedeli
ha lanciato un duro monito verso coloro i quali pensano ai più piccoli
come a degli errori, sottolineando come non si debbano far ricadere su
di loro le colpe degli adulti.
Parlando di "sistema", "diritti dell'uomo" e "violenza", Francesco ha così rivolto un appello al cuore della cristianità: la famiglia, i genitori, i figli.
Il discorso integrale.
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nelle
catechesi sulla famiglia completiamo oggi la riflessione sui bambini,
che sono il frutto più bello della benedizione che il Creatore ha dato
all’uomo e alla donna. Abbiamo già parlato del grande dono che sono i
bambini, oggi dobbiamo purtroppo parlare delle “storie di passione” che
vivono molti di loro.
Tanti
bambini fin dall’inizio sono rifiutati, abbandonati, derubati della loro
infanzia e del loro futuro. Qualcuno osa dire, quasi per giustificarsi,
che è stato un errore farli venire al mondo. Questo è vergognoso! Non
scarichiamo sui bambini le nostre colpe, per favore! I bambini non sono
mai “un errore”. La loro fame non è un errore, come non lo è la loro
povertà, la loro fragilità, il loro abbandono – tanti bambini
abbandonati per le strade; e non lo è neppure la loro ignoranza o la
loro incapacità – tanti bambini che non sanno cosa è una scuola. Semmai,
questi sono motivi per amarli di più, con maggiore generosità. Che ne
facciamo delle solenni dichiarazioni dei diritti dell’uomo e dei diritti
del bambino, se poi puniamo i bambini per gli errori degli adulti?
Coloro
che hanno il compito di governare, di educare, ma direi tutti gli
adulti, siamo responsabili dei bambini e di fare ciascuno ciò che può
per cambiare questa situazione. Mi riferisco alla “passione” dei
bambini. Ogni bambino emarginato, abbandonato, che vive per strada
mendicando e con ogni genere di espedienti, senza scuola, senza cure
mediche, è un grido che sale a Dio e che accusa il sistema che noi
adulti abbiamo costruito. E purtroppo questi bambini sono preda dei
delinquenti, che li sfruttano per indegni traffici o commerci, o
addestrandoli alla guerra e alla violenza. Ma anche nei Paesi cosiddetti
ricchi tanti bambini vivono drammi che li segnano in modo pesante, a
causa della crisi della famiglia, dei vuoti educativi e di condizioni di
vita a volte disumane. In ogni caso sono infanzie violate nel corpo e
nell’anima. Ma nessuno di questi bambini è dimenticato dal Padre che è
nei cieli! Nessuna delle loro lacrime va perduta! Come neppure va
perduta la nostra responsabilità, la responsabilità sociale delle
persone, di ognuno di noi, e dei Paesi.
Una volta Gesù
rimproverò i suoi discepoli perché allontanavano i bambini che i
genitori gli portavano, perché li benedicesse. E’ commovente la
narrazione evangelica: «Allora gli furono portati dei bambini perché
imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù però disse: “Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a
chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli”. E, dopo avere
imposto loro le mani, andò via di là» (Mt 19,13-15). Che bella questa
fiducia dei genitori, e questa risposta di Gesù! Come vorrei che questa
pagina diventasse la storia normale di tutti i bambini! E’ vero che
grazie a Dio i bambini con gravi difficoltà trovano molto spesso
genitori straordinari, pronti ad ogni sacrificio e ad ogni generosità.
Ma questi genitori non dovrebbero essere lasciati soli! Dovremmo
accompagnare la loro fatica, ma anche offrire loro momenti di gioia
condivisa e di allegria spensierata, perché non siano presi solo dalla
routine terapeutica.
Quando si
tratta dei bambini, in ogni caso, non si dovrebbero sentire quelle
formule da difesa legale d’ufficio, tipo: “dopo tutto, noi non siamo un
ente di beneficenza”; oppure: “nel proprio privato, ognuno è libero di
fare ciò che vuole”; o anche: “ci spiace, non possiamo farci nulla”.
Queste parole non servono quando si tratta dei bambini.
Troppo
spesso sui bambini ricadono gli effetti di vite logorate da un lavoro
precario e malpagato, da orari insostenibili, da trasporti inefficienti…
Ma i bambini pagano anche il prezzo di unioni immature e di separazioni
irresponsabili: essi sono le prime vittime; subiscono gli esiti della
cultura dei diritti soggettivi esasperati, e ne diventano poi i figli
più precoci. Spesso assorbono violenza che non sono in grado di
“smaltire”, e sotto gli occhi dei grandi sono costretti ad assuefarsi al
degrado.
Anche in questa nostra
epoca, come in passato, la Chiesa mette la sua maternità al servizio dei
bambini e delle loro famiglie. Ai genitori e ai figli di questo nostro
mondo porta la benedizione di Dio, la tenerezza materna, il rimprovero
fermo e la condanna decisa. Con i bambini non si scherza!
Pensate
che cosa sarebbe una società che decidesse, una volta per tutte, di
stabilire questo principio: “E’ vero che non siamo perfetti e che
facciamo molti errori. Ma quando si tratta dei bambini che vengono al
mondo, nessun sacrificio degli adulti sarà giudicato troppo costoso o
troppo grande, pur di evitare che un bambino pensi di essere uno
sbaglio, di non valere niente e di essere abbandonato alle ferite della
vita e alla prepotenza degli uomini”. Come sarebbe bella una società
così! Io dico che a questa società, molto sarebbe perdonato, dei suoi
innumerevoli errori. Molto, davvero.
Il
Signore giudica la nostra vita ascoltando quello che gli riferiscono
gli angeli dei bambini, angeli che “vedono sempre il volto del Padre che
è nei cieli” (cfr Mt 18,10). Domandiamoci sempre: che cosa
racconteranno a Dio, di noi, questi angeli dei bambini?
FOnte: http://www.intelligonews.it/articoli/9-aprile-2015/25211/l-appello-di-papa-francesco-per-i-bambini-il-discorso-integrale
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