Femen e nazisti ucraini uniti nella lotta
Matteo Luca Andriola – 16 maggio 2014
Quelle che vedete sulla foto sono le
cosiddette “Femen”, un “movimento di protesta” ucraino fondato a Kiev
nel 2008, noto all’opinione pubblica internazionale per il fatto di
manifestare seminude contro il sessismo e il “maschilismo”. E’ risaputo e
documentato che le Femen sono finanziate da George Soros,
multimiliardario a capo del suo Open Society Institute.Al fianco delle
Femen esistono altri fenomeni mediatici spacciati per “progressisti”,
come il gruppo femminile punk russo delle “Pussy Riot”, arrivate
addirittura ad infilarsi dei polli nella vagina in un supermarket
moscovita, la cui leader, Nadia, è ascesa al top dell’ “underground”
moscovita dopo una performance sessuale dal vivo – stiamo parlando di
sesso di gruppo a scopo dimostrativo — al Museo biologico di Timiryazev,
a diciotto anni, dato che l’uso del sesso e delle sue varianti sembra
caratterizzare con successo certi movimenti di protesta nell’ est
europeo, i quali sostengono di battersi contro «il turismo sessuale, il
sessismo e altre discriminazioni di genere», ma in effetti, con i loro
comportamenti provocatori, non fanno altro che alimentare il luogo
comune della particolare licenziosità e dissolutezza delle donne dei
paesi est europei.
Queste manifestazioni sono in linea con
quelle del collettivo Femen, alcune esponenti del quale ritratte nella
foto “all’opera” durante il colpo di stato liberista-nazifascista in
Ucraina, mentre urinano sul volto di un Presidente legittimamente eletto
solo un anno prima. Nella foto che pubblichiamo di seguito sono invece
immortalate alcune delle loro principali esponenti, attiviste
dell’ultradestra ucraina, insieme a Bogdan Titskij, capo del Comitato
Nero, organizzazione di estrema destra ucraina i cui membri furono
condannati per l’incendio doloso di un ostello per studenti africani e
per aver attaccato un centro della comunità ebraica. Lo stesso movimento
che dall’aprile del 2010 stava considerando l’idea di diventare un
partito politico per partecipare attivamente alle elezioni parlamentari,
sventolando nelle giornate di Euromaidan la bandiera di Optor, gruppo
legato al già citato Soros:
Questi fenomeni mediatici vengono
utilizzati contro i governi non allineati agli interessi USA e nel
nostro paese sono molto popolari anche e soprattutto nella cosiddetta
“sinistra radical”, “neofemminista” (nulla a che vedere con le storiche
battaglie delle donne socialiste e comuniste contro ogni forma di
sfruttamento, per l’eguaglianza, la libertà e i diritti di tutte e di
tutti, ), cosiddetta “libertaria”, “dirittoumanista”, salottiera e
presenzialista, e anche in alcuni ambienti della cosiddetta “sinistra
antagonista”.Come già detto, dietro a questi fenomeni c’è il
multimiliardario George Soros, cioè la 22esima persona più ricca del
mondo con un patrimonio stimato in 20 miliardi di dollari, per lo meno
secondo la rivista americana di economia e finanza, Forbes.Soros ha
contribuito alla destabilizzazione dell’URSS, finanziando Solidarnosc in
Polonia, spina nel fianco dell’impero sovietico, e sostenuto
attivamente il movimento dissidente Charta 77 in Cecoslovacchia. E’
stato uno dei 1400 membri del Council of Foreign Affairs, un circolo
speciale nato all’indomani della Prima guerra mondiale, che raccoglie
eminenti personalità della società economica e culturale dell’occidente
(banchieri, rettori universitari, direttori di giornali, direttori delle
fondazioni Ford, Rockefeller e, fra gli altri, i presidenti americani
Hoover, Eisenhower, Johnson e Nixon e i segretari di stato americani
Edward Reilly Stettinius, Dean Acheson, John Foster Dulles, Christian
Archibald Herter e Dean Rusk).Soros è sostenitore e finanziatore delle
varie Rivoluzioni Colorate (come sostiene candidamente Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/George_Soros),
che hanno sconvolto l’equilibrio post-sovietico permettendo l’ingresso
del grande capitalismo occidentale in Europa Orientale, nonché fautore
della destabilizzazione e della disgregazione dell’ex Jugoslavia.1
Emblematico il caso della Rivoluzione delle rose in Georgia. In Italia è noto alle cronache anche perché in lizza tra i possibili acquirenti dell’A.S. Roma, ma pochi sanno che egli è acquirente di ben due miliardi di buoni del tesoro europei, soprattutto italiani.2
Uomo liberal – nell’accezione “statunitense” del termine, cioè liberaldemocratico e “progressista” – Soros è la punta di diamante di quella penetrazione USA che evita l’uso dell’intervento militare (i casi Iraq e Afghanistan insegnano, in quanto controproducenti per l’economia statunitense: costa meno destabilizzare un paese piuttosto che bombardarlo e occuparlo) utilizzando il dispiegamento del sistema dell’aiuto umanitario, che si presenta cooperativo per definizione e apportatore di valori “progressisti e di sinistra”: diritti umani, società civile, parità di genere, democraticizzazione, ecc.Di quale “sinistra” è sostenitore Soros? Della sinistra liberale di derivazione popperiana, dato che era allievo del filosofo Karl Popper alla London School of Economics.
Emblematico il caso della Rivoluzione delle rose in Georgia. In Italia è noto alle cronache anche perché in lizza tra i possibili acquirenti dell’A.S. Roma, ma pochi sanno che egli è acquirente di ben due miliardi di buoni del tesoro europei, soprattutto italiani.2
Uomo liberal – nell’accezione “statunitense” del termine, cioè liberaldemocratico e “progressista” – Soros è la punta di diamante di quella penetrazione USA che evita l’uso dell’intervento militare (i casi Iraq e Afghanistan insegnano, in quanto controproducenti per l’economia statunitense: costa meno destabilizzare un paese piuttosto che bombardarlo e occuparlo) utilizzando il dispiegamento del sistema dell’aiuto umanitario, che si presenta cooperativo per definizione e apportatore di valori “progressisti e di sinistra”: diritti umani, società civile, parità di genere, democraticizzazione, ecc.Di quale “sinistra” è sostenitore Soros? Della sinistra liberale di derivazione popperiana, dato che era allievo del filosofo Karl Popper alla London School of Economics.
Soros ha lasciato il segno soprattutto
come speculatore finanziario, dato che nel Mercoledì Nero del 16
settembre 1992 vendette allo scoperto ben 10 miliardi di sterline,
quando il padre dell’euro, l’ecu, poneva le basi per l’odierno sistema
monetario attraverso il Sistema Monetario Europeo. In poche parole,
Soros ha contribuito a spingere fuori dell’eurozona la Gran Bretagna,
speculando anche sulla nostra lira, per inciso, in quello stesso mese di
settembre. La qual cosa fece sperimentare all’Italia la “medicina”
lacrime e sangue del “Dott. Sottile”, cioè l’esponente socialista
Giuliano Amato, braccio destro di Bettino Craxi e futuro ulivista.Ma le
nostre Femen – lautamente pagate da Soros – sono indifese, dato che solo
il maschio, nella loro logica, è portatore di violenza! Quindi, sempre
seguendo la stessa logica, dovrebbero essere del tutto estranee ai gravi
episodi di violenza che si stanno verificando in Ucraina. Tutt’altro!
Le nostre “femministe” «sono delle note transfughe, passate dai
movimenti giovanili comunisti a quelli ultranazionalisti, ma anche una
nuova forma di “tecnologia politica: una manipolazione politica estrema.
Gli strumenti sono familiari: narrazione, disinformazione, e
interpolazione …”, marketing ed organizzazione dei media sarebbe il
termine oggi appropriato. Tra costoro troviamo Oksana Chashko
(co-fondatrice delle FEMEN), Anna Hutsol (co-fondatrice delle FEMEN) e
Viktor Svjatskij (l’uomo presentato come uno dei burattinai all’ombra
del movimento FEMEN)».3
Nel 2006, dopo il crollo elettorale del PC ucraino, Anna Hutsol e Viktor Svjatskij, dopo aver animato nel 2005 movimenti come il Centro per le prospettive della gioventù (un sindacato) e Nuova Etica, che diverranno poi il collettivo Femen, si avvicinarono al partito social-patriottico Grande Ucraina, con posizioni tutt’altro che progressiste, cosa che dovrebbe far riflettere i sostenitori “arcobaleno” di casa nostra:Quando le FEMEN furono avviate a Kiev, nella primavera 2008, Andrej Kolomets (“Andrew Kolomyjec”), uno dei quadri di Grande Ucraina (movimento rosso-bruno da cui provengono le FEMEN) entrò subito nel consiglio d’amministrazione. Sarà uno dei più “costanti sostegni finanziari” delle attiviste. “Al fine di garantirne l’indipendenza”, disse molto seriamente … aggiungendo che il movimento “non era mai scaduto nel razzismo”. Vedasi Mickael Orlyuk un altro quadro del partito, e anche partecipe delle proteste delle FEMEN. “Un certo numero di tesi della Grande Ucraina viene ripreso dalle FEMEN. Immigrazione: l’esenzione dei visti per i cittadini europei che visitano l’Ucraina è un disastro, dovrebbero chiudere le frontiere. La Grande Ucraina denuncia le “centinaia di migliaia di immigrati clandestini (che) ci minacciano”. Le FEMEN si ponevano al suo fianco, con l’aiuto dell’influenza aviaria “all’ingresso di stranieri nel nostro Paese.” “Xenofobia? Forse”, rispose Anna Hutsol. Sull’esempio della Grande Ucraina, le FEMEN sostengono la pena di morte per i ‘sadici’.” Infine, ci sono i turchi contro cui Igor Berkut (leader di Grande Ucraina) ritiene che la guerra sia inevitabile. Le FEMEN, da parte loro, li hanno avuti a lungo come primi nemici, in nome della lotta al turismo sessuale.4
A questi contatti, che la portano all’abbraccio con i carnefici di Odessa, la nostra Anna Hutsol aggiunge successivi contatti economici con gli ambienti economici di Washington, cioè l’Open World Leadership Institute, organismo che «permette ai leader russi di sperimentare la democrazia e la libera impresa in azione nelle comunità degli Stati Uniti in una visita di 10 giorni. I partecipanti al World Open studiano ruoli e relazioni tra i tre diversi livelli e rami del governo degli Stati Uniti. Esaminano anche in che modo il settore privato e no-profit negli Stati Uniti contribuiscano a soddisfare le esigenze sociali e civiche».5
Il think tank è presieduto da James Hadley Billington, un accademico e bibliotecario statunitense ed ex membro del consiglio del comitato di redazione della rivista Foreign Affairs, di David Rockfellers, uomo notoriamente di “sinistra”.6
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Nel 2006, dopo il crollo elettorale del PC ucraino, Anna Hutsol e Viktor Svjatskij, dopo aver animato nel 2005 movimenti come il Centro per le prospettive della gioventù (un sindacato) e Nuova Etica, che diverranno poi il collettivo Femen, si avvicinarono al partito social-patriottico Grande Ucraina, con posizioni tutt’altro che progressiste, cosa che dovrebbe far riflettere i sostenitori “arcobaleno” di casa nostra:Quando le FEMEN furono avviate a Kiev, nella primavera 2008, Andrej Kolomets (“Andrew Kolomyjec”), uno dei quadri di Grande Ucraina (movimento rosso-bruno da cui provengono le FEMEN) entrò subito nel consiglio d’amministrazione. Sarà uno dei più “costanti sostegni finanziari” delle attiviste. “Al fine di garantirne l’indipendenza”, disse molto seriamente … aggiungendo che il movimento “non era mai scaduto nel razzismo”. Vedasi Mickael Orlyuk un altro quadro del partito, e anche partecipe delle proteste delle FEMEN. “Un certo numero di tesi della Grande Ucraina viene ripreso dalle FEMEN. Immigrazione: l’esenzione dei visti per i cittadini europei che visitano l’Ucraina è un disastro, dovrebbero chiudere le frontiere. La Grande Ucraina denuncia le “centinaia di migliaia di immigrati clandestini (che) ci minacciano”. Le FEMEN si ponevano al suo fianco, con l’aiuto dell’influenza aviaria “all’ingresso di stranieri nel nostro Paese.” “Xenofobia? Forse”, rispose Anna Hutsol. Sull’esempio della Grande Ucraina, le FEMEN sostengono la pena di morte per i ‘sadici’.” Infine, ci sono i turchi contro cui Igor Berkut (leader di Grande Ucraina) ritiene che la guerra sia inevitabile. Le FEMEN, da parte loro, li hanno avuti a lungo come primi nemici, in nome della lotta al turismo sessuale.4
A questi contatti, che la portano all’abbraccio con i carnefici di Odessa, la nostra Anna Hutsol aggiunge successivi contatti economici con gli ambienti economici di Washington, cioè l’Open World Leadership Institute, organismo che «permette ai leader russi di sperimentare la democrazia e la libera impresa in azione nelle comunità degli Stati Uniti in una visita di 10 giorni. I partecipanti al World Open studiano ruoli e relazioni tra i tre diversi livelli e rami del governo degli Stati Uniti. Esaminano anche in che modo il settore privato e no-profit negli Stati Uniti contribuiscano a soddisfare le esigenze sociali e civiche».5
Il think tank è presieduto da James Hadley Billington, un accademico e bibliotecario statunitense ed ex membro del consiglio del comitato di redazione della rivista Foreign Affairs, di David Rockfellers, uomo notoriamente di “sinistra”.6
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1 R. Göbel, Il ruolo della Germania nella distruzione della Jugoslavia, in Marxistische Blätter – Fogli marxisti, marzo 1995.
2 «George Soros ha fatto incetta di bond italiani comprandoli da Mf Global, la società di brokeraggio finita di recente in bancarotta. Due miliardi in buoni del Tesoro europei, soprattutto italiani, sono finiti nelle mani del finanziere americano dopo che quest’ultimo li ha comprati sulla piazza londinese da Kpmg Llp, l’amministratore che gestisce la bancarotta di Mf Global. E’ quanto rivela il Wall Street Journal, secondo cui l’ottantunenne uomo d’affari, col suo team d’investimento del Soros Fund Menagement, ha comprato 2 miliardi di dollari in bond (sui 6,3 mld in mano alla società prima del fallimento) a un prezzo inferiore ai valori di mercato in una transazione che ha coinvolto anche Jp Morgan, ammontare ragguardevole, se si pensa che il Soros Fund Management gestisce, a quel che si sa, 5,8 miliardi di dollari». M. Zola, ECONOMIA: George Soros, filantropo e speculatore, compra bond italiani, in East journal, 25 dicembre 2011.
3 http://aurorasito.wordpress.com/2014/01/24/la-femen-legate-allestrema-destra-ucraina-e-ai-think-tank-degli-usa/
4 Ibidem.
5 Cfr. http://www.openworld.gov/sites/default/files/openworld_2008_Annual_Report_0.pdf, report a p. 7, dove compare il nome di Anna Hutsol.
6 Ibidem, p. 10.
2 «George Soros ha fatto incetta di bond italiani comprandoli da Mf Global, la società di brokeraggio finita di recente in bancarotta. Due miliardi in buoni del Tesoro europei, soprattutto italiani, sono finiti nelle mani del finanziere americano dopo che quest’ultimo li ha comprati sulla piazza londinese da Kpmg Llp, l’amministratore che gestisce la bancarotta di Mf Global. E’ quanto rivela il Wall Street Journal, secondo cui l’ottantunenne uomo d’affari, col suo team d’investimento del Soros Fund Menagement, ha comprato 2 miliardi di dollari in bond (sui 6,3 mld in mano alla società prima del fallimento) a un prezzo inferiore ai valori di mercato in una transazione che ha coinvolto anche Jp Morgan, ammontare ragguardevole, se si pensa che il Soros Fund Management gestisce, a quel che si sa, 5,8 miliardi di dollari». M. Zola, ECONOMIA: George Soros, filantropo e speculatore, compra bond italiani, in East journal, 25 dicembre 2011.
3 http://aurorasito.wordpress.com/2014/01/24/la-femen-legate-allestrema-destra-ucraina-e-ai-think-tank-degli-usa/
4 Ibidem.
5 Cfr. http://www.openworld.gov/sites/default/files/openworld_2008_Annual_Report_0.pdf, report a p. 7, dove compare il nome di Anna Hutsol.
6 Ibidem, p. 10.
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