martedì 5 febbraio 2019

Pas, la sindrome che ha portato oltre 200 suicidi di papà separati




Cosa è la Pas. È una vera patologia, ma non se ne tiene di conto. Viene chiamata così la sindrome di alienazione parentale, una vera patologia, ancora molto lontana dall’essere ricompresa e riconosciuta tra le malattie ufficiali, seppur comporta conseguenze anche invalidanti. Eppure i dati parlano chiaro, e come sempre dimostrano l’esistenza di un vero problema, ma nessuno ne parla a sufficienza. Sono oltre 200 i suicidi all’anno commessi da papà separati. Addolorati, esasperati, soli ed abbandonati anche dal mondo della giustizia.

Si parla tanto di tutele delle donne, di femminicidio dipingendo come “mostro” l’uomo che sopraffà, sia fisicamente che psicologicamente, la compagna di vita, ma si dimentica che neppure l’uomo è immune da violenza, che può provenire anche da parte femminile, ovviamente di diversa natura. Ciò che dimostrano i dati é un fatto sostanziale: solo nel 2016 sono stati 110 gli omicidi di donne ad opera del marito, convivente o dell’ex, ma è anche vero che altrettanti sono stati i suicidi dei padri allontanati dai loro figli per mano delle ex mogli. Ed è un crimine di cui poco o mai si parla. Non interessa, forse, come può stare interiormente un genitore a cui si proibisce ( con mille mezzi e modalità illecite, subliminali, o non consone ad un genitore) di poter vedere e vivere il proprio rapporto con i figli, seppur separato. È ciò che si ripete quotidianamente, quello dell’alienazione del papà agli occhi dei bambini: la madre, alla quale i minori vengono quasi sempre affidati, per desiderio di vendetta o rivincita personale- affettiva inizia un’opera costante di denigrazione e di demolizione della figura paterna, fino a determinare un vero e proprio odio e rifiuto del bambino di vedere il genitore. E chi di noi vorrebbe frequentare simili figure così mal rappresentate? Nessuno. Sono atteggiamenti molto vergognosi e delittuosi questi commessi verso il padre dei propri figli, quando ovviamente non sussistono motivi seri al riguardo per i quali si rende obbligatoria la tutela, ed a causa di ciò qualcuna ha perso pure l’affidamento perché ritenuta affidataria nociva. Ma è raro. Molto raro che accada. I più sono casi che restano isolati e non compresi, perché se c’è comprensione c’è solo per la parte femminile, e così viene a mancare la possibilità di un rapporto comunque felice e vivo, ed i padri cadono in grave depressione.

Un padre che si sfoga non viene mai ascoltato, anzi, viene detto loro, spesso, di non intervenire per il tentativo di ribaltare la situazione,o di forzare la mano nel pretendere i diritti di frequentazione, perché danneggerebbe ulteriormente proprio gli stessi figli. E spesso sono proprio loro, infatti, a chiedere di non farsi più vivi, cercando anch’essi angoli di pace.

Sono bambini sofferenti, vivono tra due fuochi, in cui uno spara addosso all’altro, senza soluzione di continuità. Ed allora ecco che un padre, per il bene loro, per non metterli in difficoltà, si accontenta di vederli di nascosto magari uscire da scuola, telefonargli anche se dall’altro capo del filo immaginario essi premono il tasto off, regalargli qualcosa che possa ricordare la sua presenza, oppure si vedono costretti a cedere a esborsi di denaro, ricatto all’ordine del giorno, e molto altro. Molto altro ancora.

Frustrante e doloroso, tutto questo. Ed alienante al punto di non farcela più. Ho conosciuto qualcuno di questi padri, dove nel loro cuore c’è solo amore e voglia di condividerlo con i figli che hanno generato. Se non c’è più possibilità di unione famigliare, tanto da perdere altre strade proprio nel rispetto di una serenità per tutti, perché far diventare i figli arma ricattuale o sfogo dei nostri sentimenti più accidiosi ? Non si pensa di far male prima di tutto a loro? Di creare adulti di domani con mille problematiche avendoli privati ingiustamente di affetti importanti e diritti inalienabili ? Perché è un diritto quello di avere madre e padre. L’associazione «Nessuno tocchi papà» con l’avvocato Walter Buscema, ha realizzato di recente un dibattito che ha posto in luce proprio questa grave situazione, di 200 papà che ogni anno si suicidano perché allontanati dai figli. Sono mille i suicidi in tutta Europa. Il suicidio di un papà è la risposta a una violenza subita dalla donna? No, assolutamente no. Qui non c’è una gara a punti, c’è in ballo molto più. Ma bisogna sollevare il velo, tutti quanti, e iniziare a parlarne. Perché si parla tanto di femminicidio e non di patricidio? Perché non è forse violenza questa? Quello dei suicidi dei padri separati è un dramma molto sottovalutato, anche dai media. I giudici europei hanno più volte bacchettato l’Italia perché non garantisce il rispetto dei diritti di visita dei minori ai padri separati. Il problema principale in Italia, è proprio la mancanza di norme che tutelino i diritti di visita, di educazione e di un normale rapporto dei genitori separati con i figli minori. L’unico rimedio concreto che rimane da attuare è quello di una denuncia per inottemperanza di ordine del giudice (art. 388 c.p.), ma nella realtà, queste denunce quasi mai portano ad una soluzione concreta, e davvero rischiano di peggiorare ulteriormente la situazione ed i rapporti. “Qualcuno la chiama Pas, dall’acronimo di “sindrome di alienazione parentale”, che di fatto già rappresenta una patologia clinicamente accertabile, con effettiva misurazione di effetti collaterali ed immunitari di chi subisce questa situazione, tanto da poter produrre i risultati in sede opportuna” afferma la D.ssa Sabrina Ulivi, del centro Clinico di Pistoia, psicoterapeuta ed esperta in Psiconeuroimmunomodulazione,.

In sede legale i danni misurati hanno un peso ed il mondo della giustizia dovrebbe occuparsi anche di questo, non solo delle vittime di violenza per mano maschile, ma anche di quello maschile, parentale, per mano femminile. Perché non è assolutamente vero che da una parte c’è chi non sbaglia mai, e dall’altra c’è chi sbaglia sempre. Entrambi i coniugi possono commettere errori, talvolta davvero gravi come questo. Perché privare i figli della vicinanza e l’affetto dei genitori è cosa gravissima, un reato vero e proprio, prima di ogni altra cosa, verso i propri figli.


Fonte: http://www.affaritaliani.it/cronache/pas-alienazione-parentale-551413.html?fbclid=IwAR2SFqmgo8WvJVqss1HQk9yG6J96Fl8TWNO9VNtjMkFD_Q638FO6aP3ZEDw

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