mercoledì 6 marzo 2013

Tre saluti al Padre

Giovedì 28 febbraio il mondo Cristiano cattolico ha salutato e ringraziato il Pontefice,ora emerito, Benedetto XVI.
La rete ci ha fatto vedere la partecipazione e gli occhi lucidi dei fedeli, raccolti, mostrando le reazioni proprie di chi lascia o è costretto a lasciare per sempre un amico fidato, una guida, un riferimento.
Le porte che si chiudono, il nastro, la ceralacca, l'ultimo saluto, il volo in elicottero.


Giovedì 28 febbraio, il nostro piccolo ufficetto urbano ha salutato N., che a sua volta ha accompagnava suo papà per l'ultima volta, in quel viaggio che attende tutti, prima o poi,  Papa compreso.
La realtà, non i media,  ci ha fatto vedere i suoi occhi lucidi, che sono diventati anche i nostri, ovvero le reazioni di chi lascia per sempre un amico fidato, anzi un padre, una guida, un riferimento.
Il feretro che avanza, N. che sorregge la povera mamma, le porte della Chiesa che si chiudono, l'ultimo saluto, la folla dei parenti.

Era un giovedi' di sei anni fa e ho visto mia figlia piangere, quando ho lasciato, ligio alle sentenze, la mia casa e la mia ex-moglie, che aveva deciso a mia insaputa di presentare istanza di separazione giuridica. Ricordo i suoi occhi smarriti, di bimba di tre anni, che non capiva, non capiva che papà lo avrebbe visto una, forse due volte a settimana e che lunga sarebbe stato il calvario che la attendeva, prima di rivedere e riabbracciare suo papà. Reazioni tipiche di chi pensa di perdere un amico fidato, anzi un padre, una guida, un riferimento. Le chiavi che tintinnano, la porta che si chiude, l'ascensore che divora i  ricordi.

Quando vedi certe cose, ti domandi quali siano le ragioni razionali per cui si vuole bene a una persona, anche distante, e come mai si possa piangere per una mancanza, di come si possa piangere per una assenza. L'assenza degli affetti, l'assenza di una guida. Senti che ti manca una presenza.

A volte manca soprattutto il coraggio di sperare.
A volte invece quel coraggio è la presa d'atto lucida di una realtà, che viene superata.
Ho visto la nostra N. mentre seguiva per l'ultima volta il suo papà, abbracciarci a uno a uno. Noi che comunque siamo esseri lontani, siamo colleghi. Mica familiari. E poi ricordo che lucidamente mi ha detto quelle parole che mi sono rimaste dentro, a rimbombare. "Grazie! Ma ora devo andare da papà" e ha seguito passo passo l'auto che avanzava dietro a quello che è e rimane SUO Padre.

In quelle poche parole trovi ciò che supera ogni commento razionale e logico. Però ti accorgi della nostra umana, atavica, irrazionale, genetica necessità di avere un Padre. Un padre per cui si prega, si piange, si spera. E si spera fino all'ultimo. Si spera che ritorni, che ci parli, che ci guidi. E se non è possibile, si spera anche oltre la morte.








martedì 5 marzo 2013

L'agenda Pontificia: riforma dei Comandamenti





Reduci dall'esperienza elettorale, dove più schieramenti partitici e movimenti presentavano un loro programma o una loro agenda, non si può negare anche al mondo cattolico una proposta di agenda, un percorso programmatico che possa illuminare, da twitter, da internet, dalla "rete",   il prossimo Pontificato.
In modo ilare, però, senza pretese. La prima ragione è che non sarei in grado di individuare le priorità, tra le tante, per il nuovo Pontefice. La seconda deriva dal fatto che già ci pensano i media a irrorare di sillogismi il mondo della comunicazione, spacciando per verità assolute, le panzane più sfacciate e a proporre innumerevoli agende virtuali.




La centralità della famiglia.

Sicuramente una delle priorità elettorali per tutto il mondo politico è stata la famiglia. Ancor prima del lavoro, dell'economia, della scuola, dei costi della politica, della partitocrazia, degli esodati, dello spread, abbiamo visto i paladini della famiglia affilare le armi in sua difesa. Si scopre in particolare  Avvenire (22 febbraio 2013) con un bel titolone pre-elettorale "Riforme e più famiglia", che snocciolava le posizioni di Alfano/Bersani/Monti. Alfano che si dichiarava pronto a "impedire che venga calpestato addirittura il diritto naturale dei bambini ad avere un padre e una madre. Gli italiani sanno che ci opporremo con tutte le nostre forze a una violenza inaccettabile", Bersani " Il nostro Paese ha sempre sfruttato la famiglia come ammortizzatore sociale, ma è arrivato il momento di fare vere politiche in tema di lavoro, fisco, casa e servizi, che riconoscano e sostengano le famiglie nelle diverse fasi della vita dei loro componenti.", Monti " Io credo nella centralità della famiglia nella società e credo nella necessità di sostenere la natalità, anche perché un Paese che invecchia è un Paese che declina in tutti i sensi. Dobbiamo lavorare su molti aspetti. Il primo, favorire l’occupazione femminile che è uno degli indicatori fondamentali per la ripresa economica" .
Poi ha vinto anche Grillo, e allora addio sondaggio.

Considerato che, da allora fino all'insedimento del nuovo Pontefice, sarà passato forse un mese, in Italia (visto il tasso di separazioni che ha raggiunto quasi 90mila casi annui) dalla data delle promesse elettorali si saranno celebrate circa 7mila separazioni e si saranno creati, considerando una causa per ogni separazione,  circa 35000 posti di lavoro, così distribuiti. Circa 7000 avvocati dalla parte dei mariti, 7000 dalla parte delle mogli. Considerato che la prassi dei tribunali è di affidare la "valutazione delle capacità genitoriali" ai vaticini delle CTU (psicologhe che fanno a tempo perso i consulenti tecnici d'ufficio, talmente ferrati nella materia che non hanno ancora definito unanimemente cosa intendono per "trauma") avremo, in più, 7000 consulenze d'ufficio, 14000 consulenze di parte (7000 consulenze di parte marito e 7000 di parte moglie). A questi si aggiungono 7000 nuovi appartamenti, per ospitare i padri-clochard, che, per non essere additati "bamboccioni" dai nostri esperti di diritto di famiglia e non perdere la prole (il non avere più una casa è motivo di esclusione dall'affido condiviso),  dovranno trovarsi una nuova abitazione.  Lo faranno con i soldi dei genitori, visto che l'assegno di mantenimento della "moglie addolorata" tira via il 30% dello stipendio.
Bamboccioni fino al midollo.

E' davvero una benedizione, in tempi di ristrettezza economica, tutto questo lavoro, tutto questo affannarsi in vaticini, nel $upremo intere$$e del minore, nel $upremo intere$$e nell'a$$i$tenza ai padri $eparati.

Pertanto il nuovo Pontefice non potrà non rilevare l'importanza di mercato del matrimonio, vero "motore immobile" iniziale per la successiva separazione. Separazione che crea posti di lavoro, sviluppa profe$$ionalità, sviluppa intre$$i e a$$i$stenza verso la famiglia. Genera il supremo bene (minuscolo)




La  problematica di mercato


E' pur vero che questo  mondano e laico affanno nel "disgiungere ciò che Dio ha unito", mal si presta ad assicurare una società stabile, la centralità della famiglia, a evitare che sia "calpestato il diritto dei minori a vivere con un padre e una madre", oltre ad essere in contrasto con le Sacre Scritture.
E' pur vero che, essendo il tasso di separazione giunto al 30%, circa un matrimonio su tre "scoppia".
E' pur vero che il 30% dei giovinetti cristiani, ridotti a  "pacco" postale dalle ineffabili prassi dei tribunali Italiani (così reticenti a pronunciare il termine BIGENITORIALITA'),  vivranno scompensi affettivi,  1 giorno con papà e 6 giorni da mamma (nelle migliori condizioni), avanti e indietro in auto per le vie della città, con detrimento per le condizioni di traffico, viabilità, inquinamento e CO2.
E' pur vero che le pratiche delle italiche psicologhette che affollano i nostri tribunali sconfinano in "divinazione e magia", le quali, benchè pratiche condannate anche dal Magistero della Chiesa, sembrano davvero le uniche discipline ad assurgere a metro della valuazione del Cristiano gregge (c'è da risolvere qualche problema ancora alla base del sistema psicologico, come la definizione delle parole (click), ma ce la stanno mettendo tutta, parola-di-psicologo).
E' pur vero che si sono verificati fatti ignomignosi nella nostra italica penisola, creati dagli operatori della psiche (come quel brutto pasticciaccio che ha coinvolto due minori di Basiglio, link), e dal loro prurito nell'andare a interpretare i disegni dei minori come fatto comprovato di una realtà che esiste solo nel cervello dell'operatore. 
E' pur vero che l'umana prassi giuridica nel discriminare i generi sessuali nell'affidamento della prole si fonda talvolta su una discriminazione di genere, che tuttavia si dimostra essere una pratica giustificata da inequivocabili dati di fatto (maschio=lazzarone),  che alcuni impropriamente si ostuinano a smentire  (cliccare balla) come anche fanno alcune associazioni di esperti e avvocati che farebbero di tutto per rendere più ragionevoli le separazioni coniugali  (esperti eretici clik)
E' pur vero che taluni psicologi meno progressisti e più reazionari si ostinano a parlare del ruolo della figura paterna nella crescita dei minori (psicologo reazionario click), psicologi che rimangono comunque una esigua minoranza, a cui si sono alleati pediatri eretici (click su pediatri eretici click ).


Tuttavia se l'attuale prassi è in favore di  una "Italia più giusta", se tutto ciò va visto nell'indefinita difesa dell'intere$$e del minore, se anche le "case famiglia" devono pur vivere e fatturare per autosostenersi in un ambiente ostile (click qui), allora il nuovo Pontefice dovrà pur rendersi conto che i tempi moderni hanno fatto, del diritto del minore ad avere una famiglia, non solo oggetto di negozio, ma oggetto di vero mercato. Un mercimonio mercato florido, fiorente, giusto, con le sue proprie leggi (disattese, come la legge 54/2006 sul condiviso), prassi consolidate, costumanze; consolidato dalla giurisprudenza delle sentenze, vivificato dai vaticini degli esperti della psiche, vero idolo per i genitori che vogliono disfarsi, in tempi brevi, del/la consorte, senza aspettare la sua fine biologica. E ciò da trent'anni e più. Altro che principio non-negoziabile!

Inutile andare contro la modernità del consenso . L'essere umano è un accidente immerso nel grande pianeta Terra, soggetto a dinamiche che non è in gradio di controllare. E' un accidente nel tessuto del consenso sociale.
Inutile andare contro il mercato, che ha proprie regole e notoriamente si auto-regola.
La stessa idea, laica e promettente, che fonda l'umanità su "... nozze e tribunali ed are..." è già belle che passata.
Il primato è del consenso della maggioranza, non della Verità (I. Comandamento). (Schooyans pensa che ogni tanto bisognerebbe tornare a dare un’occhiata allo Stato nazista e domandarsi se l’Olocausto non fu compiuto nel pieno rispetto delle leggi dello Stato e del consenso della maggioranza, qui. Ma non era ben informato)
Non esistono principi non negoziabili (II Comandamento). Essendo morta e sepolta la verità, in senso filosofico, il termine consenso, ben lungi dall'essere l'adesione ad una verità universale, ha dovuto cercarsi un altro corpo; ed è così che si è reincarnato in quello di “accordo pragmatico”: la verità non esiste, ma su qualcosa bisogna pure convenire per andare in una qualche direzione.

D'altro canto, anche volendo criticare il sistema delle separazioni, si correrebbero grandi rischi, ci vorrebbe un coraggio da leoni, e "il coraggio uno non se lo può dare" (III Comandamento: rispettare il politically correct).


Don Abbondio. Il coraggio uno non se lo può dare

La riforma dei comandamenti 
(ovvero: "oltre le Barriere").

Nel contesto anzidetto, è ovvio che non si possa frenare la modernità, non si possa interrompere la catena che travolge affetti ed effetti di genitori e figli. Tutto ciò per il Bene della Società, difeso dal Diritto, e non  dell'individuo.

I figli sono "beni" come altri, soggetti alle quotazioni di mercato; l'indifferenza sessuale è ormai  un fatto acquisito (3) per cui la questione dei conflitti  "padre e madre" nelle separazioni diventerà vetusta. Si può essere pro o contro il matrimonio omo/etero, pro/contro la famiglia mono/etero/omo, ma «La Barriera è l'Ordine immutabile della natura. Solo se [l'uomo] la penetra, la sfonda, la squarta, e comunque la fa arretrare, può liberarsi un poco alla volta dal suo peso e ottenere ciò che egli vuole» (4)

Niente vieta (3), in nome dell’affetto reciproco, che un giorno ci si possa sposare in tre o quattro o più, considerando non solo la tradizione poligamica di tanti popoli, ma anche le tecniche di fecondazione assistita, che già hanno permesso ad alcuni giudici di stabilire che un bambino può far riferimento legittimamente a tre genitori.

L'agenda pontificia dovrà pertanto tenere conto della improrogabile necessità di due importanti inovazioni, cosa che non fa dai tempi di Mosè (ed è tutto detto).

Innanzitutto si riformi il titolo quarto della Costituzione della Legge Naturale, ormai sorpassato, "Onora tuo padre e tua madre", al fine di tenere conto della molteplicità delle situazioni,  impreviste ai tempi di Mosè per "mero pregiudizio" (come bacchetta la recente sentenza Cassazione) con qualcosa che dovrebbe suonare come: "Onora il tuo (o i tuoi)  family gender(s)". Eventuali modifiche al nuovo dettato sono ben accette.

Inoltre bisognerà dare un nuovo segno dei tempi. Se proprio non ci accostuma a seguire la modernità delle tesi familiaristiche proposte e applicate nella quotidianità del reale, bisognerà metterci una pezza.

Se proprio non aggrada al nuovo Pontefice la legge del mercato di famiglia, prodotta dalle più raffinate menti del Diritto, allora che si prendano le contromisure già dall'inizio.  Si introduca un nuovo comandamento "XI comandamento: non commettere matrimonio", con efficacia retroattiva, che impedisca l'instaurarsi di quei rapporti umani, ritenuti fin anche dalla cultura illuministica fondamento delle umane genti (la storia delle "nozze/tribunali/are" di Foscolo e Vico, che ancora si studia, per mero errore di ristampa dei libri scolastici).
Rapporti che si sono verificati e dimostrati insindacabilmente precari (vedi separazioni), che si dimostra non essere necessari per crescere i figli (parola (6) di psicologo)  e frequentemente si risolvono dopo anni di inutili battaglie giudiziarie, alimentate purtroppo da accuse strumentali (5) (prevista una deroga all'VIII comandamento).

Con tali migliorie, oltre alla Barriera della Natura, si sarà superata anche la Barriera del Diritto Naturale.
E così "pace" sarà fatta!  

-----PROMEMORIA (per risovere la questione "famiglia arcaica")-----

I. Io sono il consenso - non avrai altra divinità all'infuori di me
II. Dirai "non - negoziabile" invano 
III. Ricordati di rispettare il politically correct
IV (abrogazione o modifica, come sopra)
V, VI, VII (problemi di definizione dei termini lessicali oggi in uso: revisione)
VIII Non dire il falso (deroga per le mamme/mogli in via di separazione dai mariti)
IX non desiderare i tuoi affetti (li hai persi e sono diventati d'altri)
X non desiderare la restituzione dei tuoi effetti (son diventati d'altri)
XI non commettere (più) matrimonio

Riferimenti.
(tag:     http://bit.ly/YsL101   )


(1) http://www.avvenire.it/Dossier/Elezioni%202013/temi/Pagine/Il-confronto-elezioni-2013.aspx

(2) http://www.tempi.it/gli-omicidi-contro-le-donne-sono-uno-scandalo-ma-i-numeri-del-femminicidio-sono-gonfiati
(3) http://www.tempi.it/cosi-leuropa-abolisce-la-differenza-sessuale-sopra-le-nostre-teste#.UTXGAaxWNSl
(4) http://www.corriere.it/opinioni/13_febbraio_19/severino-nobile-rinuncia-benedetto-turbamento-fede_689061ee-7a6c-11e2-896e-599d001aa8d7.shtml

(5) http://www.centriantiviolenza.eu/

(6) http://www.uccronline.it/2013/02/20/adozioni-gay-risposta-a-dacia-maraini/

venerdì 1 marzo 2013

Sul falso concetto di femminicidio solo slogan e nessuno spazio alla logica

Fonte: http://www.adiantum.it/public/3273-sul-falso-concetto-di-femminicidio-solo-slogan-e-nessuno-spazio-alla-logica.asp

Sul falso concetto di femminicidio solo slogan e nessuno spazio alla logica
Fabio Nestola

di Fabio Nestola - Stagione calcistica 2013, stadio di Busto Arsizio, amichevole di lusso fra Milan e Pro Patria. L’evento in sé non sarebbe da prima pagina, ma tutti i quotidiani riportano la notizia. La partita è stata interrotta: il Milan - prima alcuni giocatori, poi l’intera squadra - ha abbandonato il campo a causa dei cori razzisti provenienti dalle tribune.
Da notare il taglio che tutti i giornali, tutti i TG e tutti i personaggi coinvolti danno all’episodio: “cori razzisti provenienti da una ventina di imbecilli”, “un gruppo di delinquenti da isolare”,  “una minoranza incivile”,  “un manipolo di provocatori”, “una fazione isolata, fischiata dal resto degli spettatori” e infine “uno sparuto gruppo di persone che sarebbe sbagliato chiamare tifosi, perché i tifosi sono un’altra cosa”
Ecco i doverosi distinguo. Il gruppo razzista è stato immediatamente isolato, tanto sugli spalti quanto nella percezione che ne viene data alla collettività tramite stampa, radio, TV. Accuratamente da evitare qualsiasi equivoco: i razzisti sono una minoranza e come tale devono essere descritti, guai a lasciar intendere che possa essere razzista l’intera Busto Arsizio, l’intera Lombardia, l’intero Nord, l’intera Italia.
Nonostante gli episodi di intolleranza negli stadi si ripetano a decine ogni anno, l’atteggiamento di tutti gli addetti ai lavori, intervistatori ed intervistati (atleti, allenatori, dirigenti, questori, politici) tende sempre a tracciare i reali contorni del fenomeno: si tratta di minoranze che vanno isolate, la parte sana della società è in larghissima maggioranza.
Qualche imbecille non può inquinare l’immagine dell’intera popolazione italiana, che dall’odio xenofobo prende le distanze.
Non solo per il calcio, si badi bene. Il Paperone con lo yacht denuncia 1000 Euro al mese? Non per questo tutti gli italiani sono evasori, ci si preoccupa immediatamente di operare il distinguo con i milioni di contribuenti a reddito fisso, che sono la grande maggioranza. Il paziente muore in sala operatoria? Il giudice prende mazzette per “aggiustare” i processi? Non per questo tutti i giudici italiani sono corrotti, ci si preoccupa immediatamente di operare il distinguo con la maggioranza di magistrati onesti, e si tirano in ballo Falcone e Borsellino.
Potremmo fare altri mille esempi, tanto funziona sempre così: la maggioranza sana prende le distanze dalla minoranza malata, che viene circoscritta. È doveroso che accada, sarebbe preoccupante se non fosse così.
È impossibile, però, non notare l’asimmetria mediatica rispetto ad un solo argomento; gli stessi distinguo non emergono in occasione degli episodi di violenza che registrano vittime femminili. Fatti di cronaca gravissimi, sia chiaro, ma lontani dal costituire il “costume italiano” che si vuole dipingere.
Ogni donna uccisa: in Italia gli uomini sono assassini.
Ogni donna violentata: in Italia gli uomini sono stupratori.
Tutti, non “una minoranza da isolare e condannare”, altrimenti risulterebbe difficile costruire l’allarme artificiale che invece viene costruito. Il mondo femminile è sotto attacco da parte del mondo maschile, è questa la mistificazione che lentamente, ma con costanza ed accanimento, viene inculcata nell’immaginario collettivo.
Il maschile è da condannare, non la minoranza deviata. Il maschile è da “rieducare”, non la minoranza deviata. Nel biasimo per il maschile non esistono distinguo, l’intera categoria è sotto accusa.
Cosa si nasconde dietro questa strategia? Perché la mistificazione impera incontrastata? Perché non è sufficiente dire pura e semplice verità - cioè che è gravissimo il dato di 100 donne l’anno uccise dal partner - ma ci si affanna a gonfiare i dati spacciandoli per “prima causa di morte per le donne”?
Perché viene coniato il termine femminicidio, con lo slogan donna uccisa in quanto donna?
Perché non viene coniato il termine operaicidio per definire i morti sul lavoro, che sono dieci volte superiori?
Perché costruire una emergenza femminicidio, infilando a forza nella statistica vittime uccise per denaro o per vendetta, eventi che nulla hanno a che vedere con l’essere donna?
Che strategia può esserci dietro questa mistificazione pianificata? Solo la ricerca di fondi per i centri antiviolenza, o c’è anche altro? Solo il varo di norme restrittive da far digerire alla collettività come “indispensabili”, o c’è anche altro?
La Guerra Psicologica si fonda sull’ideologia. Manipola tutto: parole, notizie, immagini, coscienze. Manipola le masse basandosi sulle insinuazioni, propagandando come reale una mistificazione ideologica.
Propaganda pura: nessuno spazio al ragionamento, alla logica, alla verifica basata su dati oggettivi.
Slogan, slogan, slogan, e poi terrore, allarme, emergenza..
La Guerra Psicologica ha bisogno di raffigurare narrazioni tali da generare odio, di indicare un pericolo, un nemico. Attraverso riti di colpevolizzazione, liturgie, miti. Si costruisce un pericolo, un’emergenza, quindi deve esserci una difesa collettiva.
Di Guerra Psicologica parla Solange Manfredi[1]. Ne ha studiato i protocolli, estratti da diversi manuali militari e dal dossier Gladio. Lei trova riscontri nelle campagne elettorali, nell’alta finanza, nelle religioni, nella geopolitica.
Chissà perché, a me sembra di vederci anche altro …
 

Fonte: Redazione - Fabio Nestola

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