giovedì 28 gennaio 2016

Il protocollo dei savi di Sodoma



I PROTOCOLLI DEI SAVI ANZIANI DI SODOMA

Nell’ambito della deriva postmoderna transumana, un posto importante è occupato dalla teoria del genere – “gender” in inglese, la quale, attraverso una torsione ideologica e semantica afferma una distinzione sofistica tra sesso come biologia e genere come scelta; ciò impone, all’interno del paradigma scientista, una nuova genetica, anzi eugenetica, perché le tecniche relative alla procreazione assistita sono il filo d’acciaio che lega teorizzazioni, scoperte scientifiche e lucrosi affari.

La teoria del genere afferma qualcosa di enorme e di totalmente nuovo, perché attiene all’identità stessa dell’essere umano nel suo “dimorfismo” ( duplice forma) femminile/maschile, da sempre riconosciuto come naturale.
Essa asserisce che sesso e genere sono due concetti del tutto distinti, l’uno attenendo – il sesso- alla sfera della pura morfologia, l’altro – il genere , ad una appartenenza acquisita per scelta soggettiva e culturale.
Dio creò l’uomo a sua immagine “maschio e femmina li creò” (Bibbia- Genesi v. 27) .
Secondo la nuova ideologia “gender”, così non è, e la sfida che ne nasce è il più grande pericolo per l’umanità contemporanea, come intuì ed affermò il papa Benedetto XVI.
Un’ ideologia che avanza nel deserto del liberismo mondialista, armata dei cascami del marxismo nella sua forma “francofortese” ed individualista (Marcuse, Wilhelm Reich) e della psicanalisi freudiana più estrema, unitamente a settori importanti del pensiero scientifico .
Umberto Veronesi: “L’amore omosessuale è quello più puro, perché non è legato alla procreazione ” .
La procreazione è forse impura ?

Si sta gradualmente introducendo una visione dell’uomo che corrode e devasta i fondamenti della persona umana come tale. Non è di condotte individuali che stiamo discutendo. In pericolo è la persona umana, poiché si vanno ridefinendo artificialmente i vissuti umani fondamentali: il rapporto uomo donna, la maternità e la paternità, i diritti e la dignità dei bambini.

Lo sganciamento dell’uomo dalla natura è il vero obiettivo: dopo aver separato il sesso dalla procreazione- pillola, contraccezione – si vuole adesso separare la procreazione dal sesso – uteri in affitto, fecondazione in provetta.
L’umanità derubricata a zootecnia d’allevamento industriale , come suini e bovini, dietro l’apparenza dell’emancipazione.
Avanza assistito dalla tecnica e non può essere compreso senza parlare anche di aborto seriale, eutanasia ( o fine vita, che è il nuovo nome della morte ) , medicina genetica ,biochimica, infine di affarismo legato alle scoperte.
Le nuove parole sono di per sé interessanti : fine vita, genere al posto di sesso. Qui c’ è il nucleo di tutta la costruzione teorica.
Secondo l’ideologia gender le differenze sessuali tra maschio e femmina sarebbero dunque semplice morfologia modificabile e nella sostanza non avrebbero alcuna importanza.
In base a questo punto di vista la distinzione maschile/femminile avrebbe una valenza eminentemente culturale.
Gli uomini sarebbero tali solo perché educati da uomini, le donne sarebbero tali perché educate da donne. Una bomba atomica.
Dobbiamo allora comprendere perché si voglia intervenire e rimodellare l’immagine stessa, e la percezione di sé dell’umanità ed imporre una concezione della sessualità ideologica ed avulsa da qualunque retaggio naturale. Un processo, che nelle sue forme estreme, pare destinato a sfociare nel modello di un uomo artificiale, riplasmato nella trasmutazione di tutti i valori.

Esiste una regia, un disegno, o almeno un indirizzo potente ed unitario in questa operazione transumana che sta infettando tutto l’Occidente e sta determinando, insieme a legislazioni orientate- matrimonio omosessuale, adozioni gay, legalizzazione della tecniche riproduttive di laboratorio – un “trasbordo ideologico inavvertito” in milioni di persone, ossia un inconsapevole cambiamento di idee e giudizi.
La degenerazione della sessualità è sintomo di un malessere epocale, e nasce dallo spirito del ’68, la rivoluzione dei costumi nata per disintegrare tutto ciò che rappresentava il padre e l’autorità, e finita in un trionfo del nuovo capitalismo, divenuto libertario per calcolo.

Quella che noi chiamiamo europea, o cristiana , è una civiltà che ha origine da una scoperta decisiva fatta dal popolo ebraico, quella dell’esistenza di un Dio unico, alleato del suo popolo.
E’ Dio stesso a dare a Mosè la legge, le tavole dei Dieci Comandamenti, sul Monte Sinai, durante il viaggio di ritorno dalla cattività egizia, XIII secoli prima di Cristo.
E’ la data di nascita della nostra civiltà, e i comandamenti sono ancora lì, a esprimere la legge naturale che proviene da Dio e dall’alleanza, iscritta nel cuore dell’uomo e conoscibile attraverso la ragione, caratteristica dell’uomo, creatura morale.
Prescrivono, tra l’altro, di onorare il padre e la madre, e di non desiderare la donna d’altri. .

L’omosessualismoè l’epifenomeno dell’ideologia del gender, ovvero della contestazione dell’idea biblica che Dio “maschio e femmina li creò”, poiché, rovesciando la prescrizione di Nietzsche, non si diventa ciò che si è, ma si è ciò che si vuol diventare per scelta culturale, ambientale, individuale, con l’aiuto del dominio tecnoscientifico.
Chi dovrebbe reagire, in primis la Chiesa cattolica, depositaria di una sapienza bimillenaria, spesso balbetta e talora la dice grossa, come l’ attuale vescovo di Roma cheha pronunciato l’improvvida ed incredibile frase “chi sono io per giudicare ?”, stendardo e suggello del relativismo morale e della dittatura dell’ “io e delle sue voglie “, come le definì Papa Ratzinger .

Le nostre radici intellettuali si riallacciano alla concezione di universo finalizzato, soggetto al dominio di Dio. Il popolo ebraico capì che il suo Dio era onnipotente, onnisciente, autore della legge e delle condizioni della giustizia.
Comprese che egli vegliava sul suo popolo e che gli conferiva una natura ed uno statuto morale.
In cambio, Israele era obbligato a salvaguardare la legge ed a soffrirne le conseguenze qualora non l’avesse fatto.
Ma la legge morale non è fatta per adattarsi a ogni nuovo orientamento, per definizione non è manipolabile e si erge implacabile contro ogni arrogante pretesa ideologica.
Concetti che passarono poi in Grecia, nell’idea della legge temperata dalla prudenza (phrònesis) , con il principio della cittadinanza, delle libertà ad essa connesse e nella tensione verso la trascendenza.
Viene in mente il grandioso quadro di Raffaello “La scuola di Atene”, con Platone che indica il cielo ed Aristotele che richiama alla terra.
Poi venne Roma, con il suo impero che veicolò la civiltà classica ed incorporò il cristianesimo, e con il suo grande lascito, il diritto romano, ius civile, ma anche ius naturale.
Fu merito del diritto naturale se il corpo di leggi di una piccola comunità contadina che si fece Roma divenne legge universale della civiltà .
Diritto naturale può essere definito un insieme più o meno compatto di regole per l’azione, prescritto da un’autorità superiore allo stato politico.
Queste regole si ritiene derivino dai comandamenti divini, dalla natura dell’uomo e dalla lunga esperienza comunitaria del genere umano.
Leggi peculiari all’uomo, giacché solo l’uomo sulla Terra è l’essere razionale.
La validità delle leggi umane “positive” è dunque la loro conformità alla ragione, architrave di ogni ordine sociale che sia anche, ed innanzitutto, ordine dell’anima.
“Vi è certo una vera legge, la retta ragione conforme a natura, diffusa tra tutti, costante, eterna”.
( Marco Tullio Cicerone)
E quando le leggi civili contraddicono la legge naturale, non sono più leggi, ma simulacri cui si deve disobbedire, queste furono le ispirate parole pronunciate da Benedetto XVI dinanzi al Parlamento tedesco, a testimonianza che la verità viene prima anche della libertà..
Nella nostra epoca, in cui a Dio si è sostituto Io e la volontà di potenza si fa sete di dominio sulla natura, l’uomo rovescia un’altra profezia di Nietzsche, e diventa una corda tesa al contrario, tra l’Oltreuomo e la Bestia.

In questo panorama zoologico, fatto di uteri in affitto – inevitabilmente di giovani donne povere – per “covare” le ovaie delle signore borghesi , lesbiche e non , fecondati con gli esiti di masturbazioni di pseudo padri venditori di seme , o di invertiti desiderosi di progenie, davvero non stupisce che si inventino nuove parole , formule “pret-a-porter” , per distrarre, stupire, sviare, rendere normale ciò che normale non è .
Eutanasia, o fine vita diventano sinonimo di soppressione dei malati, degli anziani e degli sgraditi: in Olanda, prima classificata in materia sino al recente lugubre sorpasso del Belgio, le campagne pro- eutanasia furono largamente finanziate dalle assicurazioni sanitarie e da quelle sulla vita.

Matrimonio per tutti è la formula usata dalla Francia ( l’esprit de finesse non mente !) per giustificare davanti ad un’opinione pubblica riottosa la legalizzazione del matrimonio omosessuale.

Che le parole contino molto, in questa partita mortale tra umanità e forze infere, lo dimostra lo stesso lemma inglese – l’anglo americano è la lingua delle magnifiche sorti e progressive – gay, gaio, felice, che ha ormai sostituito le più oneste definizioni omosessuale, invertito, pederasta.
Anche omofobia, questa nuova parolona passepartout, non va sottovalutata.
Significa, letteralmente, paura dell’uguale, fobia equivale a malattia, ma viene declinata come odio verso l’ omosessuale.

C’è tuttavia una crepa nel nuovo termine, la fenditura che lo smaschera : paura dell’uguale.
Ecco la chiave di lettura : la promozione ed imposizione della neo- cultura dell’identico, la rimozione forzata ed autoritaria delle differenze e persino della semplice constatazione della loro esistenza.
Massificazione , reificazione (riduzione a cosa) dell’altro essere umano da parte di ciascuno.
Ogni IO si trova ad essere un semplice volto nella massa per tutti i suoi simili.
Ognuno diventa mezzo per l’altro, mai fine, senza la possibilità di scegliere, giudicare, valutare.
Ma ogni morale è soprattutto selezione dei fini.

Di fatto, si realizza nell’identico – obiettivo finale – una collettivizzazione totalitaria e degradante, descritta magistralmente in una frase che Stanley Kubrick mette in bocca al sergente Hartman del film Full Metal Jacket “Qui vige l’uguaglianza, non conta un cazzo nessuno !”
E’ la nuda moltitudine teorizzata da Toni Negri , amorfa e spersonalizzata come l’impero capitalistico.
Una legge colpirà anche in Italia i reprobi “omofobi” , equiparando alla discriminazione razziale .
Viene evocata in una nuova veste la bestia immonda, da sanzionare penalmente come reato d’opinione , di leso pensiero, dalla psicopolizia democratica, attraverso la legge Mancino.

Le nuove superstizioni sono quelle scientifiche e tecnocratiche, utili alla conservazione del potere nelle mani di élite interessate ad assumere il controllo profondo degli individui ed il dominio sulla vita, anche attraverso le tecniche di trasmissione della vita ed il loro sfruttamento economico.Tutto si tiene, nell’ideologia transumana .
E poiché secondo il nuovo gaio evangelo si deve chiamare genitore 1 la madre ( o chi per essa) e genitore 2 il padre ( o chi per esso) , forse sarà politicamente corretto chiamare genitore bovino 1 la mucca e genitore bovino 2 il toro, dei vitelli generati negli allevamenti per inseminazione artificiale.

Attendiamo però che ci spieghino come mai, quando gatti, delfini e galline si accoppiano, il maschio penetri o fecondi la femmina ed in questo modo abbia inizio una nuova vita.
Viene spontaneo chiedere ai teorici della nuova sessualità , che tipo di stimolo culturale sia all’origine di tale sorpassato metodo di accoppiamento, grazie al quale la vita è stata conservata e tramandata nei millenni.
E’ sin troppo facile replicare ai teorici del gender che presso tutte le specie, ed anche presso gli umani, il primo compito dei viventi è la riproduzione e , per noi, la conservazione biologica della comunità cui apparteniamo.
Il Vecchio Testamento non fa che registrare quest’evidenza, citando minutamente le varie generazioni che si sono succedute nelle comunità abramitiche , ed afferma (Levitico 18/22) “Con un uomo non avrai rapporti come si hanno con una donna. E’ un abominio”.

Inoltre, l’omosessualismo ideologico è un fenomeno soprattutto maschile, ed è un aspetto di quell’odio per il genere uomo visto e pensato come dominio e violenza che la parte più estrema del femminismo ha trasmesso, vorrei dire inoculato, ad altre subculture eversive, come frange marxiste, freudismo, libertarismo anarcoide. Penso al ruolo di personalità come Judit Butler.
Quest’uomo devirilizzato, debole ed incerto è il simbolo opaco del nostro tempo, e della distruzione metodica, tenace, sistematica della figura paterna.
Ruolo “dimorfico”, complementare a quello materno, simbolo della legge, della trasmissione dei valori comuni, della tensione verso l’alto, di un ordine in qualche modo morale ed apollineo.

Un progetto di portata enorme, il gender, un sommovimento tellurico che l’antropologo professore Antonio Marazzi ha definito come “operazione di rivolgere a se stesso (essere umano) le capacità acquisite per modificare le proprie dotazioni naturali, per giungere infine a sostituirsi alla compiuta evoluzione naturale, per proseguirne il corso a proprio arbitrio secondo autonome finalità “

In questa prospettiva, non più inconfessata, va cercata una delle ragioni dell’afflato che lega i poteri forti del mondo all’ideologia del genere, ultima utopia di una modernità vecchia ed incurabile.
Un’ideologia che tende a giustificare ogni manipolazione della natura, nella misura in cui nega l’esistenza di qualsiasi ordine naturale   e ribalta le acquisizioni dell’umana civiltà.

Dobbiamo quindi comprendere perché si voglia ridisegnare l’immagine dell’uomo.
Legislazioni antiumane, cui è legittimo , necessario e doveroso opporsi, contrapponendovi natura e senso comune. Abbiamo bisogno di informazione, conoscenza, controcultura, chiarezza di idee. Senza, siamo perduti e perdenti.

Intanto viene indotta una nuova visione del mondo totalmente costruita in laboratorio, una culturalizzazione esplicita del corpo per sottrarlo a quanto rimane della sua condizione naturale, un processo destinato a sfociare nel modello di un uomo artificiale, con l’imposizione, fin dall’infanzia, di una nuova sessualità ideologica.
Si teorizzache oltre a maschio e femmina ci sarebbero un numero indefinito di altri generi, o meglio di “ orientamenti sessuali”- ventitré, dicono, tra cui l’omosessualità, il lesbismo, la bisessualità, la transessualità sino alla pedofilia; generi/orientamenti definiti normalissimi come la vecchia , cara eterosessualità, che noi continueremo a chiamare normalità.
Questa torbida ideologia viene promossa, diffusa, sovvenzionata in tutto l’Occidente da un vastissimo fronte.
Il braccio militante sono i movimenti gay ed omosessualisti, come l’italiana Arcigay.
Questi gruppi, largamente minoritari e squattrinati , hanno ora acquisito un enorme potere e visto affluire grandi finanziamenti pubblici e privati da parte di lobby di altissimo livello. Perché ?

Noi affermiamo che l’ideologia del genere è l’ideale cavallo di Troia per manipolare e sradicare la natura intima e la struttura morale dell’uomo a fini di dominio e di trasformazione dell’umanità in qualcos’altro (transumanesimo).
Si fa largo il mondo descritto dall’acronimo LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali) cui è talora aggiunta la lettera Q di “queer” – strano, bizzarro, in inglese, copertura di altre “identità di genere”, tra cui cito drag queen, drag king, sino all’incredibile genere X , indefinito, ma degno di protezione giuridica.

Il padre ufficiale di questa ideologia – o meglio il genitore 1 – è uno psichiatra americano morto nel 2006, John Money.
Il suo sogno era una sorta di democrazia sessuale – essendo l’identità relativa duttile e malleabile in quanto prodotta dalla società ( da tutte le società conosciute, peraltro..) – in cui ogni rapporto sessuale, compresa la pedofilia, è ammesso e legalizzato.
Arrivò ad intervenire chirurgicamente su maschietti che avevano peni di ridotte dimensioni, trasformandoli fisicamente in bambine, allo scopo di dimostrare che l’identità sessuale è una sovrastruttura culturale.
Piccole vite rovinate irrimediabilmente sull’altare delle panzane di questo folle dottor Stranamore.

Eppure, ha fatto scuola, giacché la pedofilia, che la psichiatria ha sempre trattato come malattia, è oggi definita “ orientamento sessuale”.
La potentissima casta degli psichiatri americani aggiorna periodicamente il manuale DSM, prontuario di psichiatria diffuso in tutto il mondo, ed ha ultimamente distinto tra pedofilia ed atto pedofilo, considerando disordinato solo l’atto sessuale consumato. Una distinzione di cartavelina.
Il desiderio sessuale rivolto ai bambini è un semplice orientamento, si legge nell’ultima edizione del DSM.
E’ sin troppo agevole , in materia, ricordare i formidabili interessi economici dell’industria farmaceutica .

Un solo esempio di medicalizzazione della vita sin dall’infanzia: milioni di bambini vivaci- americani ed europei- vengono trattati con il Ritalin, che è un amfetaminicocon elevate probabilità di dipendenza.

La pedofilia, dunque, secondo la nuova vulgata, sarebbe un’opzione tra le tante, un orientamento come un altro, e non un atto abominevole a danno di bimbi ? Vedrete, prima o poi passerà, ci riusciranno.
Qualcuno, intanto, mette denaro, e molto, quindi l’ideologia di genere non sorge da uno slancio, o da un’esigenza della tanto carezzata società civile, ma più concretamente da laboratori intellettuali ben riforniti di dollari dalle più grandi entità della Terra.

Uno è il miliardario Soros, quello che attaccò in Borsa la lira, il quale ha costituito un circolo di magnati – si chiama The Good Society ( la buona società, le solite parole invertite intuite da George Orwell, tipo “la verità è menzogna”) con cui finanzia attivamente le organizzazioni gay.
Non mancano, tra i generosi contribuenti della causa, Bill Gates di Microsoft ed il patron di Amazon, quelli dei libri elettronici, la Fondazione Rockefeller, una famiglia che non manca mai all’appello, i Ford ed il Goldman Fund della più potente banca ebraica d’affari del mondo, che ha elargito due milioni di dollari.
Anzi, a proposito di Goldman & Sachs, e di JP Morgan, concorrente e gemella, i loro presidenti, di solito riservatissimi e silenziosi, hanno pubblicamente lodato il matrimonio omosessuale, affermando testualmente che “ è una cosa buona per la nostra società ed i clienti “ ed addirittura “l’uguaglianza nel matrimonio riduce gli oneri e le sfide a carico dei dipendenti e porterà alla costituzione di attività imprenditoriali di successo.”

Tra i filantropi pro-gay si annoverano anche Kodak, Pepsi, Toyota, Nike, Apple, Xerox, IBM, Chrysler ( toh, la Fiat), DeutscheBank – quelli che hanno svenduto i nostri BOT per far salire a 600 il mitico “ spread”, Citygroup, la Fondazione Playboy – veterana del settore- EstééLauder, e questo si capisce di più, profumi e rossetti.Denaro, tanto, a fondo perduto alla causa omosessuale.
Lo scopo resta l’omologazione globale: cancellare le diversità, demolire tutte le identità sociali, religiose, politiche, culturali, nazionali ed ovviamente sessuali.

L’esito finale sarà la completa estirpazione del senso di identità interiore del genere umano, la lacerazione dell’anima e la ricollocazione di una nuova pseudo anima artificiale nel vuoto così provocato.
Il passaggio intermedio è in corso edè la distruzione del concetto di famiglia, perché questa strana, radicata istituzione è un ostacolo enorme ai loro piani.
Un uomo solitario e privo di valori, schiavo delle pulsioni , privato di radici, è in balia degli eventi, manipolabile a piacimento come consumatore e come cittadino.
Intanto, il sistema di intrattenimento industrial-mediatico diffonde incessantemente l’immagine di un essere umano ibrido, il concetto di differenza naturale tra i sessi viene minimizzato o ridicolizzato, tra donne armate e violente e ometti al pannolino, ed ogni obiezione è rimossa o demonizzata come discriminatoria.

L’agenda politica di questa parte di mondo viene riscritta, con la priorità del “gender”, da imporre mediante leggi ad hoc, riprogrammazione dei corsi scolastici, sanzioni penali agli oppositori e persino attraverso la rielaborazione del linguaggio comune, che bolla come sessiste o discriminatorie espressioni arcaiche e immemorabili, quali mamma e papà o donna incinta.

Un’organizzazione che gode dello status di consulente speciale dell’ONU, Gherush92, senza timore del ridicolo ha chiesto, attraverso la propria rappresentante italiana , di togliere dai programmi scolastici la Divina Commedia, vertice della letteratura mondiale, in quanto islamofoba – Maometto sta all’inferno – antisemita, offende Giuda e, orrore massimo, perché mette all’indice i sodomiti che ebbero rapporti “contro natura”, ohibò, anche loro condannati all’Inferno.
“Siete voi qui,Ser Brunetto?”, chiede Dante a Brunetto Latini, brillante intellettuale che pure era stato suo maestro.

Anche l’ Organizzazione Mondiale della Sanità si occupa da qualche anno dello sviluppo sessuale dei bambini europei.
Ecco il suo programma, tratto da un documento ufficiale.Da 0 a 4 anni; si prescrive l’apprendimento “del godimento e piacere quando giochiamo con il nostro corpo, la scoperta del corpo e dei genitali ”. Onanismo della prima infanzia.Sempre da 0 a 4 anni, è l’età ideale per “esprimere i bisogni, i desideri e i limiti, ad esempio nel gioco del dottore” e per “consolidare l’identità di genere” Piccoli Platinette crescono.
Da 4 a 6 anni è il momento giusto per la masturbazione e si può tranquillamente parlare di argomenti inerenti la sessualità, ma anche di amicizia e amore “verso persone dello stesso sesso”.
Una perfetta società, invertita dall’asilo.
Da 6 a 9 anni si è pronti per difendere e conoscere” i diritti sessuali di bambini e bambine”.
Da 9 a 12 anni – era ora – si dovrà “sapere tutto sulla riproduzione e pianificazione familiare” – provette, siringhe, o il vecchio metodo ?- oltreché sui “diversi tipi di contraccettivi e sui rischi e conseguenze del sesso non protetto”.

La gravidanza come spauracchio ! Meno male che è sul mercato l’utero in affitto , se proprio non si può fare a meno di un moccioso tra i piedi.Non è fantascienza, incubo notturno, o scenario apocalittico.
E’ l ’Organizzazione Mondiale della Sanità, pagata anche con le tasse degli italiani.

Contemporaneamente, lavorano con lena per modificare noi e creare l’uomo nuovo attraverso cinema, televisioni, giornali, pubblicità mirata. Lavorano sui tempi lunghi , sui costumi , ma hanno fatto molta strada.
Veicolano i nuovi modelli para-culturali, famiglie allargate, gay buoni e generosi, “normali” cattivi egoisti ed ignoranti e così via, dai cartoni animati alle soap opera ai romanzi a larga tiratura.
Ma quando ci sono di mezzo i bambini, quindi il futuro, bisogna essere intransigenti, addirittura feroci nella risposta.

Occorre allora ripetere fino allo sfinimento   che un bambino, per crescere e diventare adulto sano e libero, ha bisogno di due figure ben precise: la madre ( l’uovo) ed il padre (il seme).
Questi due ruoli si possono criticare, ma da che mondo è mondo sono state sempre state le figure-guida, il modello da trasmettere che sarà a sua volta emulato dai figli.
In natura, tranne rarissime eccezioni, la prole viene partorita e nutrita da una madre e protetta da un padre.
La dicotomia maschile femminile è nella natura e nei fatti: simbolicamente Luna (madre) Sole (padre), Terra (madre) Cielo (padre).

In natura non si osservano animali dello stesso sesso che prendono in affitto un utero per aumentare il focolare domestico.
Ecco perché , per ciò che stanno instaurando, si deve parlare di antinatura, antiumanità e, per chi crede, di anticristo.
Un uomo nuovo, deprivato perfino delle sue origini e timoroso del futuro, che vive male il presente.
Scollegato dal sua verodestino, l’orizzonte spirituale, immerso a forza in una falsa esistenza proiettata nella materia e per la materia, gestito, manipolato dalle forze più basse, grazie alla sfavillante illusione del successo, dell’illimitato, strappato alla famiglia e scisso da se stesso.

Il suddito ideale, descritto nel “Mondo nuovo” di AldousHuxley: omologato fin dalla nascita, con la riproduzione separata dal sesso e dall’amore, schiavo di una dolce droga ( il soma) che dissolve lo spirito , dedito ad un piacere sessuale indifferenziato e senza limiti.
AldousHuxleynon era un romanziere, ma un teorico del transumano, affiliato a varie consorterie riservate dell’Impero Britannico, ed era nipote di Thomas Huxley, biologo naturalista sostenitore dell’eugenetica, ossia della scienza che intende orientare e scegliere le nascite secondo criteri prefissati, dalla razza, all’intelligenza, ai caratteri fisici , al sesso.
Una deriva, quella eugenetica, attribuita al nazionalsocialismo, ma nata, sviluppata e teorizzata in Inghilterra nell’ambito dell’evoluzionismo di Darwin ed a fini imperiali.

Si vede bene come la trama e l’ordito di questa macchinazione ideologica abbiano, insieme con un passato, uno sviluppo, un centro ed un motore.
Il motore è la volontà luciferina di poche migliaia di persone, potentissime per denaro , mezzi ed armi, decise a sviluppare un potere schiacciante sull’intera specie umana; il centro sono le nuove ideologie, come il gender, con il suo nucleo duro omosessualista ; lo sviluppo è l’azione coordinata, sinergica di scuola, informazione, politica, tecnostruttura, industria.
Un continuum attraversato da precetti come la riduzione della vita ad ingombro, grumo da espellere senza problemi dal corpo della donna al suo inizio, salvo impiantarlo in uteri di povere donne che svolgeranno il mestiere di fattrici in conto terzi, ingravidate con asettiche siringhe del seme di giovanotti pagati per autoerotismo, donne ultrasessantenni che giocano alla mamma, e, soprattutto, bambini che cresceranno spesso con due padri o due madri, anzi con due genitori 1 o 2.

Invecchiati o malati, i nuovi uomini moriranno poi ammazzati ( altro non è la pudibonda fine vita assistita) per non mandare in passivo l’Azienda Sanitaria, la Previdenza Sociale o il Fondo di Assicurazione.
Se il nostro bambino avrà la disgrazia di ammalarsi, non avremo l’incomodo di curarlo tenacemente e di amarlo, ma valuteremo l’opportunità di sopprimerlo come in Belgio – a meno di 12 anni – o in Olanda , a meno di 16.

Ma non dimentichiamo, a proposito di certi evoluti Paesi, anche le responsabilità delle case regnanti.
Hanno certo poco potere politico diretto, ma immensi patrimoni investiti nelle grandi banche, in multinazionali e colossi finanziari, gli Orange olandesi, i Sassonia Coburgo belgi, gli Windsor britannici, ed ora anche i Borbone spagnoli. Hanno voce in capitolo, là dove si prendono le grandi decisioni.
Complici , non hanno mosso un dito o pronunciato una sola parola, loro che regnano, secondo antiche formule e regie patenti, per grazia di Dio, cattolico o protestante.
Eppure, almeno loro hanno voce e pulpiti da cui parlare, ed un residuo di influenza sui loro popoli.
Aveva capito tutto Aleksandr Solgenitsin, quando osservò che “in Occidente, per chi si vede tagliare i fili del microfono non esiste in ambito pubblico”. Ed anche per chi non riceve soldi da lorsignori…..

Ricordiamo anche il ricchissimo business della fecondazione assistita, per quanto uno dei cardini a lungo termine del governo globale sia una detanalità programmata, obiettivo neomalthusiano più o meno ammesso di circoli molto influenti.

Eugenetica e nuovi traguardi della biotecnologia implicano tuttavia la necessità di cambiare continuamente le legislazioni, in modo da legalizzare le nuove tecniche di riproduzione ( o selezione ) e renderle accessibili anche agli omosessuali.
Uno scienziato francese, Laurent Alexandre , ha spiegato che “la velocità del passaggio da inammissibile a tollerato e poi permesso, fino a obbligatorio, dipende essenzialmente dal ritmo delle scoperte scientifiche, qualunque siano le obiezioni etiche sollevate”.
Chiaro e onesto, il professorone, che ha omesso però di citare gli interessi economici e di potere delle lobby mondialiste.Le questioni morali si devono obliterare o piegare , questo è il messaggio.

Per eugenetica, Pierre Singer arrivò a teorizzare la soppressione neonatale degli infanti “inidonei”.
C’è da ringraziare che gli arcinoti rischi genetici sconsiglino finora , magari sino alla prossima scoperta scientifica, di normalizzare anche l’incesto, espungendolo dai codici penali.
E sì che il tabù dei rapporti sessuali tra consanguinei è il più universale elemento di concordanza in tutti tempi ed in tutte le culture, come ha dimostrato Claude Lévi Strauss ne “Le strutture elementari della parentela”.

In Svezia, dove lo Stato-mamma – anzi genitore 1 – assiste dalla culla alla tomba, salvo contare il più alto tasso al mondo di suicidi, alcolisti , ed abbandoni familiari – ultimamente anche di violenza alle donne – gli scolari vengono abituati a giocare indifferentemente con le bambole e le macchinine, ed il Regno promuove l’inusitata abitudine di dare ai nuovi nati nomi “neutri”, così da permettere loro la libera scelta del sesso che vorranno.
La chiesa luterana locale, di cui è Capo il Re, è guidata da una donna vescovo sposata in chiesa con una donna pastore. Tombola !

LGBT: una lobby arrogante, faziosa, che lancia anatemi e scomuniche, etichettando come omofobo- Dio ci scampi – chiunque osi argomentare contro la nuova, indiscutibile ideologia.
Fascisti, razzisti, adesso omofobi.Poveri noi, anche se Giovannino Guareschi, impareggiabile figura di scrittore cristiano, nazionale e popolare, ci giustificava così già negli anni 60: “Siamo sorpassati. Dovete scusarci perché siamo sorpassati. E’ la nostra disgrazia, o forse la nostra fortuna”.

In Francia, dove fanno le cose sul serio fin dal 1789, gira un aureo manuale ad uso delle scuole, in cui si afferma “che l’identità sessuale è la percezione soggettiva che si ha del proprio sesso e della propria identità sessuale” il che è tautologico. Il capitolo 9 ha questo titolo DIVENTARE uomo o donna – vivere la propria sessualità.Avanti figli della patria, questa è la nuova Marsigliese !

Il sesso non è più un fatto, ma un’invenzione sociale , imposta dalla società maschilista.
Una teoria che si appoggia, tra l’altro, sull’ ipotesi di Freud della bisessualità innata.
Ma si va oltre, abolendo senz’altro il fattore biologico, che invece è una costante filogenetica non solo della continuità della specie, ma anche dello sviluppo psicologico dell’individuo uomo o donna .
Questo fattore, secondo il ministero francese, va abrogato in nome della scelta soggettiva.
Delirio di autocreazione.

La scuola, allora, diventa un’efficiente impresa di destrutturazione- decostruzione della famiglia, argine ultimo alla decomposizione dei valori istintivi che reggevano sino a poco tempo fa ogni comunità umana.

Si porta avanti così una lotta esasperata, isterica in nome della parità, una parità contabile, un’uguaglianza amorfa tra i sessi, sotto la quale si nasconde la loro indifferenziazione e interscambiabilità, che sono i principi stessi della forma merce ( economia di scala, produzione di serie, pubblicità massiva, consumo compulsivo, velocissime mode) , con un mondo privato della sua naturale, ricca eterogeneità.

In Canada, una piccina di tre anni ha tre cognomi, perché ha due madri – due lesbiche sposate una delle quali ha affrontato la gravidanza – genitore 1- attraverso l’inseminazione artificiale da parte di un amico della coppia, omosessuale pure lui – genitore 3- che ha sottoscritto un contratto che gli permette di vedere la bambina e partecipare alla sua educazione . Educazione !
L’avvocato che ha stilato il contratto ha così commentato: “Il vero grande cambiamento introdotto dalla nuove leggi familiari in termini di genitorialità ( altro neologismo, abituiamoci…) è la modalità con cui si DECIDE CHI E’ IL GENITORE. In passato, abbiamo guardato alla biologia e alle connessioni genetiche. E questo, oggi non è più vero. Ora noi guardiamo alla volontà delle parti che contribuiscono alla CREAZIONE del bambino.”
Creazione, da parte dell’uomo-Dio, con la mediazione della tecnica, demiurgo onnipotente.
La legge naturale è sostituita dalla legge dell’uomo che pretende di dettare i modi del suo vivere.

Il pensiero dell’avvocato canadese esprime tuttavia perfettamente la volontà insieme violenta , egoista e prometeica che fa del bambino la vittima incolpevole, con incalcolabili conseguenze future, delle scelte sciagurate dei cosiddetti genitori.

In Italia, siamo solo apparentemente più indietro, o avanti, protetti sinora dall’art. 29 della Costituzione che definisce la famiglia “società naturale fondata sul matrimonio”, e soprattutto difesi da un senso comune che non si è ancora spento.
Ma la battaglia è in corso, e non nelle retrovie delle dispute intellettuali, ma in Parlamento, dove la legge Scalfarotto (altro gay) sull’ omofobia ha lo scopo di impedire e sanzionare discorsi o scritti come quello presente, enei tribunali, come hanno dimostrato recentissime , sconcertanti sentenze.

Un organismo pubblico, pagato con denaro nostro, dieci milioni di euro, venti miliardi del vecchio conio, l’ UNAR -Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali a difesa delle differenze ( sempre le parole invertite di Orwell…) , che dipende dalla Presidenza del Consiglio, ha elaborato una “strategia nazionale per la prevenzione ed il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”, ed ha prodotto un opuscolo di 52 pagine, scaricabile da Internet, realizzato da 29 associazioni davvero qualificate ed imparziali.
Si chiamano, come è buona regola dell’aziendalismo “à la page”, Gruppo di Lavoro LGBT e sono esclusivamente associazioni omosessuali . Cito alla rinfusa, Arcygay e Lesbica, MIT Movimento Identità Transessuale, Gay.net, Consultorio Transgenere, un fantastico Gay Lib, oltre al Circolo Culturale Omosessuale Mario Mieli- illustre intellettuale omosex- , integrate dal Partito Radicale e dall’inevitabile CGIL- Sezione Nuovi Diritti.

Contemporaneamente, l’UNAR ha commissionato agli stessi “esperti” tre libriccini intitolati “Educare alla diversità a scuola”, uno per le elementari, uno per le medie inferiori e l’ultimo per le medie superiori.
Cito alcuni dei teoremi contenuti nei testi destinati qui e adesso ai ragazzi italiani.
“L’attrazione, i sentimenti e i comportamenti sessuali e romantici ( sì, romantici) verso persone dello stesso sesso sono normali e positive varianti della sessualità umana”.
“Le influenze che l’ambiente socio culturale e religioso può esercitare nel generare omofobia e omofobia interiorizzata sono conclusioni cui pervengono numerosi studi scientifici”.
“L’impatto negativo del conflitto tra omosessualità e religione sulla salute mentale è ampiamente dimostrato”.
“Maggiore risulta il grado di ignoranza, di conservatorismo politico e sociale, di cieca credenza nei precetti religiosi, maggiore sarà la probabilità che un individuo abbia un’attitudine omofoba”.
Colpiti e affondati ! Siamo pazzi, ignoranti, gretti, religiosi, quindi “omofobi”.
E lo scrivono pagati dalle nostre tasse, a nome di Presidenti del Consiglio come Monti, Letta, Renzi, che ostentano la presenza alla messa domenicale.

Queste sono le mani in cui dovremmo lasciare i nostri bambini, quelle le idee in cui li cresceranno !
Ma anche gli adulti devono essere rieducati ed ecco allora, ad uso degli operatori dell’informazione, un altro magnifico manualetto degli stessi autori e della stessa UNAR, le “Linee guida per un’informazione rispettosa delle persone LGBT”.
Ha un’invitante copertina con un cuore arcobaleno, e ventotto dense paginette.
Ecco di seguito un florilegio di perle tratte dal vademecum ad uso del giornalista al passo coi tempi.
Si sconsiglia, o vieta, di usare espressioni quali “famiglia naturale” o “famiglia tradizionale” o anche famiglia gay o omosessuale, dovendosi preferire la locuzione “famiglie omogenitoriali”, oppure famiglie con due papà o due mamme.
Si proibisce di sostenere, in tema di adozioni, che il bambino abbia bisogno di una figura maschile o di una femminile . In quel caso, il giornalista si renderebbe responsabile di diffusione di un “luogo comune”, smentito da una pretesa “letteratura scientifica”.
Né, discutendo di nuova genetica, si può parlare di “uteri in affitto”, espressione considerata dispregiativa, da sostituire da “gestazione di sostegno”.

Una vera e propria polizia del pensiero, che suggerisce anche – testuale – “di superare l’idea di instaurare un contraddittorio quando si parla di tematiche LGBT; se c’è chi difende i diritti delle persone LGBT, non è necessario dar voce a chi è contrario”. Democrazia e pluralismo….
Ai fotografi è intimato di “non indulgere a riprendere, nelle manifestazioni tipo Gay Pride, immagini di persone luccicanti e svestite”. Che bonton, nella censura degli squadristi del lato B !

Il manuale LGBT fornisce anche un aggiornato glossario dei termini e dei significati, il nuovo omogalateo.
Ne cito un paio, approvati dalla rete Ready, cioè da primarie amministrazioni comunali italiane.
IDENTITA’ DI GENERE : la percezione di sé come maschio o femmina o in una condizione non definita.
TRANSGENDER : termine che comprende tutte le persone che non si riconoscono nei modelli correnti di identità e di ruolo di genere, ritenendoli troppo restrittivi rispetto alla propria esperienza.
Esisterebbe anche una nebulosa “intersessualità”, mentre l’ ETEROSESSISMO sarebbe la “visione del mondo che considera naturale solo l’eterosessualità”.Molto interessante la definizione di OMOFOBIA “pregiudizio, paura, ostilità nei confronti degli omosessuali e azioni che da questo pregiudizio derivano. Può portare ad atti di violenza” .
Peraltro, ora si consiglia di usare il sinonimo soft di omofobia, che è “OMONEGATIVITA’’.

Queste istruite sciocchezze le abbiamo pagate noi ad associazioni di invertiti .
Sta a ognuno di noi reagire ,a partire da alcune argomentazioni elementari che svolgo alla buona.
Intanto, l’esistenza di una parte femminile nella psiche maschile e viceversa è un’acquisizione che ha un secolo, si deve alla psicologia analitica di Jung ( il binomio animus/anima), ma non se ne è mai dedotta un’eguaglianza culturale dei sessi.
Quanto alla relazione dominante/dominato nella sistematizzazione dei ruoli, essa appare oggi un cascame di pessime masticature marxiste e non regge alla semplice constatazione che la gravidanza/procreazione e la prima cura della prole è assegnata –dalla natura o da Dio – al sesso/genere femminile.

L’egalitarismo indifferenziato che sostiene la teoria del gender è pernicioso perché si presenta all’insegna della liberazione da costrizioni ingiuste, ma descrive un mondo capovolto in cui tutto si equivale – il che è sacrosanto nel campo della dignità personale – ma falso radicalmente per scelte, stili di vita e situazioni oggettivamente estreme, disordinate moralmente e praticamente.
Si tratta di sofismi evidenti che non cambiano la realtà soltanto perché esistono di fatto forme di attrazione sentimentale e sessuale diverse dalla normale eterosessualità.

Quanto al matrimonio omosessuale , è una contraddizione in termini, giacché matrimonio, nel suo stesso significato letterale, evoca la nascita di nuovi membri della comunità, dunque l’incontro delle due polarità eterne, maschio femmina.
Le relazioni omosessuali non hanno nulla in comune con il matrimonio.
Quelle persone sono in genere sentimentalmente instabili e sessualmente assai promiscue.
Il numero dei matrimoni gay, al netto dei relativi picchi iniziali, sono pochi.Alcune statistiche situano attorno al 5% della popolazione le persone omosessuali.
Sono una su dieci sembra interessata al matrimonio. Vale la pena , allora, tanto baccano, tanto denaro e un così potente armamentario ideologico per qualcosa che riguarda, al più, l’uno o due per cento dei cittadini occidentali?

E’ più che dimostrato che la famiglia normale intatta produce gli adulti migliori dal punto di vista psichico, sociale e persino medico, e che la crisi della famiglia causa miserie psichiche e morali.
Anziché tentare di rimediare, si aggrava la situazione promuovendo la peggiore alternativa pensabile alla famiglia ed alla funzione di genitori educatori normali: l’adozione e la famiglia omosessuale.
Del resto, l’ideologia gay è assolutamente individualista, edonista ed egoista, cieca di fronte alledifficoltà ed ai bisogni naturali dei bambini.

Stiamo inoltre commettendo un terribile abuso sulle prossime generazioni; ogni generazione esercita potere sui propri successori, in quanto modifica l’ambiente trasmessole e le idee ricevute.
Noi stiamo andando oltre, si avvera la prognosi sulla morte di Dio, ma se davvero, attraverso l’eugenetica e la manipolazione tecnoscientifica , questa generazione o la prossima avrà il potere di fare dei propri discendenti quello che vuole, tutti gli uomini nati dopo dipenderebbero da tale potere.

Di più: avremo in Occidente discendenti , successori, se le leggi e lo spirito dei tempi vanno contro la famiglia e la natalità ?Papa Pio XII proclamò che la denatalità è la principale causa della decadenza civile e dell’impoverimento dei popoli.
Nella Grecia antica, la denatalità, associata alla sodomia , azzerò il valoroso popolo spartano, senza la cui resistenza alle Termopili di fronte ai Persiani la civiltà europea non sarebbe probabilmente mai sorta.

Per tutti questi motivi occorre reagire, lottare come padri, madri, nonni, figli, insegnanti, donne e uomini di questo tempo per invertire l’inversione , e ricondurre l’umanità a retta ragione.
Si ha voglia di mollare, estraniarsi da un’epoca malata come predicavano gli Stoici greci (“Vivi nascosto”), rinchiudersi nel proprio guscio.

Non possiamo, non dobbiamo: è un dovere verso il domani e verso quel giorno lontano in cui Mosè ricevette la legge. Per i credenti, c’è un di più, potentissimo: Dio è alleato dell’uomo, come ci ricorda quella mano creatrice protesa verso la sua creatura , dipinta da Michelangelo alla Cappella Sistina.

Torna alla mente una splendida pagina del Don Camillo di Guareschi, l’invocazione di fronte all’ esondazione del fiume. Ora un’ altra temibile piena è in corso, ma il buon parroco pregò così:
“Gesù, se in questo sporco paese le case dei galantuomini potessero galleggiare come l’arca di Noè, io vi pregherei di far venire una tale piena da spaccare l’argine e da sommergere tutto il paese.
Ma siccome i pochi galantuomini vivono in case di mattoni uguali a quelle dei tanti farabutti e non sarebbe giusto che dovessero soffrire per le colpe dei mascalzoni tipo il sindaco Peppone e la sua ciurma di briganti senza Dio, vi prego di salvare il paese dalle acque e di dargli ogni prosperità”

Intanto, la marcia della distruzione intellettuale prosegue , e fuochi verranno attizzati per dimostrare che due più due fa quattro (Chesterton).
Noi ci ritroviamo oggi a difendere dall’onda transumana le incredibili virtù e la splendida sensatezza della vita umana !ROBERTO PECCHIOLI

Nuovi diritti. E i vecchi?

Da Der Spiegel (1997)- La Società senza-padre
Fa davvero riflettere vedere il mondo cattolico schierato dalla parte della famiglia.
Ora che si prospetta l'eventualità che il DDL Cirinnà sia in parte o in tutto approvato, si alzano le proteste dal mondo cattolico e non cattolico.
Tutti a reclamare il diritto per i figli ad evere una mamma e un papà, diritto naturale, diritto sacro, diritto inviolabile, non negoziabile, bla-bla.

Ciò fa davvero riflettere, perchè questo schieramento, quando quotidianamente i diritti dei padri separati sono calpestati da una certa magistratura svogliata (speriamo nel futuro minoritaria) nonostante la legge sull'affido condiviso del 2006, ebbene questo schieramento non si è mai visto.

Non si sono viste le manifestazioni di piazza quando, zitti zitti, alcuni togati (non tutti), nelle cause di separazione coniugale (1/3 dei matrimoni) semplicemente interpretavano la vigente legge sull'affido condiviso in maniera davvero balzana, relegando i padri ad un ruolo secondario rispetto a quello delle italiche madri e tutto ciò, si intende, per "il supremo interesse del minore". Sembrava allora a una pletora di esperti di famiglia che il solo affetto di madre potesse bastare a far crescere i figli. E il mondo cattolico è rimasto in silenzio.

Non si sono viste le manifestazioni di piazza quando, zitte zitte, alcune cristianissime madri (non tutte) ricorrevano ai mezzucci delle false accuse, delle menzogne strumentali contro gli ex-mariti al fine di poter godere in maniera esclusiva dell'affetto della prole, di affetti ed effetti. Sembrava allora ad un certo cattolicesimo malato di "pastoralismo" (più attento a non perdere consensi che a difendere la Verità) e un pò madonnaro, sembrava che  il dialogo, la comprensione, l'ascolto, "l'intercettare il disagio" fossero le uniche vie. Il fatto che, conseguentemente, i nostri figli e le nostre figlie  potevano godere dell'affetto di un solo genitore, non era faccenda da manifestazioni di piazza.

Non si sono viste le manifestazioni piazza quando anche la Caritas indicava i padri separti come nuovi barboni (link).

Non si sono viste le manifestazioni di piazza quando la Corte EUropea condannava l'Italia per Con la sentenza (link) (Cedu - Decisione del 29 gennaio 2013 n. 25704/11) per la prassi con cui un genitore naturale (padre, ovviamente) era escluso dall'accudimento verso i figli.

Non si sono viate le manifestazioni di piazza per la prassi delle ASL, delle psicologhette e degli "esperti" circa gli affidi e allontanamenti facili dalle famiglia "natrali" (link, interrogazione M5S) 

 Non si sono viste le manifestazioni di piazza quando la prassi italica sulla cura filiale era affidata alle elucubrazioni e alle panzane delle psicologhette delle ASL, pronte a difendere "il supremo interesse del minore" e nei fatti a inventare qualsiasi arzigogolo per protrarre nel tempo le "perizie sull'idoneità genitoriale", basate sul nulla scientifico e sull'accrocchio dialettico. Per contrappasso, anche oggi, sulla step-child adoption, sono sempre gli psicologhetti/e a berciare la propria: chi per i sì (link; link)e chi per i no (link, link).

Non si faceva manifestazioni di piazza di fronte alla demonizzazione della figura paterna (link)

Relegare il padre ad un ruolo subalterno ha aperto la via, ogni via alternativa.
Il mondo cattolico, ma un pò pagano e madonnaro, ha trangugiato l'affido condiviso truccato, ha accettato nei fatti la prassi della famiglia mono-parentale. Ha eccettato il teorema  che, per il "supremo interesse del minore", i nostri figli e le nostre figlie potessero crescere, in moltissimi casi, senza il costante e quotidiano affetto di un padre.
E' il teorema della «Famiglia sì, padre no», un controsenso carico di conseguenze.

Infatti, dato per acquisito il teorema "«Famiglia sì, padre no», allora i nuovi profeti della famiglia si saranno domandati: non può essere che, magari togliendo anche la madre naturale, o mescolano madre/padre naturale/adottivo/a,  i figli possano crescere bene lo stesso? Non sono forse gli psicologi, gli esperti della famiglia, gli studiosi della psiche, pediatri, neupsichiatri e compagnia cantante  a determinare se un soggetto/a hanno valide capacità genitoriali? Non sono forse i giudici a determinare, caso per caso, con chi possa trascorrere il suo tempo il "minore"? Utero in affitto, step-child adoption non sono forse i corollari del teorema che, nei fatti, la Chiesa purtroppo ha sempre avallato?  Il teorema «Famiglia sì, padre no» non ha forse portato al corollario «Famiglia no, figli sì»?
«Famiglia sì, padre no». E allora verrà  «Famiglia no, figli sì». E poi «Figli no, affetti sì».

Bene e adesso? Adesso che i nuovi profeti della famiglia mettono in discussione anche la figura (importantissima e paritetica rispetto al padre) della madre, con le nefaste conseguenze di utero in affitto e quant'altro, allora il mondo cattolico scende in piazza.

Una tardiva riscoperta dell'importanza delle due figure, paterna e materna,  nella  crescita dei figli.
Si chiude il recinto dopo che sono scappati  i buoi.
Speriamo non sia troppo tardi.

 





http://comeulisse.blogspot.it/2016/01/nuovi-diritti-e-i-vecchi.html










lunedì 11 gennaio 2016

Colonia. Il silenzio delle femministe

Stupri di Colonia: dove sono le femministe?

Fonte: http://www.qelsi.it/2016/stupri-di-colonia-dove-sono-le-femministe/
 
 
femministeQuando c’era da fare la morale sul “corpo delle donne”, sulle cene di Berlusconi o su altre questioni effimere erano in prima linea mentre questa volta, con le donne davvero umiliate in quanto tali, tacciono: sarà forse perché di mezzo ci sono degli immigrati? Qualunque sia il motivo questo silenzio è ipocrita e assordante, come annota Massimiliano Lenzi su Il Tempo.
di Massimiliano Lenzi
Dov’erano le sentinelle femministe del «corpo delle donne«, le guardiane del moralismo contro la televisione occidentale e guardona, commerciale, a Colonia? Dove stavano, quelle voci indignate per una tetta fuoriuscita dal reggiseno od una chiappa sbucata da uno slip e scoperta in onda sulla tv italiana (o magari per una donna decisa a trascorrere una serata a casa di un uomo adulto, consenziente e libera) quando a Colonia, nella civilissima Germania di Frau Angela Merkel che vorrebbe insegnare al mondo l’arte dell’accoglienza, è andata in scena la foia di maschi islamici e immigrati, arrapati, che hanno accerchiato giovani (e meno giovani) ragazze in giro nel centro della città per l’ultimo dell’anno?


Una costrizione senza pari. Paurosa e crudele. A queste femministe italiane ed assenti noi diciamo: vergogna. Una parola sola viene su dalla nostra coscienza (maschile), per l’indifferenza e la paura che loro manifestano verso la reale mancanza di libertà e verso la temibile sottomissione delle donne e del loro corpo che arriva dai fatti di Colonia. E che ci pone l’eterno problema dei diritti civili e delle libertà in questi nostri tempi: le donne e l’Islam.
Non la televisione, non le libertà occidentali, anche eccessive, non le voglie di maschi adulti verso donne adulte e libere sono il limite al corpo delle donne, bensì la sottomissione, la foia, la voglia di soffocamento civile, contro ogni volontà, che arrivano da una certa cultura islamica dove la donna tutto può essere tranne che libera. Lo scrivano in prima pagina sui giornali d’élite e borghesi le nostre femministe, quelle che si indignano per un complimento troppo galante, per uno sguardo e basta, per dei programmi televisivi dove giovani starlette saltellano in costume. Loro che hanno fatto il Sessantotto e pure il Settantasette, loro che ci hanno spaccato i maroni per le cene galanti di Berlusconi, loro sempre pronte ad indignarsi per un balletto troppo osé o per una gamba troppo scosciata. Lo scrivano queste nostre e care femministe che una certa cultura islamica, tutta maschile, tutta religiosa e devota, soffoca le loro libertà. Lo scrivano perché noi maschi occidentali ci siamo rotti le palle di passare per brutti sporchi e cattivi, magari perché abbiamo amato il Drive In di Antonio Ricci, il cinema di Tinto Brass o i film con Alvaro Vitali, Lino Banfi e le docce di Edwige Fenech.
Ora basta, escano dalle teche del loro femminismo inutile, manierista, banale, oversize, per guardare in faccia i mali veri del mondo rispetto al libero arbitrio. Che una donna maggiorenne ed occidentale scelga di fare la puttana, senza costrizioni, ci sta, è nelle sue libertà. Che una donna od una ragazza occidentale venga accerchiata una sera, quella dell’ultimo dell’anno, magari perché indossa la minigonna o semplicemente i pantaloni, dagli sguardi libidinosi di maschi islamici in una piazza di una importante città europea, beh questo non ci sta, non deve starci, non è libertà ma sopraffazione. Ed allora scendano in campo, levino la loro voce, si incazzino le femministe nazionali per tutto ciò, loro capaci di trasecolare per un culo in tv o per le cene eleganti di Silvio Berlusconi.
La sottomissione non sta nella libertà (anche in tv) di mettersi in mostra bensì nella paura che ad uscire, anche in abiti succinti, si possa essere accerchiate. Perché come ha scritto lo scrittore Charles Bukowski «l’anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci: soprattutto perché provi un senso di benessere, quando gli sei vicino». Femministe occidentali, se ci siete, battete un colpo.

Scacco matto al femminismo

Scacco matto al femminesimo

Fonte: http://ilblogdilameduck.blogspot.it/2016/01/scacco-matto-al-femminesimo.html?spref=tw&m=1
I tifosi polacchi si rivolgono alla Merkel
Sono arrivati. I commenti delle femministe, intendo. Forse era meglio fossero rimasti nello spazio angusto delle mentalità cubicolari dalle quali sono pervenuti ma in fondo è meglio così. "Conosci il tuo nemico", si dice. Per femministe intendo anche gli uomini che portano in dono i loro coglioni su un piattino a queste talebane dei rapporti umani, offrendosi alle erinni come volonterosi eunuchi. Mi riferisco al tipico omo desinistra (ma non solo) che in questi giorni ha fatto subito autodafé di fronte alle stupidaggini a uteri unificati delle cretine prevalenti, gridando "si, è vero, anche noi stupriamo le donne accerchiandole ogni volta che c'è un assembramento in piazza." 
Ormai è chiaro. Il generalismo giustificazionista è la versione ufficiale dei fatti di Colonia. Comodo, diluente la colpa, privo di residui razzisti e dal piacevole effetto inebriante come una fialetta di popper. Sono stati tutti, quindi non è stato nessuno. "Chi è stato ad accecarti, fratello?" "Nessuno, è stato Nessuno!!" Ricordate, anche questa fu una trovata di Ulisse, come il cavallo di Troia.
Tornando alle reazioni delle femministe. Ho provato a leggerli, i commenti ma, francamente, letto uno, letti tutti. Fatti con lo stampo. Identici come gli stamburamenti ossessivi dello spin. Monotoni come il porno. Provenienti dalla medesima matrice del monopinionismo, quella che, attraverso poche parole chiave, unifica il pensiero triturandolo nel verbalismo, nell'illusione di esso. E' così che è ridotto ad esprimersi il pensiero femminile stretto dentro il busto del femminismo, attraverso gli slogan della neolingua inquantodonnista.
Come si fa, ad esempio, a leggere qualcosa che, già dal titolo, parla di "Violenza di genere e femminicidi politici", e che, invece di scendere nello specifico ad analizzare il problema dello scontro di civiltà e della minaccia specifica del jihad alle conquiste di emancipazione femminile, sostiene che è il problema è il "patriarcato", così, in generale, valevole per tutta la galassia e oltre l'infinito? 
O la Maraini che riconosce la marocchinata ma dice che non possono essere stati i marocchini perché i migranti "hanno alle spalle storie dolorose"? 
Meglio stuprate che razziste. Negare, negare, negare. Che non si fermi, per carità, la gloriosa avanzata del mostro globalista nato dal coito immondo tra capitalismo e comunismo, che porterà la rivoluzione in ogni paese e la distruzione della nostra civiltà.
Sapete qual è l'unica fobia veramente pericolosa che andrebbe combattuta, ma che gli  esperti in Fobofobia del ministero del Pensiero Unico si guardano bene dal denunciare e combattere, anzi ignorano completamente? Si chiama androfobia e viene praticata da coloro che vedono l'origine di ogni problema nella pura esistenza del maschio in quanto tale. E' desiderabile che delle fobiche e i loro eunichi pretendano di rappresentare la voce delle Donne? Direi che è ora di dire basta. 
L'universo del pensiero femminile non ha bisogno dell'etichetta di "femminista" e di brandire l'arma del ricatto dell'inquantodonnismo ogni volta che deve esprimersi. Lo ha sempre fatto quando il femminismo non esisteva. Soprattutto si esprime in ogni campo dello scibile umano e in ogni luogo, non solo nelle riserve indiane delle rubrichette dei giornali dedicate alle "questioni femminili", che una volta erano il cucito,  il ricamo e le pene di cuore, oggi devono essere per forza i femminicidi, il gender e la visione androfoba ed ottusa del mondo. Il grande successo ( à la Monti) del femminismo sembra proprio quello di aver costretto una maggioranza a comportarsi come una minoranza piagnona.
Vogliamo dire che è tempo di togliere il femminismo, ovvero la riflessione delle donne su loro stesse e sulla difesa dei loro naturali diritti umani ovunque vengano negati o violati, dalle mani delle separatiste, androfobe, traumatizzate, nonché globaliste, buoniste, fiancheggiatrici e serve dell'élite reazionaria alla quale, come le sinistre, si sono vendute, che lo tengono in ostaggio? Vogliamo separare una volta per tutte il pensiero femminile dal "femminismo unico" di queste talebane che propugnano, d'intesa con l'élite, il femminesimo, malattia finale dell'autolesionismo occidentale? 
Molto tempo fa scrissi un post - ve lo linko così non mi ripeto qui - dove avvertivo che era giunto il momento di mettere da parte le false guerre di genere, abilmente orchestrate dal M.d.P.U., ed unirsi, uomini e donne assieme, per opporsi al tentativo in atto di cancellare i nostri diritti e le nostre libertà, progetto che può essere sconfitto solo da un esercito unito e non diviso nei mille rivoli della fluidità identitaria. Così capite anche a cosa serve il martellamento gender. 
Sui giornali stranieri, soprattutto quelli del mondo anglosassone, meno inclini alla melassa accoglientista nostrana, si comincia apertamente a collegare il fenomeno della migrazione selvaggia verso l'Europa - che sappiamo essere usata come arma di pressione - ad un tentativo di colonizzazione da parte dell'Islam, che sarebbe funzionale a sua volta ad un più ampio progetto di feudalizzazione globale, a quel famoso ordine mondiale che prevede una ristretta e ricchissima élite che governa una moltitudine di schiavi. Come in Arabia Saudita, del resto. Ecco, forse, il collegamento.
Nel novembre scorso Monica Crowley sul Washington Times scriveva che una parte fondamentale del jihad è la hijra, ovvero la conquista del territorio infedele mediante migrazione. Si mandano avanti gli uomini, poi, tramite i ricongiungimenti famigliari e l'alta fertilità, si diventa auspicabilmente la maggioranza sul territorio. Pensare che, a quel punto, possa ancora essere possibile l'integrazione, il "rispetto delle nostre leggi" come affermano le putain au bon coeur dell'accoglienza, e non la sharia applicata grazie alla hija, è pia illusione.
Ma queste sono cose che sappiamo.
I fatti di Colonia e del resto dell'Europa della sera di S. Silvestro, trattati dai negazionisti nostrani secondo i dettami del femminesimo dominante, ovvero del "mio figlio non è uno stupratore, è un bravo ragazzo, è lei che l'ha provocato", vengono invece analizzati in queste ore dagli studiosi che vogliono veramente analizzare il problema e dalle vere donne, non dalle femministe, come quello che è stato, ovvero un esperimento, un test per saggiare la risposta degli europei all'oltraggio verso ciò che dovrebbero avere di più caro: le loro donne.
Direi che l'esperimento, dal punto di vista di chi vuole conquistarci, chiunque egli sia, è perfettamente riuscito. Purtroppo per noi.
Se immaginiamo che si sia trattato di un attacco del jihad - qualcuno ha già coniato il termine groping jihad per questa forma di terrorismo sessuale, già messa in atto in altre occasioni, come abbiamo visto, ma negata dal buonismo peloso dei collaborazionisti, l'esito dell'operazione è stata la nostra resa incondizionata. 
Ora loro sanno che: quella del terrorismo sessuale è un'ottima tattica che potrà essere messa in pratica altrove e in maniera ancora più audace, tanto i media taceranno per vergogna e gli emasculati e succubi maschi europei si prenderanno la colpa al posto dei veri stupratori. 
Che i progressisti europei preferiscono offrire le proprie donne in pasto all'invasore, piuttosto che rischiare l'accusa di razzismo.
Che i tedeschi manderanno la polizia a bastonare chi scende in piazza a protestare contro gli stupratori stranieri e non questi ultimi e che l'estrema sinistra sosterrà che il problema non sono gli stupri etnici in casa propria ma il razzismo. Come quello subito attribuito alla copertina di un giornale.
Sanno che le autorità hanno negato fino all'ultimo i rinforzi richiesti dalla polizia di Colonia, e si può pensare che siano ben disposti a "lasciar accadere" questo tipo di cose sulla pelle dei propri cittadini.
Soprattutto sanno che, in generale, l'immagine dell'Europa in questo frangente è stata quella di un continente di vigliacchi senza palle, in balia di governanti totalmente incapaci e soprattutto senza la volontà di difendere i propri cittadini. Nello specifico, le loro cittadine.
Tutto a causa di questo maledetto femminesimo, di questo matriarcato (altro che patriarcato, brutte cretine!) ultraprotettivo nei confronti dei figli di puttana, dei teppisti, della peggio feccia vista sempre come "il mio bambino", che sta tirando su una generazione di decerebrati castrati dopo averne castrato i padri e che è attirata inconsciamente da questi rozzi selvaggi di importazione allevati da donne incapaci perfino di ribellarsi all'assurdità di un velo integrale e perpetuatrici essere stesse di una  società che si basa sul fondamento della loro sottomissione. Gli uomini li fanno le donne ad ogni latitudine, quindi anche nel mondo islamico e in quello africano dove sono sempre le donne a tenere ferme le bambine che devono subire l'atroce tortura dell'infibulazione.
Sapete, non vorrei che dietro alla piaga del femminesimo come femminilizzazione del mondo vi fosse nient'altro che qualcosa a cui non riesco a non pensare in questi giorni e che è un retaggio di miei antichi studi ed esperimenti di etologia. 
Si tratta di questo. Se in una gabbia contenente una famiglia di ratti si inserisce un maschio estraneo, tutto dipende dalla reazione del maschio "autoctono". Se questo reagisce ed attacca l'intruso, per difendere la femmina e i piccoli, bene, ma se egli vi si sottomette, sapete cosa fa la femmina? Si allea con l'intruso, lo aiuta ad uccidere il proprio maschio e uccide anche i piccoli, insomma pratica l'infanticidio, accoppiandosi poi con l'intruso per avere prole migliore. Accade non solo con i ratti, ma con i leoni e molte altre specie.
Ora, noi siamo uomini e non caporali, certo, pensare questo delle donne, che abbiamo cioè inconsciamente già scelto il vero maschio alfa dal quale farsi dominare, dopo aver castrato il proprio ed essersene dichiarate, di conseguenza, deluse, è brutto e assolutamente scorretto ma io lo penso lo stesso. Se una società inverte il suo corso di evoluzione in senso economico, è probabile che lo faccia anche attraverso una regressione psicologica verso modelli primitivi di società e schemi primordiali nel campo delle pulsioni. 
Ad ogni modo i conquistatori ora sanno che soprattutto le statiste accoglienti e materne non sono in grado di difendere le proprie concittadine - come molte madri del resto non difendono affatto le proprie figlie dai padri pedofili - ma possono, all'occorrenza, servire come ausiliarie a causa del loro istinto materno verso gli stupratori.
Mentre si preparava l'attacco simultaneo a sciame e, ultima rivelazione, 500 stranieri mediorientali e nordafricani si preparavano ad assaltare una discoteca a Bielefeld, in Westfalia, a caccia delle donne, mettendo a dura prova la resistenza degli uomini presenti, (noi lo sappiamo da due giorni, i giornali tanto presi dai Rolex di Renzi l'hanno scritto solo oggi, dopo dieci giorni), ricordiamo cosa andava in onda sulla rete ZDF.
Non è meraviglioso, rivisto ora? Non è la distruzione in mondovisione più sottile, sadica ed efficace della credibilità di una cosiddetta statista? Si, quella sera è stata pesantemente molestata anche Angela Merkel, ma lei se n'è resa conto troppo tardi, nonostante le avvisaglie dello scandalo VW.
L'attacco proditorio alle donne tedesche, condotto da manovalanza migrante probabilmente attivata dalla parola magica "jihad" o volgarmente assoldata, sembra avere avuto come ultima destinataria proprio Angela Merkel, questo riuscito esperimento di incrocio tra la Stasi e la I.G. Farben, la Mutti incarnazione del femminesimo, rivelatosi il solito golem lanciato alla terza distruzione dell'Europa negli ultimi cent'anni.
Sul New York Times di ieri, Ross Douthat commenta i fatti di Colonia come una prova del fallimento della politica dell'accoglienza della Cancelliera (che probabilmente è stata costretta ad adottare sotto pressione della famosa arma di migrazione di massa, n.d.r.) e conclude in maniera inequivocabile:
"Occorre ora chiudere le frontiere tedesche ai nuovi arrivi. Occorre iniziare la deportazione e il rimpatrio degli uomini validi e giovani. Occorre abbandonare la pia illusione che i peccati nazisti del passato possano essere assolti mediante lo sfrenato umanitarismo della Germania di oggi.
Occorre che Angela Merkel se ne vada, cosicché il suo paese e il continente che sta dominando, non paghino un prezzo troppo alto per la sua follia."
L'Impero ha parlato. Traetene le conclusioni. Potete anche farvi qualche domanda.

Lo stupro per la Boldrini: solo "mancanza di rispetto"

Lo stupro per la Boldrini: solo "mancanza di rispetto"

La maestrina condanna le violenze, ma non con il suo solito tono. E glissa sulla provenienza degli aggressori


Se (almeno) mille uomini molestano (almeno) ottanta donne, ci si aspetta una reazione quanto meno ferma da una come Laura Boldrini, che dei diritti delle donne ha fatto la sua battaglia e che si sente minacciata se qualcuno la chiama "il presidente".
Ma così non è stato. Non solo qualche mese fa la presidente della Camera si felicitava per "l'accoglienza e lungimiranza" che regnavano a Colonia - ma certo non poteva sapere cosa sarebbe successo poi -, a una settimana dalle violenze di massa la Boldrini non ha commentato l'accaduto. Fino ad oggi, quando all'agenzia Aska a ha parlato di aggressioni "veramente inaccettabili" e da condannare. Salvo poi limitarsi a chiedere chiarezza e ad aggiungere: "Le persone che si sono permesse questi atti di mancanza di rispetto anche violenti ne rispondano davanti alla giustizia".
Nessun riferimento alla provenienza degli aggressori che - stando al rapporto della polizia - sono "persone di origine straniera" che con arroganza sono arrivati a irridere le forze dell'ordine consci che nessuno avrebbe potuto fare nulla.
Oltre ad essere parole forse un po' troppo caute per chi non esitò a ragione a definire grillini e simpatizzanti "potenziali stupratori" per dei commenti - decisamente beceri - lasciati sotto un video in cui un cinque stelle portava in macchina "lady Ghigliottina". Quelli, a parole, erano potenziali stupratori. Quelli di Colonia, coi fatti, solo "irrispettosi anche violenti"?
Solo alle 17,30 del 7 gennaio, quando la polemica è già scoppiata, finalmente la Boldrini rompe il silenzio anche sui social. E - pur ancora senza parlare di immigrati - finalmente parla di "violenze, molestie e umiliazioni fisiche e verbali" e di "clima di intimidazione" a cui le donne sono costrette a sottostare.

Colonia: Il silenzio delle femministe

Colonia, il silenzio delle femministe sulle violenze degli immigrati

Dalla Boldrini alle femministe del Pd, tutte hanno paura a dire che i violenti erano immigrati. Per timore di dare ragione alla destra

Fonte: http://www.ilgiornale.it/news/politica/silenzio-delle-femministe-sugli-stupri-degli-immigrati-1210619.html


Nemmeno il numero elevato di donne violentate nella loro intimità, nemmeno l'indignazione della pubblica opinione, niente di quello che è successo a Colonia è riuscito a scalfire il muro dell'incoerenza delle femministe nostrane.
Laura Boldrini e Concita De Gregorio
Mille uomini, di origine mediorientale, hanno violentato e derubato oltre 100 ragazze nella notte dei Capodanno. Ma loro non parlano.
Anzi, è bene specificare. A farlo sono stati 1000 immigrati, profughi, clandestini. Bisogna essere chiari, perché le femministe italiane vivono in questi giorni un dramma interiore che le distrugge. Sono divise tra l'accoglienza-a-tutti-i-costi e la difesa dell'integrità delle donne, dell'emancipazione, della libertà femminile. Su questi bei propositi hanno fatto una legge, quella sul femminicidio, di dubbia utilità ma dal forte impatto mediatico. Eppure, si dimenticano di condannare ad alta voce gli stupri degli immigrati. Perché? Cosa le ferma?
Semplice, il buonismo. O chiamatelo come volete. Ovvero il rischio di dar ragione ai beceri della destra, ai populisti che da anni mettono la politica di fronte al problema - evidente - dell'integrazione degli altri popoli, delle culture diverse. Di quella islamica in particolare. Che in molti casi ha con la donna una relazione offensiva, lesiva dei dirititti, barbara. Come si può scindere le violenze di Colonia dagli stupri di Boko Haram, dalle violenze dell'Isis, dalle schiave Yazide e dall'imposizione del burqa? Non si può. Sono principi e modi di comportamento che superano le barriere e arrivano sulle nostre coste. Immutati. E poi si manifestano nelle nostre strade, nelle nostre periferie.
Pur di non dire che a mettere le mani sui seni e tra le gambe di quelle ragazze tedesche sono stati degli immigrati, le attiviste tutte preferiscono cucirsi la bocca. Quando invece occorrerebbe raccogliere gli avvertimenti di chi dice da tempo che ad integrarsi deve essere lo straniero e non un intero popolo adattarsi ai desideri di chi arriva in Occidente. Tace la Boldrini, che nel discorso di insediamento da Presidente della Camera aveva ricordato il suo impegno contro la violenza sulle donne. Quella volta era scattato l'applauso unanime dell'Aula. Oggi, invece, la Presidente ha scelto l'oblio.
Dire che aveva ragione Salvini fa male. Essere d'accordo con la Meloni, pure. E' dalla parte del giusto anche la Santanché, che ha definito i fatti di Colonia "un atto di terrorismo contro le donne". "Hanno dimostrato bene il loro concetto del femminile - ha aggiunto - e cioè che non sono persone ma oggetti. Come si può dialogare con chi non rispetta le persone? Dove sono le donne del Pd e le femministe? Il loro silenzio è assordante".
L'unica ad uscire dal coro del silenzio è stata Lucia Annunziata. Che sul suo blog ha riconosciuto come "il rapporto dell'Islam con le donne è un tema devastante, intriso di violenza e di politica", ha messo in dubbio che tutti i migranti arrivati in Europa siano davvero in fuga dalle guerre, ha chiesto "barriere successive per fare dell'ammissione in un paese un lavoro di integrazione". Peccato che il suo sia un risveglio tardivo. Le aggressioni di Colonia, per l'Annunziata, sarebbero il "primo episodio di scontro di civiltà". Ma non è così. Ce ne sono stati altri. Solo che sono rimasti fuori dalla porta dei salotti radical-chic.
La direttrice chiede alle femministe di iniziare una discussione sull'immigrazione per "evitare che la giustissima accoglienza di chi ha bisogno diventi la vittoria di Pirro della nostra sicurezza e indipendenza". Ma è già tardi. Oggi sarebbe bastato stigmatizzare le violenze degli immigrati. Condannare quello che è un attacco non solo alle donne, ma al modo di essere dei Paesi che accolgono, cioè dell'Europa.
Invece è prevalso il silenzio. Colpevole.

L'Europa è femmina. Dunque stuprabile.



I “siriani” hanno capito: l’UE è femmina. Dunque stuprabile.

Che disastro, che crollo, che devastazione delle belle certezze del politicamente corretto; un colpo alla dittatura benpensante, l’antirazzismo che collide col femminismo. L’analisi è di John Laughland, uno dei maggiori filosofi della politica e profondi critici della postmodernità, in un commento all’aggressione sessuale di massa dei medio-orientali a Colonia. Il titolo – “Antirazzismo e femminismo, due valori incompatibili?” – non dice abbastanza.
https://francais.rt.com/opinions/13364-allemagne-immigres-peur-images


Questo dicevano "prima"
Questo dicevano “prima
Non si tratta solo dei due “valori” (da intendere con ironia) della nostra “civiltà” (ironia doppia), ma della devastazione del Sistema, dalla brutale catastrofe dell’intero mondo dell’immaginario neutro, rassicurante e sanitizzato che ci è stato imposto come “civiltà” ed è la dittatura totale – osiamo dirlo – delle donne. Precisamente, delle castratrici.
Lo “scontro di civiltà” (detto con ironia) fra l’Europa e l’Islam ha mostrato tutta la sua ridicola virulenza proprio   nella relazione sessuale: la scoperta che i giovani maschi siriani, invece di essere grati e buoni da poveri profughi educati  e riconoscenti, abbrancano le donne e se le fanno. Ora, dice Laughland, se “gli attentati terroristici resteranno senza dubbio eventi eccezionali, il rapporto uomo-donna riguarda la vita quotidiana”. Da affrontare ogni giorno.
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gay lebiche danno il benvenuto
gay lebiche danno il benvenuto
Come? Perché come si può constatare “L’Europa in generale, e soprattutto la Germania, coltivano da decenni la femminizzazione della cultura politica e sociale. L’Unione Europea si definisce oggi soltanto in termini di virtù femminee: la pace, la non-violenza, la rinuncia ad una politica di potenza, la fine di tutte le gerarchie in politica, il consenso, l’omosessualità. Per le virtù cosiddette mascoline, coraggio, onore, non c’è più posto. Il concetto di paternità politica, che si esprime attraverso concetti come patria, è stato bandito dal discorso post-nazionale ed anti-nazionale della costruzione europea”.

Verissimo ritratto. Qualche mese fa’ m’è capitato di ascoltare da Massimo Cacciari il proposito che, invece di una “Europa delle patrie” (come la voleva De Gaulle) lui preferiva “L’Europa delle matrie”: senza voler riconoscere che di “matrie”, di madri, ne abbiamo fin troppe, dalla Mafia alla Chiesa alla UE stessa, ed proprio il padre che ci manca.

Ora, continua Laughland, la Merkel incarna in sé perfettamente la “matria”, la femminilizzazione neutralizzata. “Donna sposata che ha scelto di non avere mai figli, deve la sua popolarità sia alla sua personale mediocrità (non fa’ paura a nessuno e dunque l’elettore medio si può riconoscere in   lei) sia al suo soprannome, Mutti (mamma) che esprime il suo profilo politico di madre rassicurante del paese”. Ritratto spassoso della (a)sessualità della Cancelliera, che andrà completato dalle voci che vogliono che il marito della Mutti sia un omosex, mentre su lei stessa circola un’aura vaga di lesbismo: il che ne fa’ un’ancor più perfetta epitome dei “valori gender” che ci dominano: le donne coccolano i gay e vogliono uomini “neutri”, hanno svirilizzato non solo la cultura ma proprio i maschi europei, fino a renderli degli impotenti, degli eterni adolescenti-figli che fuggono le responsabilità, o dei masturbatori da video-porno; salvo poi lamentarsi perché quando “lei”   glielo ordina, lui non si trasforma in irsuta belva del sesso dalla impetuosa erezione selvaggia; a comando, per poi rientrare addomesticato nei ranghi quando lei ha da fare.
Magari esagero, e mi scuso per l’impoliticamente scorretto. Ma tendo a sottoscrivere la motivazione che Laughland identifica per l’ostilità incoercibile, esagerata, che la Merkel ha mostrato durante la crisi ucraina contro la Russia: “la paura sessual-ideologica davanti a un possibile ritorno della politica di potenza, dunque maschile, sulla scena europea”. Una paura ovviamente acuita dalle foto macho di Putin a caccia o a cavallo a torso nudo, e resa parossistica dalla “grande parata militare russa in commemorazione della vittoria del 1945, avvenuta il 9 maggio scorso, dall’estrema virilità”. Orrore, vuoi vedere che irrompe nella UE il marito, il padre o (per dire la parola censurata) l’autorità del pater familias, quello che comanda per natura –  e lo fa’ senza chiedere prima a “lei”? Subito, chiudiamo quella porta! Lasciamolo fuori, il bruto antidemocratico!
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E poi invece ben altro tipo di bruto ha fatto irruzione. L’orda. Ed è proprio la femminea, slombata Germania, la  “neutrale” e un po’ invertita e trans Europa dei diritti gay, che gli ha spalancato le porte: in nome dell’accoglienza,   con femminea commozione per il piccino morto sulla spiaggia turca, per un impulso donnesco del cuore: venite tutti, senza limiti, voi maschi giovani e singolinella donnesca convinzione, rafforzata dal buonismo politicamente corretto del “multiculturalismo”, che siccome gli diamo da mangiare e un sussidio, più il permesso di soggiorno, quelli “sarebbero stati al loro posto”; pieni di gratitudine e di umiltà. Addomesticati e un po’ psichicamente castrati, come loro hanno reso l’Homo Aereopaeus.
Così, la Germania che riceveva 11 mila immigrai musulmani nel 2008, ne ha imbarcati mezzo milione nel 2014; nel 2015 la cifra si aggirerà sul milione. E nel 2016,se tanto ci dà tanto – 10 mila immigrati al giorno nelle ultime settimane del ’15 – farebbe, potenzialmente, 3,6 milioni di stranieri. Vengano tutti, aveva detto la Merkel. Lavoreranno alla Volkswagen,   disciplinati ed addestrati come cani da circo, e terranno le mani a posto; e l’erezione sotto controllo. Certe brutte cose, Mutti non vuol vedere.
Figurarsi. Questa massa di immigrati induriti da esperienze di guerra  con sanguinosi sbudellamenti di vicini di casa e parenti,   che vengono da società che è poco dire patriarcali, dove il maschio è tiranno e a femmina o va’ coperta da capo a piedi e accompagnata da parenti maschi, oppure viene “disciplinata” dallo stupro (con seguente lapidazione), hanno subito avvertito di essere stati accolti in una società culturalmente finocchia, socialmente donnesca e politicamente femminilizzata, dunque inerme.
Hanno subito capito l’essenziale: che essa è spregevole e senza onore, essendo appunto femminile. Che “l’ordine” che vi regna è fatto di carte e procedure, senza coercizione alcuna; che qui delle donne comandano, la sindaca di Colonia, la Mutti, le Boldrini, le Mogherini e le Cirinnà: una vera provocazione,per loro. Hanno letto negli occhi degli accoglienti in nome dei “diritti umani” l’eunucoide che reprime il brivido di paura per l’Altro razziale – l’antico terrore primordiale del predone moro e del suo afrore – onde non essere politicamente scorretto? Fatto sta che hanno voluto provare a rompere l’ordine di paglia.


Chissà perhéci disprezzano
Chissà perché ci disprezzano
E così anche le femministe, le politicamente corrette, le Boldrini abituate a comandare a sotto-maschi, le Merkel hanno taciuto davanti alle violenze sessuali di massa di San Silvestro. Ammutolite dal crollo dei loro falsi valori, del loro potere sul discorso pubblico, e dall’irruzione del branco maschile. Chi doveva difendere le donne nella notte di San Silvestro? La polizia tedesca ha una sola preoccupazione esistenziale: non somigliare alle SS. Il che significa che è castrata per lungo addestramento. Svirilizzata, vestita di colori ridicoli per non parere militare, aveva bisogno lei stessa di esser protetta. Evidentemente intimorita non solo dalle belve sessuali, ma – ancor più – dal terrore delle superiori che impongono il politicamente corretto:  il capo della polizia si è dovuto strappare dalla bocca il fatto che i violenti erano ”di tipo arabo o nord-africano”. E già con questo ha rischiato   d’ essere incriminato lui, per “discriminazione facciale” (commenta Dedefensa). Le forze dell’ordine? Si  sono fatte sparare addosso razzi e fuochi d’artificio. Se hanno provato a ingiungere:“Documenti, prego” (sai che paura!) quelli glieli hanno strappati sotto gli occhi, i loro permessi di soggiorno, ghignando: “Ce ne facciamo dare degli altri”.
Segno che hanno capito tutto di questa spregevole Europa. E del suo vuoto di essere – di palle, perché l’essere è sessuato  – dietro le carte burocratiche
Vi convince la chiave di Laughland? A me sì.   Vedete che chi s’è opposto con virile energia alla accoglienza senza limiti – come Victor Orban – è stato demonizzato dai media e dai politici donneschi e dai castrati di corte: che rude omaccione! fascista, retrogrado, politicamente scorretto, non è cieco alla “cultura islamica”, è “discriminatorio”; è autoritario;  ai confini “usa la violenza”;   ma noi ci vendichiamo e gli togliamo i finanziamenti UE. E’ stato tutto uno strillo isterico nel cui fondo emergeva la paura subconscia per la riapparizione dell’uomo (di Stato); paura-odio che abbiamo visto avere una parte  – pensateci – nel trattamento che hanno fatto subire a Varoufakis, per lo stesso evidente motivo.
Adesso le “donne” castranti – sto pensando alle Boldrini, alle Gruber, per esempio – si danno da fare per ridurre il danno: non tutti erano neo-immigrati, non fare di ogni erba un fascio. Ma la brutalità della catastrofe  che la realtà ha abbattuto sul castello del politicamente corretto e dei “valori” neutrali, dei “diritti umani” di cartapesta, sarà difficile da riparare. “Quelli” stuprano, è un fatto. E noi qui, indifese…
Angela Merkel il 7 ottobre, davanti all’inarrestabile marea, ha avuto un’uscita sgomenta, smarrita: “Non ho il potere, e nessuno lo ha, di determinare quanta gente viene qui”. Un’ammissione di impotenza, molto femminile in fondo, la rattenuta consapevolezza che “ci vorrebbe un uomo” perché ho fatto un pasticcio e non so come uscirne.
Perché non provare la decisione di chiudere le frontiere tedesche, magari? Molto tipica la risposta che ha dato sempre la Merkel, ormai sopraffatta, il 9 ottobre ad una giornalista che glielo chiedeva: “No; a quel punto si vedrebbero delle immagini che nessuno può augurarsi”.  Ecco il punto: i telegiornali della sera sono i veri padroni. E’delle loro immagini che si allarma in anticipo Mutti. E’ la tv che (conclude Laughland)”detta la politica del paese più potente d’Europa”. Della Matria germanica, cioè.


Fonte: http://www.maurizioblondet.it/i-siriani-hanno-capito-lue-e-femmina/