Da Der Spiegel (1997)- La Società senza-padre |
Ora che si prospetta l'eventualità che il DDL Cirinnà sia in parte o in tutto approvato, si alzano le proteste dal mondo cattolico e non cattolico.
Tutti a reclamare il diritto per i figli ad evere una mamma e un papà, diritto naturale, diritto sacro, diritto inviolabile, non negoziabile, bla-bla.
Ciò fa davvero riflettere, perchè questo schieramento, quando quotidianamente i diritti dei padri separati sono calpestati da una certa magistratura svogliata (speriamo nel futuro minoritaria) nonostante la legge sull'affido condiviso del 2006, ebbene questo schieramento non si è mai visto.
Non si sono viste le manifestazioni di piazza quando, zitti zitti, alcuni togati (non tutti), nelle cause di separazione coniugale (1/3 dei matrimoni) semplicemente interpretavano la vigente legge sull'affido condiviso in maniera davvero balzana, relegando i padri ad un ruolo secondario rispetto a quello delle italiche madri e tutto ciò, si intende, per "il supremo interesse del minore". Sembrava allora a una pletora di esperti di famiglia che il solo affetto di madre potesse bastare a far crescere i figli. E il mondo cattolico è rimasto in silenzio.
Non si sono viste le manifestazioni di piazza quando, zitte zitte, alcune cristianissime madri (non tutte) ricorrevano ai mezzucci delle false accuse, delle menzogne strumentali contro gli ex-mariti al fine di poter godere in maniera esclusiva dell'affetto della prole, di affetti ed effetti. Sembrava allora ad un certo cattolicesimo malato di "pastoralismo" (più attento a non perdere consensi che a difendere la Verità) e un pò madonnaro, sembrava che il dialogo, la comprensione, l'ascolto, "l'intercettare il disagio" fossero le uniche vie. Il fatto che, conseguentemente, i nostri figli e le nostre figlie potevano godere dell'affetto di un solo genitore, non era faccenda da manifestazioni di piazza.
Non si sono viste le manifestazioni piazza quando anche la Caritas indicava i padri separti come nuovi barboni (link).
Non si sono viste le manifestazioni di piazza quando la Corte EUropea condannava l'Italia per Con la sentenza (link) (Cedu - Decisione del 29 gennaio 2013 n. 25704/11) per la prassi con cui un genitore naturale (padre, ovviamente) era escluso dall'accudimento verso i figli.
Non si sono viate le manifestazioni di piazza per la prassi delle ASL, delle psicologhette e degli "esperti" circa gli affidi e allontanamenti facili dalle famiglia "natrali" (link, interrogazione M5S)
Non si sono viste le manifestazioni di piazza quando la prassi italica sulla cura filiale era affidata alle elucubrazioni e alle panzane delle psicologhette delle ASL, pronte a difendere "il supremo interesse del minore" e nei fatti a inventare qualsiasi arzigogolo per protrarre nel tempo le "perizie sull'idoneità genitoriale", basate sul nulla scientifico e sull'accrocchio dialettico. Per contrappasso, anche oggi, sulla step-child adoption, sono sempre gli psicologhetti/e a berciare la propria: chi per i sì (link; link)e chi per i no (link, link).
Non si faceva manifestazioni di piazza di fronte alla demonizzazione della figura paterna (link)
Relegare il padre ad un ruolo subalterno ha aperto la via, ogni via alternativa.
Il mondo cattolico, ma un pò pagano e madonnaro, ha trangugiato l'affido condiviso truccato, ha accettato nei fatti la prassi della famiglia mono-parentale. Ha eccettato il teorema che, per il "supremo interesse del minore", i nostri figli e le nostre figlie potessero crescere, in moltissimi casi, senza il costante e quotidiano affetto di un padre.
E' il teorema della «Famiglia sì, padre no», un controsenso carico di conseguenze.
Infatti, dato per acquisito il teorema "«Famiglia sì, padre no», allora i nuovi profeti della famiglia si saranno domandati: non può essere che, magari togliendo anche la madre naturale, o mescolano madre/padre naturale/adottivo/a, i figli possano crescere bene lo stesso? Non sono forse gli psicologi, gli esperti della famiglia, gli studiosi della psiche, pediatri, neupsichiatri e compagnia cantante a determinare se un soggetto/a hanno valide capacità genitoriali? Non sono forse i giudici a determinare, caso per caso, con chi possa trascorrere il suo tempo il "minore"? Utero in affitto, step-child adoption non sono forse i corollari del teorema che, nei fatti, la Chiesa purtroppo ha sempre avallato? Il teorema «Famiglia sì, padre no» non ha forse portato al corollario «Famiglia no, figli sì»?
«Famiglia sì, padre no». E allora verrà «Famiglia no, figli sì». E poi «Figli no, affetti sì».
Bene e adesso? Adesso che i nuovi profeti della famiglia mettono in discussione anche la figura (importantissima e paritetica rispetto al padre) della madre, con le nefaste conseguenze di utero in affitto e quant'altro, allora il mondo cattolico scende in piazza.
Una tardiva riscoperta dell'importanza delle due figure, paterna e materna, nella crescita dei figli.
Si chiude il recinto dopo che sono scappati i buoi.
Speriamo non sia troppo tardi.
http://comeulisse.blogspot.it/2016/01/nuovi-diritti-e-i-vecchi.html
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