fonte: http://abbattoimuri.wordpress.com/2013/03/22/madri-sante-e-padri-criminali/
I figli devono stare con le madri e se i padri vogliono stare con i figli significa che hanno un secondo fine. Vuol dire sicuramente che sono molesti, vogliono picchiarli dalla mattina alla sera, vogliono stuprarli abitualmente ogni notte, vogliono percuoterli psicologicamente, vogliono poter avere uno strumento in più affinché le loro ex mogli, tutte innocenti, patiscano.
Se le madri combattono per ottenere l’affido di quei figli sicuramente vogliono salvarli dalle brutalità di un padre violento, vogliono restituirli alla propria vita, vogliono fargli vivere una infanzia perfetta, vogliono proteggerli dal mondo.
I padri mentono sempre. Le madri non mentono mai. Quando i padri dicono che le mamme sono moleste sono sicuramente vendicativi e nascondono qualcosa. Quando le mamme dicono che i padri sono abusanti significa che sono delle sante donne e dicono certamente la verità. I padri, si sa, sono tutti criminali. Le mamme invece no. I padri restano con i figli sotto sorveglianza speciale delle mamme perché quando le mamme non sono presenti chissà cosa potrebbero fare. Le mamme possono restare da sole con i figli perché anche in solitaria compiono sempre tante buone azioni.
Quando la mamma dice che il papà ha usato la Pas per toglierLE il figlio, ha ragione. Quando papà dice che la mamma ha usato la Pas per togliergli il figlio, invece, ha torto.
Quando la mamma dice che il papà usa la Pas per strappare via il figlio alla “sua vita” va in televisione. Quando il padre dice che la mamma ha fatto la stessa cosa, se parla troppo, ci sta che finisca pure in galera.
Se la mamma insiste per avere il figlio o la figlia vicini allora compie quel che è naturale fare. I figli, come cultura patriarcale impone, devono stare con la madre, d’altronde. No?
Se il padre insiste per ottenere più visite, più affido, momenti, per stare con un figlio o una figlia può ricevere, per tanto amore e tanta attenzione, nell’ordine: una denuncia per stalking, una denuncia per molestia, una denuncia per violenze, una denuncia per abusi. Se tenta di difendersi gli piovono addosso denunce per diffamazione, calunnia, con il pignoratore sempre sotto casa perché anche se è un molestatore, secondo le accuse della ex moglie, però si esige da lui che paghi ogni mese il mantenimento di quei figli che si dice abbia molestato o di quella ex moglie che si dice abbia maltrattato.
Se la madre esige che il figlio resti in casa con lei, non c’è problema. Se lo esige lui, per qualche giorno a settimana, allora emerge la conflittualità e lo Stato lo ricatta e dice “se insisti, mando tuo figlio in una casa famiglia” e lui molla e resta lì a pietire un momento in più concesso dalla ex che brandisce il figlio come strumento di controllo affettivo e di potere.
Ho cominciato a occuparmi di Pas anni fa. So quasi tutto quel che c’è da sapere. Lo ritengo uno strumento autoritario, pessimo, che accelera la valutazione su quel che nei tribunali e in psicologia viene comunque giudicata una forma di maltrattamento del minore. Il punto è che nel trattare queste vicenda non c’è equilibrio. Ci sono solo tifoserie e di risolvere i problemi che originano questo casino c’è poca voglia perché pochi hanno voglia di rimettere in discussione una cultura intera che stabilisce l’innocenza della madre e la colpevolezza del padre a priori. Anche se è innocente fino a prova contraria. Anche se ha superato accuse e controaccuse e dopo aver speso un capitale e una vita per difendersi risulta essere innocente.
E non importa che questi padri vadano in giro con le sentenze di assoluzione attaccate in fronte. Sempre criminali restano.
Provate a dirlo alle madri che difendono i propri “cuccioli” nelle cause di separazione. Cosa ne pensano? Cosa dicono? Che i padri che vogliono l’affido dei figli sono violenti, tutti pedofili, anche se sono stati assolti, e che chi parla in loro favore sarebbe complice di quegli atti osceni.
Esistono genitori abusanti ed esistono persone violente. Esistono uomini che maltrattano figli e mogli, ma non brandite i numeri dei delitti che vedono le donne come vittime per ribadire la santità donnesca e materna. Non usate i cadaveri delle donne uccise per ribadire una teoria e per rafforzare una cultura in cui di donne in malafede, donne imperfette, donne incazzate, donne vendicative, donne umane, non si può parlare mai. Non strumentalizzate la lotta contro la violenza sulle donne per ripristinare l’ordine “naturale” e “patriarcale” delle cose, dove la madre resta a fare la madre e il padre al più guarda a distanza e sgancia un assegno di mantenimento.
Io voglio un futuro in cui ogni violenza sia riconosciuta tale, in cui si smetta di dire che i padri o le loro nuove compagne siano a favore della violenza sulle donne o addirittura dei bambini perché è una bugia. Voglio un futuro in cui non vi sia un pregiudizio di genere così grosso da far temere ad un padre di avanzare qualunque richiesta, pena l’esclusione dagli affetti, dalla vita, da ogni cosa. Voglio un futuro in cui non si brandiscano sindromi o psichiatrie varie per dimostrare l’inaffidabilità materna o paterna. Voglio un futuro in cui le donne, le madri, devono poter e voler dividere il proprio ruolo di cura con l’altro genitore e il padre deve poter vivere un rapporto affettivo intenso e vero con i propri figli senza che esista una ex moglie che in fondo in fondo se lui vuole stare con suo figlio lo considera un po’ frocio e con giudizio omofobico annesso, dunque, anche pedofilo. Voglio un futuro in cui i figli non devono essere usati in queste battaglie in cui uomini e donne si contendono lo scettro della genitorialità perché sono genitori per scelta e sono ottimi riferimenti entrambi. Voglio un futuro in cui la psichiatria e nessuno strumento autoritario sia mai ritenuto utile per risolvere problemi irrisolvibili. Voglio che i figli non siano di “Stato” e che le donne smettano di chiedere tutela e rivolgersi allo “Stato”, al padre padrone per eccellenza, per farsi aiutare ad essere schiave di una cultura catto/fascista che le elegge Madonne e Martiri e le santifica Madri.
Volete una notizia? Lo schema di reazione di padri che tentano di opporsi alla santità materna non buca, non funziona, non è forte tanto quanto, perché regnano sovrani i pregiudizi, perché aleggia su di noi l’eterno fantasma di una inquisizione medioevale che ci fa stare pronti ad imbracciare forconi ogni volta che si demonizza un uomo. Non funziona perché c’è tutto il “bene” che lotta contro il “male” e perché in fondo loro stessi sono intrisi della stessa cultura con la quale siamo cresciute noi.
Se parlaste con loro, singolarmente, vi rendereste conto che sono arrabbiati, che pensano di dover giustificare ogni azione, ché tanto non gli crede mai nessuno, ché sono cresciuti con chi gli diceva che la violenza è male, toccare un bambino è una cosa sporca, toccare una donna idem, e non sono santi, non sono neppure eroi. Sono solo umani.
Le violenze stanno dappertutto e dipende anche cosa si intende per violenza. E’ chiaro che abusare una donna o una bambina è una gravissima violenza. Ma inventare una accusa e tenere alla sbarra un uomo per rovinargli la vita e tenerlo lontano da sua figlia è violenza oppure no?
Perché in fondo, si sa, in un sistema forcaiolo, dove perfino le compagne femministe sedicenti garantiste tifano per la pena di morte ad un uomo sulla base di una semplice accusa, prima ancora che qualunque processo sia svolto o finisca, se finisci in galera qualcosa devi pur aver commesso, no?
Lì vedrei bene, care, una discussione tra di noi sugli stereotipi sessisti (che non esistono solo a senso unico, evidentemente), sul carcere, il garantismo, cosa pensiamo noi del fatto che i contesti pro/mamme arresterebbero un uomo solo sulla base della parola di una moglie/madre. Davvero, si, apriamo questa discussione: cosa ne pensate della presunzione di innocenza?
Vedrei bene anche una sana discussione sulla genitorialità in senso queer giusto in quei contesti che ribadiscono che del “padre” si possa fare a meno ma della “madre” mai. Perché delle due l’una. O facciamo a meno di nominare le genitorialità per specificità di genere, ma intendo proprio che facciamo a meno di nominarle tutte, o diversamente se ne rafforza una e si risantifica la madre – modello etero-normativo e biologicamente riduzionista per eccellenza – semplicemente ad esclusione di altre figure genitoriali. E questo non è bene. Sicuramente non lo è per quelle come me che vogliono ruoli di cura in condivisione piena, ma piena in tutto. Non è così anche per voi?
Ps: per inciso, queste mie posizioni mi costano ostracismo, diffamazioni, calunnie, e tutto il repertorio riservato a chi accende un dubbio su questa materia.
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