Francia, un altro passo verso il mercato dei figli: autorizzata «la fabbricazione di bambini senza padre». Venerdì tocca all’utero in affitto
Per la Corte costituzionale le
coppie di donne possono concepire all’estero con l’eterologa (vietata in
patria): la compagna della madre può adottare il figlio
La legge francese permette di accedere alla fecondazione assistita eterologa solo alle coppie eterosessuali sposate, la cui infertilità sia scientificamente comprovata. Questa norma però non deve impedire a una donna che si reca all’estero per l’inseminazione artificiale di ottenere che la propria compagna in Francia possa adottare il figlio così concepito.
«FABBRICARE BAMBINI ORFANI». È questo il succo della sentenza emessa oggi dalla Corte costituzionale francese, che aggira di fatto una legge dello Stato autorizzando all’estero ciò che è vietato in patria: cioè la fecondazione per le coppie di donne dello stesso sesso. «Questo avviso, per quanto consultivo, elimina il divieto per una coppia di donne di fare ricorso alla Pma (procreazione medicalmente assistita, ndr) qualora l’inseminazione abbia luogo all’estero», commenta la decisione dei giudici in un comunicato la presidentessa della Manif pour tous, Ludovine de La Rochère.
«La giustizia – continua – incoraggia anzi ad aggirare la legge francese. Questo è allucinante! La Pma per le coppie di donne ha lo scopo di fabbricare volontariamente bambini orfani di padre: questo si chiama progresso? La risposta è no».
NUOVA MANIFESTAZIONE. Per la Manif, che il 5 ottobre tornerà a sfilare per le vie di Parigi e Bordeaux, «dopo il matrimonio, è la filiazione ad essere sotto attacco». Negli ultimi mesi, molte corti francesi avevano negato l’adozione di bambini alle compagne delle donne che li avevano concepiti con fecondazione all’estero, in quanto questa pratica aggirava volontariamente la legge francese. «L’adozione – si legge ancora nel comunicato – è fatta per donare una famiglia a un bambino», non per privarlo volontariamente del padre.
«TORNARE ALLA RAGIONE». Secondo de La Rochère, «all’origine di questo stravolgimento della filiazione contrario all’interesse superiore del bambino c’è la legge Taubira [sul matrimonio gay]. Ecco perché è necessario abrogarla per proteggere il bambino. (…) Abbiamo superato ogni limite, bisogna tornare alla ragione perché dopo la Pma, toccherà alla Gpa (utero in affitto, ndr)».
UTERO IN AFFITTO. Con quest’ultimo riferimento, la presidentessa della Manif si riferisce a una conseguenza che tutti in Francia danno ormai per scontata: venerdì 26 settembre scade il termine ultimo a disposizione del governo francese per fare ricorso alla Gran Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo in merito alla sentenza del 26 giugno scorso.
In quell’occasione la Corte europea aveva condannato la Francia a riconoscere i figli di coppie francesi nati all’estero con la tecnica dell’utero in affitto, proibita in patria. Questo porterebbe all’inevitabile legalizzazione in Francia della maternità surrogata (e dell’incesto), perché altrimenti si discriminerebbero coloro che non hanno i mezzi per pagarsi un viaggio all’estero in India o Ucraina dove la pratica è legale, incitando di fatto «a violare la legge».
SFRUTTARE DONNE E BAMBINI. Salvo colpi di scena dell’ultima ora, in pochi giorni la Francia si appresta ad approvare lo sfruttamento di donne e bambini. Se la commercializzazione del corpo delle donne (come lo chiamano socialisti e femministe) dovrà aspettare il verdetto di venerdì per essere regolarizzata, quella dei bambini grazie alla sentenza di oggi è già realtà, come afferma in un comunicato la Fondation Jérôme Lejeune: «La società francese ha elaborato un “diritto al figlio”. (…) Questa riduzione a oggetto del bambino [permetterà] di sviluppare pratiche di fabbricazione, selezione, eliminazione, vendita e commercializzazione dei bambini».
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