In Italia prima adozione a coppia di donne. La chiamano gay, ma si dice lesbica
Fonte: http://www.adiantum.it/public/3573-in-italia-prima-adozione-a-coppia-di-donne.-la-chiamano-gay,-ma-si-dice-lesbica.asp
Il tribunale per i minorenni di Roma, ben conosciuto anche per alcuni
decreti ammazza-famiglia, concede l'adozione - la prima in Italia - ad
una coppia di donne. Cori di giubilo e versetti giornalistici
accomodanti (siamo nell'era di sinistra, c'è poco da fare signori..)
danno il provvedimento come una conquista per la società civile, un vero
e proprio segno dei tempi.
Sarà anche il segno dei tempi vagheggiato dall'Huffington
Post/Repubblica, ma si tratta comunque di una porcata sia dal punto di
vista normativo, sia da quello sociale.
Infatti, in Italia La legge 4 maggio 1983, n. 184, poi modificata dalla
149/2001, prevede che la dichiarazione di disponibilità all'adozione
debba essere effettuata da una coppia coniugata da almeno tre anni. Il
periodo di convivenza more uxorio è considerato alla stessa stregua di
quello del matrimonio, fermo restando il fatto che la coppia deve
comunque essere coniugata al momento della presentazione della
disponibilità.
L'art. 44 prevede, tuttavia, deroghe per alcuni casi specifici:
- quando gli adottandi sono uniti al minore - orfano di padre e di
madre - da vincolo di parentela fino al sesto grado o da rapporto
stabile e duraturo preesistente alla perdita dei genitori,
- quando un coniuge adotta il figlio, anche adottivo, dell'altro coniuge,
- quando il minore è portatore di handicap e orfano di entrambi i genitori,
- quando non sia possibile l'affidamento preadottivo.
Quindi, salvo i rari casi anzi detti, non è possibile l'adozione da
parte di una coppia non sposata e, dal momento che non è consentito il
matrimonio di persone dello stesso sesso, l'adozione da parte di coppie
omosessuali non è possibile, e poco importa che Renzi abbia indicato
Settembre come il mese in cui si sarebbe trattato il tema al CDM: la
legge non c'è, e la giustizia non ha il potere di colmare - ammesso che
ci sia - un vuoto normativo.
L'articolo dell'Huffington Post scrive "...Le due mamme hanno dapprima
intrapreso e portato a termine un percorso di procreazione eterologa
all'estero, e poi...".
Le due mamme ? Ma di cosa stiamo parlando ?
Le due donne (dal momento che, delle due, la mamma è una sola) sono
andate all'estero perchè - guarda caso - in Italia ciò che hanno fatto
non è permesso dalla legge. Hanno ricevuto il seme di 2-3 donatori, lo
hanno mischiato per bene in modo da non individuare di primo acchitto la
provenienza genetica, e una delle due si è ingravidata.
Non è la tanto sognata (dalle femministe) Partenogenesi, e non ci siamo
ancora: il semino dell'uomo, care lesbiche, serve ancora.
Dal punto di vista squisitamente normativo, contrariamente all'opinione
schierata dell'Huff., il Tribunale per i Minorenni di Roma ha
interpretato troppo estensivamente la norma di apertura contenuta nella
legge sull'adozione, ed ha concesso un diritto ex novo, ovvero creato
una situazione prima inesistente, e garantito nel c.d. interesse del
minore la copertura giuridica a una situazione di fatto già consolidata e
generata in barba alle leggi italiane.
La scusa di dover "riconoscere diritti e tutela a quei cambiamenti
sociali e di costume che il legislatore ancora fatica a considerare" non
se la beve nessuno.
Da oggi la lobby lesbica (potentissima e piena di soldi, da sempre
affiliata alla cosca vetero-femminista) può cantare vittoria. Il
precedente è creato, e niente ormai ostacolerà "il progresso".
Curioso, poi, vedere i media di sinistra ripetere ossessivamente il
termine "coppia gay", pur di non dire "coppia lesbica". Eh sì, anche
queste sottogliezze, per chi ha un pò di esperienza nella
comunicazione/disinformazione di massa, non passano inosservate. I gay,
infatti, sono quelli con il pene, e per loro la possibilità di adottare -
per la quale si esprime identica perplessità - è ancora una chimera.
Loro non hanno la vagina e gli ovuli, tutto qui. Ma avrebbero il seme, e
spesso lo regalano (insieme ad un frullatore, per fare il "miscuglio
politicamente corretto") alle amiche lesbiche che promettono loro, in
cambio, eterna riconoscenza e qualche foto del bambino ogni tanto.
Triste vedere come la vicenda venga enfatizzata come una conquista di
civiltà giuridica e sociale, quando ancora oggi centinaia di migliaia di
papà vengono quotidianamente discriminati nelle aule di tribunale, dove
le leggi esistenti (vedi la L.54/2006), invece, vengono interpretate
restrittivamente, svuotate di significato e, quindi, boicottate dalla
magistratura con arroganza e dolo diffusi.
Una rondine non fa primavera, e certamente i tribunali italiani non
possono vantarsi di essere all'avanguardia, quando nelle loro aule
continuano a perpetrarsi abusi ai danni di tante famiglie cui vengono
allontanati i figli senza gravi motivi.
Questa sentenza puzza di omaggio alle lobbies che fanno capo alla
sinistra, niente e nessuno potrà toglierne l'olezzo aprendo
semplicemente le finestre di casa per "far cambiare l'aria".
Fonte: Redazione
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