A volte gli spot pubblicitari valgono mille chiacchiere.
C’era una volta una bambina che infilava nella tasca del papà in partenza un fusillo Barilla per lasciargli un segno di casa, anche quando sarebbe stato lontano…uno spot indimenticabile che aveva come protagonista una famiglia che trascorreva un conviviale momento di condivisione insieme prima del viaggio di lavoro del papà. Correva l’anno 1988
Ora è il 2016, c’è sempre un papà e c’è sempre una figlia, questa volta il papà è Pierfrancesco Favino. La bambina è sola con la confezione di ragù Barilla e di certo sente la mancanza del padre che chiama invitandolo a tornare presto a casa, perché ha preparato il ragù.
La bambina mente perchè è un ragù pronto e sembra che anche il padre lo intuisca, ma sta al gioco.
Lo spot si chiude con papà e figlia che mangiano insieme gustandosi la pasta al ragù.
Finale: grazie a Barilla è stato possibile coltivare gli affetti familiari.
Già IKEA aveva tentato qualcosa di simile (link), con un bellissimo spot ("la papà-cena", forse perchè per quella bimba dello spot c'è anche la "mamma-cena"), dove era il papà a preparare tavola per la figlia, in un appartamento non certo lussuoso, non certo ricco, ma dove ancora (grazie a IKEA, ovviamente) sembra possibile si possano coltivare gli affetti familiari.
In entrambe gli spot non ci sono madri, forse perchè l'intento è proprio di rappresentare una realtà in cui i figli sono costretti a vivere con i genitori separati.
Forse lo spot è proprio indirizzato a far colpo sulle figure genitoriali che più subiscono la mancanza dei figli. Una realtà in cui spesso uno dei due genitori si è dovuto rifare una vita, anche dal punto di vista economico (la casa accessoriata da IKEA) o è in perenne difficoltà a mettere insieme orari, famiglia (quello che rimane) e lavoro (la figlia che parla al padre mentre è al volante).
In entrambi i casi lo spot commerciale (i prodotti Barilla, i mobili IKEA) sembra volto ad accattivarsi il favore di quei padri a cui è rimasto, dopo il naufragio del matrimonio, unicamente l'affetto dei figli, di quei padri che fanno fatica a rimettere su una casa decente e a mettere insieme famiglia e lavoro.
Realtà negata sia dallo schiamazzo delle femministe al nostro Parlamento, sia dal becerare delle pari-opportuniste, che ben godrebbero nel vedere i genitori separati cacciati di casa (spot Ikea) o in difficoltà permanente col lavoro&famiglia (spot Barilla).
E spesso la realtà si prende la rivincita sulle idiozie del momento, su famiglia, rapporto padri-figli, genitorialità!
Uno spot può molto, soprattutto può superare molti silenzi, molte omissioni, molte ipocrisie!
Nessun commento:
Posta un commento