lunedì 28 agosto 2017
venerdì 25 agosto 2017
Il tramonto del Padre è il tramonto dell'Occidente
Sicuramente i padri, quelli
separati, assistono con un certo disincanto a quanto sta avvenendo sul fronte
immigrazione e jus soli.
Da più parti, dalla politica,
alle ONG, allo stesso Vaticano è tutto un fermento di difese: difese dei
diritti, difesa della legalità, difesa della Nazione, difesa delle persone,
difesa degli Italiani, difesa dello straniero, delle donne e dei bambini
vittime della guerra e della persecuzione, jus soli e jus culturae.
I padri italiani, vittime delle
prassi delle ingiuste separazioni coniugali, assistono con disincanto nel
vedere un film già visto, un déja vu, per intenderci quello fatto
di titoloni sulle testate giornalistiche dove molti sedicenti benefattori
corrono "in aiuto di", "in difesa di", aiuto fatto sulla
carta di buone intenzioni e declinato nel modo più miserevole. Il déja
vu del business dell'aiuto.
La febbre dell'aiuto sembra
il leitmotiv del tempo attuale, che ha sostituito la febbre dell'oro.
Salvo constatare che poi è la
stessa cosa.
Le ONG umanitarie in aiuto dei
gommoni, le cooperative in aiuto dei migranti, la Caritas in aiuto degli
sbarcati, le Amministrazioni Comunali consenzienti in aiuto dei rifugiati, lo
stato in aiuto economico delle organizzazioni in aiuto dei rifugiati. Salvo poi
constatare che tutto questo fermento, tutto questa dedizione alla difesa del
debole è ben remunerata, ha i suoi vantaggi e, "sorprendentemente"
non consegue gli esiti desiderati.
Vantaggi assicurati per chi gestisce
il soccorso umanitario:
COOP, Caritas, ONG, centro di accoglinza. Salvo poi constatare che, dietro
l'aiuto, si nasconde la truffa, il falso e i maltrattamenti, magari a danno
degli stessi soggetti che si intendeva aiutare. Senza parlare dei problemi di convivenza e di legalità (vedere i fatti di Roma nello sgombero dei rifugiati a Piazza indipendenza)
Salvo poi entrare in un giro
vizioso. Con l' "accoglienza ad ogni costo" si incentiva
l'immigrazione (volontaria e imposta dagli "scafisti"), con l'immigrazione
si incentivano i trasferimenti in denaro dello Stato e il gioco è fatto. Il
business dell'accoglienza, alcuni giornali lo hanno titolato.
Alcuni vedono più in là e
scorgono, nei fenomeni immigratori voluti e finanziati, nell'accoglienza ad
ogni costo, un chiaro esempio di decadenza della società.
Ida Magli scriveva:
"Ogni sistema culturale
integra comportamenti estranei soltanto se questi non sono in contraddizione
con il modello di base, se non ne alterano la «forma» significativa".
"Ogni modello culturale
possiede una forma, ...., e rigetta perciò gli elementi estranei non
compatibili, in analogia con il sistema immunitario di sorveglianza e di
identificazione con il quale li rigetta l'organismo biologico. Non appena,
quindi, viene meno la reazione di rigetto e il sistema comincia a lasciarsi
invadere da elementi appartenenti a sistemi diversi, inizia il suo itinerario
verso l'estinzione e manda il tipico segnale che l'antropologo percepisce come
«etnologico»: segnale di pseudovita, di «vita morta».
In ambito di diritto familiare, sembra di aver assistito a un fenomeno simile, anche qui basato sul business dell'aiuto. Gli assistenti sociali in aiuto dei bambini (presunti) maltrattati, gli
avvocati familiaristi in aiuto delle madri (presunte) vittime di violenza, le
Amministrazioni in aiuto, economico e legale, delle donne (presunte) vittime di
violenza, lo Stato in aiuto dei centri di accoglienza delle donne vittime di
violenza (presunta), i tribunali che "mettono il minore al centro",
le case famiglie desiderose di aiutare i minori messi "al centro", e poi la schiera di psicologhette e di educatori che, biro e notes, fanno colloqui, aiutano, aiutano, stendono perizie per i tribunali, formulando evanescenti valutazioni sulle "capacità genitoriali" dei padri italiani.
Una danza macabra con al centro i nostri figli.
Una danza macabra con al centro i nostri figli.
Salvo poi constatare che i padri
accusati delle più sperticate nefandezze non sono tali, che nella maggior parte
dei casi le accuse si rivelano infondate (fenomeno quasi internazione che ha
pure l'hastag: #falseallegation) e poi tutti a piangere lacrime di coccodrillo
e a stracciarsi le vesti perchè, dopo aver forzatamente privato i nostri figli
della figura paterna, "a
rimetterci sono sempre i minori, i bambini i più deboli".
Ormai c'è stato il lavaggio del cervello.
Ormai c'è stato il lavaggio del cervello.
Il
provvedimento sul femminicidio è ottimo esempio anticostituzionale e sessista. Il
crimine non ha sesso né posizione geografica. La violenza è violenza, sia se è
un uomo a praticarla su una donna sia viceversa. E' un errore fare leggi
inseguendo la psicologia popolare e l'ondata mediatica del crimine, nella
speranza di prendere voti o di avere ragione. Ma le vittime maschi non esistono
per i Boldriniani. Un capolavoro di
"fake news" a cui tutti si sono inchinati in perenne adorazione. Anche le prolusioni
inamidate del card. Bagnasco indicavano come "emergenze" il
femminicidio.
Dei padri italiani, di quelli
"biologici", della "vis", della paternità, dell'autorevolezza
paterna è stato sistematicamente coltivato il disprezzo, con la pretesa di "mettere il minore al centro", così come si sta
coltivano il disprezzo della società occidentale sotto le mentite spoglie
dell'"accoglienza".
Un tempo le femministe sfilavano
per le strade "contro la società patriarcale". Oggi quelle sfilate si sono trasformate "contro
la società omofoba e patriarcale". E le similitudini tra il disprezzo
della "vis" e il disprezzo nutrito verso il mondo Occidentale con
i principi di legalità, non si fermano
qui.
E' una similitudine che diventa
non solo formale, non solo fatto di parole, ma , secondo la Ida Magli,
sostanziale.
Perchè per la Magli, la
"vis" è la sostanza della società occidentale. Scrive in "Il
tramonto dell'Occidente".
"Questo che manca
all'Europa: l'aspirazione a un futuro. Manca perché la maggior parte dei suoi
tratti culturali è esaurita. Manca perché una società priva di vis, dove non si
sa più che cosa sia la «virilità», la potenza della virilità, e addirittura la
si disprezza, non possiede più alcuna spinta aggressiva verso l'esterno e anzi
si trova in stato di passività e di soggezione. Manca perché i suoi leader,
governanti, clero, giornalisti l'hanno spinta e la spingono ogni giorno a
perdere le proprie caratteristiche per unificarla e omologarla al resto del
mondo. Laddove tutti sono «uguali» (o vengono costretti a sembrare uguali) la
passività dei sudditi è assicurata, ma è assicurata anche l'assoluta debolezza
della società."
Con un atto di orgoglio il Meeting
di Rimini titola, come il Faus di Goethe: Quello che tu erediti dai tuoi
padri, riguadagnatelo, per possederlo coniugando, pericolosamente per i
tempi odierni, l'immagine del padre (oggi blasfema) con l'eredità del passato.
Scrive la Magli, senza essere
troppo politically correct e usando frequentemente il maschile:
L’ostinata opera di
disprezzo, dell’odio e del tradimento da parte dei governanti è cominciata da
lì, dallo sforzo per negare la grandezza e la bellezza di questi fattori
eccezionali. Prima di tutto negando ostentatamente ogni valore ai fondatori di
Roma e padri degli Italiani, malgrado l’evidente assurdità dell’impresa. Sì è
cercato di calpestarne il genio giuridico..di passar sopra la grandezza della
lingua latina..di far dimenticare la capacità ingegneristica dei Romani,
rimasta tuttora ineguagliata, e si è parlato con disprezzo della saggezza di
governo dell’Impero più grande che sia mai esistito, saggezza che uno dei
maggiori storici della romanità, Pierre Grimal, ha definito come il primo
Umanesimo che sia apparso nella storia del mondo
"L'Europa è diventata
«femmina». Tutte le caratteristiche sociali e culturali dei «bianchi», quelle
che erano implicite nella definizione stessa di «bianchi» come conquistatori,
ma anche come portatori della civiltà più ricca e sviluppata in ogni campo,
sono sparite. Certo, l'Europa appare ancora molto ricca in confronto all'Africa
o all'India, ma si tratta di pura ricchezza materiale, una ricchezza che del
resto si va anch'essa esaurendo rapidamente.
È sparita però la forza della
società fondata sulla famiglia, sull'autorità del padre e dei maschi in
generale, su una desiderata procreazione, sulla solidarietà dei legami di
parentela. È sparito l'amore per la Patria, l'orgoglio per il patrimonio
inestimabile del diritto, della letteratura, dell'arte, della musica, che
caratterizza la storia d'Europa"
Probabilmente non
viviamo nell'epoca della diffesa della verità. Anche il potere spirituale del
Vaticano, più terzomondista che "cristiano" ha perso dignità.
Sempre pieno di belle parole, che non rivoltano le coscienze.
"Accompagnare, includere, discernere, accogliere, nuove sfide", per non
parlare ancora di "ascolto, comprensione", "chi sono io per
giudicare" e poi il capolavoro sulle labbra i tutti/e: l'Ammore. L'Ammore, l'Adonna, l'Ammadre.
mercoledì 2 agosto 2017
#femminicidio: dati a senso unico
Tutte in vacanza le Cassandre? In questo
torrido giugno sembra che tacciano i cori della denigrazione
antimaschile, quelli secondo i quali la violenza dell’uomo sarebbe una
tara culturale da cui nessuno è escluso.
Latitano le narrazioni gender oriented
che hanno imperversato negli ultimi anni, per capirci: la mattanza
rosa, una donna uccisa ogni due giorni, ogni donna fra 16 e 70 anni ha
subito almeno una violenza nella vita, l’orco ha le chiavi di casa, ogni
donna è a rischio violenza sul posto di lavoro, in strada, in casa, a
scuola, etc.
La donna è vittima per definizione, l’uomo è carnefice per DNA, punto.
L’ha spiegato in sintesi il Re dell’ovvietà antimaschile, Oliviero Toscani.
La violenza a ruoli invertiti non
esiste, e se esiste è legittimata. Non si deve ammettere che possano
esistere anche donne violente, e quando non è possibile negare
l’evidenza salta fuori che in fondo fanno bene perché dopo tanto subire
qualche uomo ammazzato non guasta.
Non è uno scherzo, sui social la violenza femminile viene applaudita, incoraggiata, addirittura esaltata.
I media, bovinamente asserviti
all’ideologia di genere, accendono prontamente i riflettori su ogni
vittima femminile di violenza e stalking, ma sono costantemente
distratti quando la vittima è un uomo.
Ovvio, logica conseguenza di uno
strisciante diktat istituzionale, da Grasso alla Boldrini, da Mattarella
(e prima ancora Napolitano) alla Fedeli si celebra la vittima
dell’acido Lucia Annibali e si snobba la vittima dell’acido William
Pezzulo, anche se William ha riportato danni enormemente più gravi di
Lucia.
Perché notiamo l’assordante silenzio di giugno?
Perché in questo mese la
controinformazione, quella cioè non piegata al vento prevalente,
registra diversi casi che – a ruoli invertiti – avrebbero saturato le
pagine dei giornali, i palinsesti televisivi, il dibattito politico.
Giugno si chiude con una notizia allo stesso tempo drammatica e curiosa
Picchia il marito da anni, allontanata
Ma le strutture protezione, pensate per donne, non accolgono l'uomo
Redazione ANSA GENOVA
30 giugno 2017 17:05
Per anni ha subito botte e insulti
tanto da finire almeno due volte in ospedale con mascella e denti
rotti. Vittima un uomo la cui moglie ha picchiato e umiliato per anni,
anche davanti alla figlia di 7 anni, e che per questo è stata
allontanata da casa. (…)
La vittima maschile non può contare su
alcuna forma di accoglienza poiché, come scriviamo da anni, tutto il
welfare è pensato, strutturato e finanziato esclusivamente in funzione
del genere femminile. Perché prevedere un minimo di supporto anche alle
vittime maschili, se le vittime maschili non esistono?
Comunque la cronaca di giugno non si
ferma a percosse, lesioni, maltrattamenti e violenza assistita, registra
anche casi estremamente più gravi.
Così, tanto per citare alcuni dei casi
che chi studia il fenomeno della violenza a 360°, quindi anche
femminile, riesce a scovare online.
Perché la stranezza di fondo è questa:
le vittime maschili te le devi andare a cercare con meticolosità, non
hanno mai la stessa eco delle vittime femminili.
I lanci ANSA ci sono, perché non
vengono ripresi da Repubblica, Corsera, La Stampa e poi da TG Uno, TG 5,
TG La7 e tutti i network nazionali?
Perché le notizie con vittime maschili sono non-notizie?
Ho archiviato 2141 google alert
(duemilacentoquarantuno) sul processo che a Rimini vede come parte lesa
Gessica Notaro, la donna sfregiata dall’ex Edson Tavares.
In assenza di femminicidi, stupri e violenze del branco, qualcosa contro il maschile bisognava pur trovare.
Ma nessuno spazio sulle testate
nazionali a cinque uomini uccisi da donne, una donna che ha ammazzato la
madre, qualche infanticidio, e poi pestaggi, evasioni, stalking
(parecchi) e gli immancabili maltrattamenti ai bambini dell’asilo.
Meglio non scrivere niente, è estate, fa caldo, tutti in spiaggia
Con la testa sotto la sabbia.
Ps
C’è un altro caso che merita attenzione, se non altro per monitorarne gli sviluppi.
In ogni caso, si tratta del sesto uomo
ucciso a giugno da una donna, resta da capire se si tratta di omicidio
preterintenzionale o volontario.
ISTAT ammette: flop dell'affido condiviso
Linee sul Condiviso nei tribunali, si aggiunge Salerno. ISTAT ammette il flop: chi lo dice ad AIAF?
L’ISTAT pubblica un’analisi dei
dati emergenti dalla giurisprudenza 2005/2015, ed ammette la sostanziale
disapplicazione dell’affido condiviso: (…) In altri termini, al di
là dell’assegnazione formale dell’affido condiviso, che il giudice è
tenuto a effettuare in via prioritaria rispetto all’affidamento
esclusivo, per tutti gli altri aspetti considerati in cui si lascia
discrezionalità ai giudici la legge non ha trovato effettiva
applicazione (…)”
Buongiorno, ben svegliati ! Fa piacere
leggerlo in un documento ISTAT del 2016, ma è impossibile non ricordare
che lo scriviamo da oltre 10 anni, lo dimostriamo nei convegni, nei
seminari di studio, nei master universitari e nei corsi di formazione,
abbiamo depositato in Parlamento corposa documentazione probatoria.
Noi, non altri, abbiamo effettuato
studi e ricerche che dimostrano le dinamiche di deroga del condiviso,
abbiamo raccolto il dossier sulla modulistica in uso nei tribunali dopo
il 2006, abbiamo condotto l’inchiesta sulle false accuse, abbiamo
effettuato un monitoraggio dei tempi di permanenza della prole presso i
genitori, abbiamo dimostrato la replica del modello di affido esclusivo
anche nelle sentenze che formalmente recano la dicitura affido condiviso.
Quindi ciò che rileva il rapporto
ISTAT non è per Adiantum una sorpresa, si tratta sostanzialmente della
conferma di tendenze negative che avevamo iniziato ad analizzare - e
segnalare - fin dal 2007, già dopo il primo anno di monitoraggio della
legge 54/06.
Per un lungo periodo siamo rimasti
l’unica voce fuori dal coro, un coro fatto di superficiali sostenitori
della teoria “falso allarme, tutto perfetto, la riforma è largamente
applicata”.
Con l’AIAF in testa, va detto.
Oggi la nostra dimostrazione di
un’applicazione anomala, formale ma svuotata di contenuti, viene
riconosciuta da associazioni forensi, giudici, Consiglio d’Europa,
MIUR e persino dall’ISTAT; pertanto rivendichiamo con forza il ruolo di
leader nell’analisi critica della disapplicazione della 54/06.
Ora, pur senza rivoluzionare nulla, si
tenta di portare dei correttivi ad un sistema discutibile che ha per
anni aggirato la riforma del 2006 con prassi applicative deviate.
Il tribunale di Brindisi vara delle
linee guida per ribadire il dettato del legislatore, ma incontra
l’indignazione dell’AIAF – si, ancora loro – che giudica disastrosa
l’iniziativa pugliese e protesta perfino presso Ministero e Cassazione,
parlando testualmente di Costituzione calpestata e negazione sistematica
del diritto.
Addirittura, aggiungerei.
All’AIAF andava bene l’aggiramento
della norma perpetrato ininterrottamente per undici anni? Evidentemente
loro preferivano la dicitura condiviso applicata a misure che replicano il modello di affido esclusivo, nel luglio 2011 sostenevano che “(…) l’affidamento condiviso dei figli introdotto con la legge 54/2006 è stato in questi anni ampiamente applicato (…)” (documento AIAF depositato in audizione alla Commissione Giustizia del Senato).
Poi li smentisce clamorosamente lo stesso istituto di statistica, che ammette “la legge non ha trovato effettiva applicazione”.
L’aggressività AIAF nello stroncare le
linee guida di Brindisi resta una voce isolata, qualcuno (v. UNCM) le
critica blandamente senza toccare i vertici di indignata veemenza
raggiunti da Sartori & C.
Altri invece stroncano le teorie AIAF (v. ANFI, Associazione Nazionale Familiaristi Italiani -
e/o si accodano all’iniziativa di Brindisi, (v. dr. Giorgio Jachia, tribunale di Salerno - http://www.ilcaso.it/articoli/fmi.php?id_cont=944.php )
arricchendola con robuste argomentazioni giuridiche a supporto.
Ora chi lo dice all’AIAF?
Sarebbe interessante sapere cosa pensa l’ufficio legislativo del Ministro Orlando.
FN
Fonte: ADIANTUM http://www.adiantum.it/public/3792-linee-sul-condiviso-nei-tribunali,-si-aggiunge-salerno.-istat-ammette-il-flop--chi-lo-dice-ad-aiaf-.asp
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