Linee sul Condiviso nei tribunali, si aggiunge Salerno. ISTAT ammette il flop: chi lo dice ad AIAF?
L’ISTAT pubblica un’analisi dei
dati emergenti dalla giurisprudenza 2005/2015, ed ammette la sostanziale
disapplicazione dell’affido condiviso: (…) In altri termini, al di
là dell’assegnazione formale dell’affido condiviso, che il giudice è
tenuto a effettuare in via prioritaria rispetto all’affidamento
esclusivo, per tutti gli altri aspetti considerati in cui si lascia
discrezionalità ai giudici la legge non ha trovato effettiva
applicazione (…)”
Buongiorno, ben svegliati ! Fa piacere
leggerlo in un documento ISTAT del 2016, ma è impossibile non ricordare
che lo scriviamo da oltre 10 anni, lo dimostriamo nei convegni, nei
seminari di studio, nei master universitari e nei corsi di formazione,
abbiamo depositato in Parlamento corposa documentazione probatoria.
Noi, non altri, abbiamo effettuato
studi e ricerche che dimostrano le dinamiche di deroga del condiviso,
abbiamo raccolto il dossier sulla modulistica in uso nei tribunali dopo
il 2006, abbiamo condotto l’inchiesta sulle false accuse, abbiamo
effettuato un monitoraggio dei tempi di permanenza della prole presso i
genitori, abbiamo dimostrato la replica del modello di affido esclusivo
anche nelle sentenze che formalmente recano la dicitura affido condiviso.
Quindi ciò che rileva il rapporto
ISTAT non è per Adiantum una sorpresa, si tratta sostanzialmente della
conferma di tendenze negative che avevamo iniziato ad analizzare - e
segnalare - fin dal 2007, già dopo il primo anno di monitoraggio della
legge 54/06.
Per un lungo periodo siamo rimasti
l’unica voce fuori dal coro, un coro fatto di superficiali sostenitori
della teoria “falso allarme, tutto perfetto, la riforma è largamente
applicata”.
Con l’AIAF in testa, va detto.
Oggi la nostra dimostrazione di
un’applicazione anomala, formale ma svuotata di contenuti, viene
riconosciuta da associazioni forensi, giudici, Consiglio d’Europa,
MIUR e persino dall’ISTAT; pertanto rivendichiamo con forza il ruolo di
leader nell’analisi critica della disapplicazione della 54/06.
Ora, pur senza rivoluzionare nulla, si
tenta di portare dei correttivi ad un sistema discutibile che ha per
anni aggirato la riforma del 2006 con prassi applicative deviate.
Il tribunale di Brindisi vara delle
linee guida per ribadire il dettato del legislatore, ma incontra
l’indignazione dell’AIAF – si, ancora loro – che giudica disastrosa
l’iniziativa pugliese e protesta perfino presso Ministero e Cassazione,
parlando testualmente di Costituzione calpestata e negazione sistematica
del diritto.
Addirittura, aggiungerei.
All’AIAF andava bene l’aggiramento
della norma perpetrato ininterrottamente per undici anni? Evidentemente
loro preferivano la dicitura condiviso applicata a misure che replicano il modello di affido esclusivo, nel luglio 2011 sostenevano che “(…) l’affidamento condiviso dei figli introdotto con la legge 54/2006 è stato in questi anni ampiamente applicato (…)” (documento AIAF depositato in audizione alla Commissione Giustizia del Senato).
Poi li smentisce clamorosamente lo stesso istituto di statistica, che ammette “la legge non ha trovato effettiva applicazione”.
L’aggressività AIAF nello stroncare le
linee guida di Brindisi resta una voce isolata, qualcuno (v. UNCM) le
critica blandamente senza toccare i vertici di indignata veemenza
raggiunti da Sartori & C.
Altri invece stroncano le teorie AIAF (v. ANFI, Associazione Nazionale Familiaristi Italiani -
e/o si accodano all’iniziativa di Brindisi, (v. dr. Giorgio Jachia, tribunale di Salerno - http://www.ilcaso.it/articoli/fmi.php?id_cont=944.php )
arricchendola con robuste argomentazioni giuridiche a supporto.
Ora chi lo dice all’AIAF?
Sarebbe interessante sapere cosa pensa l’ufficio legislativo del Ministro Orlando.
FN
Fonte: ADIANTUM http://www.adiantum.it/public/3792-linee-sul-condiviso-nei-tribunali,-si-aggiunge-salerno.-istat-ammette-il-flop--chi-lo-dice-ad-aiaf-.asp
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