fattore fattucchiera (famiglia tradizionale=uomo+donna+figli) |
Nella formula della cosiddetta "ingiustizia familiare" (click qui), uno dei fattori più ambigui ma determinanti è il fattore-fattucchiera "k", che entra in gioco nella fantomatica "VALUTAZIONE DELLE CAPACITA' GENITORIALI", oggetto delle perizie che a larga mano i giudici dispensano agli "esperti" che affollano i nostri italici tribunali.
Sorge un dubbio: la valutazione delle “capacità genitoriali” fa riferimento a qualcosa di tangibile, quantificabile, immutabile con i tempi e i luoghi? Chi sono i “genitori capaci”?
Sono quelli in grado di procreare fisicamente? Per lo stato laico sottomesso alle psico-astrologie, sembra di no, visto che le psico-astrologhe sentenziano che il tempo che i padri separati possono trascorrono con i figli debba essere di gran lunga inferiore a quello delle madri (statisticamente). Ergo: padri e madri, qualora ugualmente procreino, non vedono riconosciuto il loro UGUALE E PARI diritto a contribuire fattivamente alla crescita dei figli.
I padri dell'epica erano padri capaci ? Ulisse che fa strage degli usurpatori (e fa far strage anche delle ancelle disobbedienti…) dopo anni di esilio dalla propria Itaca era un genitore capace? Lo era Enea, che contribuì da solo alla crescita del figliolo, dopo la fuga da Troia?
I padri fondatori costituzionalisti Italiani (art. 29 della Costituzione) non hanno stabilito forse che "La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sulla eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare"?
I fatti dimostrano che le sentenze DEROGANO dai principi costituzionali, sulla base di astro-psicologi, bizzarramente chiamate dall'italico diritto "consulenze tecniche d'ufficio"
Addirittura la Cassazione (sent. 601, qui ) ha stabilito che un bambino possa crescere in una famiglia di lesbiche. Secondo la Corte non è dimostrato e non è dimostrabile scientificamente che due gay (o lesbiche) siano inadatti a crescere un minore e che pertanto è meglio una famiglia "omo" rispetto a una famiglia "etero", nel caso si configurino dei "conflitti" tra genitori "etero",
Allora una domanda è
d'obbligo: è comprovato scientificamente che il "conflitto" sia in
grado di impedire che i figli possano trascorrere il 50% del tempo con ognuno
dei genitori?
Per il diritto italico, la
risposta sembra essere positiva. Basta che vi sia una CTU che, sotto
giuramento, lo affermi in perizia. Sotto giuramento, perchè la CTU dal canto
suo giura! Assicura, giurin giurello, croce sul cuore "Giuro di
bene e fedelmente adempiere le funzioni affidategli al solo scopo di far
conoscere al giudice la verità".
[ Aggiungo che il/la CTU (se neuropsichiatra, e quindi medico) "nell'esercizio della professione deve attenersi alle conoscenze scientifiche e ispirarsi ai valori etici della professione" (codice deontologico (2) articolo 4].
[ Aggiungo che il/la CTU (se neuropsichiatra, e quindi medico) "nell'esercizio della professione deve attenersi alle conoscenze scientifiche e ispirarsi ai valori etici della professione" (codice deontologico (2) articolo 4].
Il sillogismo dovrebbe essere il
seguente. Poichè un medico deve ispirarsi alle conoscenze scientifiche e deve
permettere al giudice di conoscere la verità, allora se ne deduce che è la scienza a
discriminare se un genitore abbia o meno "capacità genitoriali".
Peccato che, in psicologia e in parte in neuropsichiatria, non vi siano
corrispondenze scientifiche e che ognuno si inventi un modello per conto suo.
Basta un click in rete per rendersi conto che , sull'interpretazione
psicologica, ognuno si inventa ciò che vuole (si veda (3) da leggere sotto l'ombrellone, con i vostri figli, se non ve li hanno ancora tolti; per chi è più resistente di stomaco, legga qui).
Le capacità genitoriali NON sono
scientifiche, ma pura DOXA.
Tuttavia, nelle separazioni
coniugali, i giudici delegano e delegano volentieri. Prassi, quella delle
valutazioni "automatiche e stereotipate", condannata (1) anche dalla
sentenza della corte dei diritti dell'uomo (CEDU) e prassi neanche tanto Costituzionale.
Se si applicasse il diritto e
non si seguissero valutazioni "automatiche e stereotipate" (grande
diligenza del togato), i giudici Italiani dovrebbero assicurare il diritto alla
bigenitorialità.
Bella fregatura, per i genitori
naturali…
Ma non ovunque.
Infatti fatti recenti
dimostrano che alcuni paesi NON DEROGANO dai principi costituzionali Italici, e non si
prestano a dare ascolto alle astro-psicologie.
In Turchia Erdogan la pensa
diversamente rispetto all'Italia (Articolo
Ansa), dichiarando che i bimbi turchi hanno il ''sacro diritto''
di essere affidati ''a una famiglia vicina alla loro cultura''.
Si legge in rete:
"Il presidente della
commissione diritti umani della Grande Assemblea turca Sefer Ustun, ha stilato
anche il numero di questi casi controversi, circa 5mila bambini di origine
turca tolti per diversi motivi alle famiglie biologiche e affidati a coppie
cristiane. Si specifica che i bambini turchi hanno "il sacro
diritto" di crescere con una famiglia vicina alla loro cultura''. Per
il caso di Yunus, il bambino attualmente in affidamento a una coppia di
lesbiche, si richiede specificamente che l'ambasciata turca in Olanda faccia le
necessarie richieste ufficiali ai tribunali del caso per violazione dei diritti
umani: il bambino è a rischio di danni psicologici per essere stato affidato a
una coppia omosessuale" (desumo tra parentesi che la psicologia in Turchi è diversa dall'Italia....).
Paese che vai, usanza che trovi.
Sembra comunque che più la cultura dominante propone un modello di famiglia
tradizionale, maggiore è la probabilità che i figli godano dei benefici
dell'affetto di entrambi i genitori.
Più la cultura sente il pizzicore
di andare alla ricerca dell'innovazione culturale, e si discosta dalla famiglia
bigenitoriale, maggiore è la probabilità, per i nostri figli, di screscere in
famiglie monogenitoriali, con genitori omosessuali, gay o lesbiche.
Conclusioni
Sono le sentenze a escludere uno
dei genitori dall'accudimento paritetico dei figli. E ciò sulla base delle
valutazioni dei consulenti di ufficio, psico-astrologhe in testa. Nei
procedimenti di separazione coniugale, i giudici si bevono tutto, appiattendosi
religiosamente nella più bieca osservanza della CTU (ma il giudice non è il peritus
peritorum?)
Il fattore-fattuchiera sarebbe
NULLO se i togati applicassero diligentemente il diritto e considerassero che
le valutazioni sulle capacità genitoriali sono pura DOXA (nulla di
scientifico).
Il fattore fattucchiera sarebbe
NULLO se i togati facessero riferimento ad una famiglia
"tradizionale e costituzionale", dove un padre e una madre naturali
DEVONO partecipare ugualmente alla crescita dei figli.
Ma l'Italia non è la Turchia e allora...
Ma l'Italia non è la Turchia e allora...
Formula dell'ingiustizia famigliare |
Riferimenti
(1)Sentenza CEDU. Vedere
anche: http://www.personaedanno.it/index.php?option=com_content&view=article&id=41578&catid=120&Itemid=367&mese=01&anno=2013
(2)
Codice deontologico:
http://www.omceomi.it/home/PresentazioneOrdine/CodiceDeontologico.aspx
Art. 4
- Libertà e indipendenza della professione -
L'esercizio della medicina è fondato sulla libertà e sull'indipendenza
della professione che
costituiscono diritto inalienabile del medico. Il medico
nell'esercizio della professione deve attenersi alle conoscenze scientifiche e
ispirarsi ai valori etici della professione, assumendo come principio il
rispetto della vita, della salute fisica e psichica, della libertà e della
dignità della persona;
(3)
FONTI INFORMATIVE ASSOLUTAMENTE ATTENDIBILI IN FATTO DI INTERPRETAZIONE DELLE
SCELTE CROMATICHE DEI MINORI (da leggere sotto l’ombrellone).
Fonte:
· il nero è un
colore negativo e significa assenza di colore, buio. Il bambino sta
attraversando un disagio interiore; il marrone esprime gioia e significa
che il bambino sta vivendo un momento o delle esperienze gioiose. Se
prevale vuol dire che si stà chiedendo troppo;
il blu
rappresenta la ricerca della serenità e di un ambiente rassicurante e
affettuoso. Quando prevale c'è un forte autocontrollo,
il verde
rappresenta la crescita interiore. Indica maturità e affermazione. Il bambino
che ne fa uso è legato alle tradizioni, se lo usa prevalentemente, è sintomo di
pigrizia;
il
giallo indica che il bambino vive bene le proprie scelte. Sono intuitivi e
amano portare a termine il proprio lavoro con costanza e determinazione. La
prevalenza del colore giallo è indice di rapporto difficile con il padre o con
la madre;
il
rosso esprime energia, voglia di fare,desiderio di vivere intensamente la
vita. Chi lo usa è un bambino impulsivo e molto estroverso. La prevalenza del
rosso è indice di aggressività.
Fonte
Con l’aiuto di Claudio Widmann
analizziamo ed approfondiamo i significati simbolici e psichici propri di
alcuni colori.
Il rosso: “fuoco, spirito,
scintilla che origina la vita”, colore dell’affettività, delle emozioni:
intraprendenza, sofferenza, rabbia, coraggio e volontà di dominare. Simbolo
dell’aggressività e dell’ostilità esprime componenti psichiche violente, il
ricevere e dare vita, piacere dell’azione e della seduzione.
Il giallo: “colore più
prossimo alla luce”, mobilità interiore, intuizione e movimento centrifugo,
esplosività pericolosa; distinzione in negativo, evanescenza e illusione. Più
del rosso è il colore dell’aggressività, più è puro e più è libertà, attività,
cambiamento come bisogno di sviluppo. Può essere associato ai meccanismi
psichici della fuga, mutevolezza, a forme patologiche di dissociazione dalla
realtà, a sperpero energetico esagerato ed eccessivo. È simbolo della coscienza
del Sé, riconoscimento da parte degli altri, del sapersi, conoscersi e
percepirsi, dell’intuizione e della rivelazione che però non è mai totale.
L’arancione è preferito da
chi possiede spirito vivace, sereno, orientato al positivo, comprende gli
aspetti “forti” del giallo e il “calore” del rosso, esprime dinamicità e
giocosità della vita, bisogno di rinnovamento psicofisico, ricerca di libertà
ed illuminazione spirituale.
Verde: “vita
che si perpetua attraverso la generazione”, colore dell’attaccamento alla vita,
alla quiete, al desiderio d’immortalità, speranza, apertura sentimentale. È la
Natura a cui si tende per recuperare silenzio e distensione interiore. Preferito
da chi tiene dentro, frena le proprie emozioni, da chi è fermo, perseverante
con forte volontà d’operare, alla ricerca di considerazione, di realizzazione
personale tanto da diventare rigido, tortuoso e calcolatore.
Il blu, impenetrabilità
misteriosa, “colore d’aria, eternità senza tempo”, energia mentale, pensiero
riflessivo, introverso, ragionamento acuto, “freddezza” affettiva, senso morale
e controllo razionale. Rappresenta ritiro, desiderio nostalgico di
ricongiungimento con il passato, di riposo, di un ambiente calmo che faciliti
relazioni tranquille e libere da tensioni. È associato a forme rotonde e
movimenti di chiusura ed alla presenza di conflittualità o repressione dei
legami affettivi.
Il viola: “equilibrio
terra e cielo, sensi e spirito, passione ed intelligenza, amore e saggezza”,
razionalità che interiorizza l’emotività, colore della rassegnazione,
raccoglimento, espiazione e trasformazione illimitata. Simbolo della sintesi
tra opposti psichici, della dialettica maschile/femminile, della natura
precaria e poco stabile sembra essere il colore preferito da bambini, donne in
gravidanza, minoranze e tossicodipendenti.
Il bianco, “origine di
tutti i colori”, fuga, liberazione e libertà, opposizione, difesa affettiva ed
emotiva, solitudine e vuoto di chi si trova in un momento di pausa e
svuotamento di vitalità, aperto tuttavia alla speranza, a molteplici nuove
possibilità, ad un nuovo inizio. Simbolo della coscienza, del Sé,
dell’individuo realizzato nella sua totalità, nella sua immagine di perfezione.
Il nero è il nulla, “vuoto
che precede la creazione e dello stato psichico che precede la coscienza”,
pausa senza speranza, distacco da una certa condizione e passaggio ad un altro
livello attraverso il dolore. È completa rassegnazione, depressione,
espressione di dolore, sofferenza angosciosa, misteriosa ed inconscia, indice
di anaffettività, devitalizzazione e malinconia. Il suo uso frequente nei
bambini e negli adolescenti è segno della presenza di paura, angoscia, blocco,
forse della rinuncia e della negazione, è indice di disturbi psichici,
inibizione affettiva, pulsionalità aggressiva particolarmente vivace, reazioni
d’ansia, situazioni depressive e stati di disadattamento affettivi.
Il grigio, “niente di ogni
cosa”, quando è scuro rappresenta un groviglio energetico, un blocco psichico,
un distacco, mentre argenteo è carico di movimento, propensione all’azione e
all’eccitabilità psicofisica. Poco usato perché privo di vitalità,
coinvolgimento, risonanza affettiva, immobilità, tendenza depressiva, mancanza
di autodefinizione, di gioia del vivere e di una via d’uscita. Chi usa questo
colore in modo eccessivo tende a distaccarsi da ogni cosa, non vuole
coinvolgersi né avere responsabilità, per proteggersi da influenze esterne e
stimoli ambientali.
Marrone: “fuoco
e fumo, amore e tradimento”, simbolo materno della materia, delle forme,
rigenerazione, corporeità e rilassamento appagante, è associato alla
semplicità, alla vita comune, all’abbandono fiducioso, all’introversione, a
contenimento, accoglienza e interiorità come segni di rinuncia alla dimensione
narcisistica. Rappresenta le sensazioni corporeo-sensuali, la pulsionalità
dell’Es, i vissuti regressivi nelle esperienze fisiche.
Fonte
Dal punto di vista psicologico i
colori fondamentali sono 4: rosso, giallo, blu, verde. Due sono
eteronomi (blu e giallo) ovvero intervengono sulla risposta dell’uomo
indipendentemente dall’uomo stesso, fanno riferimento al ritmo circadiano
rallentando (il primo = notte) o stimolando (il secondo = giorno) le funzioni
vitali, il metabolismo, le secrezioni ghiandolari. Due sono autonomi (rosso e
verde), ovvero una volta attivato il SNC da parte del colore giallo il
soggetto deciderà se orientare questa energia verso la conquista
(rosso) o verso l’autoconservazione (verde).
I colori a basso contenuto
energetico sono freddi e indicano passività, calma, inerzia,
riflessività; se con nero: malinconia, tristezza e introversione.
I colori ad alto contenuto
energetico sono caldi ed indicano attività, eccitazione, impulsività ed
estroversione.
Il rapporto con il colore fa
riferimento al rapporto con l’affettività: tanto più è ricco e differenziato il
suo utilizzo tanto più possiamo ipotizzare essere fluido il rapporto
della persona con gli affetti sottostanti.
Nello studio del colore si
andranno ad osservare: gamma di colori prevalente, eventuale esistenza di un
colore predominante, colori rifiutati o non usati.
Segno di equilibrio: utilizzo di
5/6 colori per ogni disegno. L’utilizzo di molteplici colori nello stesso
disegno indica che il soggetto esplora dimensioni diverse della
propria affettività.
Colorazione uniforme di tutto il
disegno che si presenta costantemente: impulsività e mancanza di controllo.
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