In una società ideale, le norme dovrebbero essere applicate e fatte rispettare.
Le deroghe sono generalmente consentite, in casi particolarissimi, in quanto la norma non contiene tutta la molteplicità dei casi del reale. In una società ideale, l'applicazione della legge oggi in vigore sulla SEPARAZIONE porterebbe all'affido condiviso, cioè alla BIGENITORIALITA', ovvero all'applicazione del principio sacrosanto per cui i figli trascorrono il 50% del tempo con ogni genitore.
Nelle separazioni coniugali, questa dovrebbe essere la normalità, ovvero la situazione statisticamente più frequente.
Invece ci sono DUE motivi RICORRENTI che impediscono di fatto l'applicazione del principio della BIGENITORIALITA': la PRASSI e le "psico-astrologie" dei Servizi Sociali (inclusi NPI, ASL, e compagnia cantante).
Di fatto, in Italia, nel 2013, la probabilità che una sentenza applichi il principio di BIGENITORIALITA' è inferiore a uno, cioè al 100%.
Tanto maggiore è la prassi (fattore "S" nella formula in figura ) dei tribunali nel NON applicare la legge, ovvero nel DISAPPLICARLA o interpretarla, tanto minore è la possibilità che il principio della BIGENITORIALITA' sia applicato in un caso pratico. La prassi è nei fatti più forte della legge, con buona pace dei nostri Costituzionalisti, che all'art. 29 stabilirono che:
"La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sulla eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare".
L'art.29 dovreebbe essere la regola per tutti i sedicenti laici italiani. Nessuna tradizione dovrebbe giustificare una sentenza, ma solo l'applicazione della legge.
In una società ideale "S" dovrebbe essere ZERO: nelle sentenze non esistono "prassi". Esiste l'applicazione della legge! Punto. Se "S=zero", allora la probabilità che il principio della bigenitorialità sia applicato è certezza. Ma non è così, nei fatti.
Oltre alla inderogabile grettezza togata nel dare libero sfogo alla più creativa scopiazzatura delle sentenze passate (la PRASSI), troviamo un fattore (fattore "k"), legato alla inossidabile prassi dei tribunali nel farsi consigliare da infallibili astro-psico-neuro-psichiatri, che, ben lungi dal rappresentare il senso comune o il buon senso, confezionano le loro relazioncine "a sentimento". Per la Chiesa Cattolica, Galileo era un eretico, ma, per il mondo laico delle ASL e delle psico-astrologhe, Galileo e il metodo scientifico è un perfetto sconosciuto. Il fattore K (fattore "fattucchiera") non ha nulla di scientifico, riproducibile, confermabile, verificabile.
Il fattore K è scientificamente una FRODE.
Quattrocento anni dal metodo Galileiano hanno consigliato alla Chiesa Cattolica di chiedere perdono, per non averlo riconosciuto come valido.
Il mondo laico della psicologia semplicemente IGNORA il metodo Galileiano, e giustifica il proprio operato nel disattendere il principio bigenitoriale, con un nuovo ipse-dixit:
"Abbiate fede nelle nostre valutazioni".
"Abbiate fede nelle nostre valutazioni".
Tanto maggiore è la disponibilità dei tribunali a farsi influenzare dal fattore k, minore è la probabilità che si formino le condizioni per concedere l'affido condiviso alle coppie in crisi.
(per chi volesse sapere come mai questi fattucchieri sarebbero così "cattivoni", consiglio il link , oppure il link, tutti nel supremo intere$$e del minore; sul dogma dell'infallibilità "psicologale" consiglio anche questo).
Se la "fede" (perchè non si può definire diversamente: una FEDE, perchè non di scienza nè di empiria si tratta, ma di pura FEDE) nei servizi sociali fosse prossima a zero, allora la probabilità che il principio della bigenitorialità sia applicato sarebbe certezza.
Corollario alla formula dell'ingiustizia famigliare:
«Finchè i tribunali si faranno incantare dai fattucchieri del diritto e della psiche, le sentenze confermeranno la prassi. Ergo: bassa probabilità che sia riconosciuto il diritto alla BIGENITORIALITA'»
Per approfondimenti sul fattore fattucchiera, cliccare qui
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