AL VOLUME:
su famiglia, vita e questioni etiche"
Il Lexicon contempla una varietà di possibilità, come suggerito dal titolo completo.
(...)
Esistono numerose
espressioni, in uso nei Parlamenti e nei fori mondiali, che possono
occultare il loro reale contenuto e significato, e che sono perfino
utilizzate senza che politici e parlamentari ne abbiano una piena
consapevolezza e, in alcuni casi, per la mancanza di una completa
formazione filosofica, teologica, giuridica, antropologica ecc. Ciò
ostacola maggiormente la giusta comprensione di alcuni concetti.
Vorremmo che il Lexicon costituisse un sussidio in questi casi e
suscitasse l'interesse per una informazione seria e obiettiva e che
stimolasse anche il desiderio di una formazione più approfondita in
questo campo di frontiera tra varie scienze e discipline.
Il problema è
accresciuto dalla mentalità imperante del positivismo giuridico, per il
quale la bontà della legge non è più adeguata alla persona umana,
integralmente concepita, ma la procedura concordata per la formulazione e
accettazione della legge finisce per adeguarsi alla volontà della
maggioranza.
Si giunge così a una concezione della "verità politica" e
di una democrazia che non saprà sottrarsi al concetto della legge come
imposta dal più forte.
[le lobbies di avvocati, giuristi, ASL e consulenti d'ufficio ben si oppone a separazioni veloci e non coflittuali. Leggere articolo]
Ci sono anche diversi concetti oscuri e di
difficile comprensione, perché i contenuti stessi richiedono una
paziente e serena precisazione. Ciò, naturalmente, si complica quando
cresce la riluttanza ad accettare la legge naturale e a vincolare le
leggi a un riferimento etico. Ovviamente, non possiamo porre al margine
la ricchezza della fede che dà speciale profondità a ciò che la ragione
può cogliere.
[la legge naturale dell'art. 16 della dichiarazione dei diritti dell'uomo è, nel diritto italiano, contraddetta dalle sentenze]
Molto opportuno è l'insegnamento del Catechismo della Chiesa
cattolica: ""L'intima comunione di vita e di amore
coniugale, fondata dal Creatore e strutturata con leggi proprie, è
stabilita dal patto coniugale [...]. Dio stesso è l'autore del
matrimonio"
(GS 48). La
vocazione al matrimonio è iscritta nella natura stessa dell'uomo e
della donna, quali sono usciti dalla mano del Creatore. Il matrimonio
non è un'istituzione puramente umana, malgrado i numerosi mutamenti che
ha potuto subire nel corso dei secoli, nelle varie culture, strutture
sociali e attitudini spirituali. Queste diversità non devono far
dimenticare i tratti comuni e permanenti. Sebbene la dignità di questa
istituzione non traspaia ovunque con la stessa chiarezza, esiste
tuttavia in tutte le culture un certo senso della grandezza dell'unione
matrimoniale, poiché "la salvezza della persona e della società umana e
cristiana è strettamente connessa con una felice situazione della
comunità coniugale e familiare"
(GS 47)" (n. 1603).
[le separazioni italiane, 90000 casi annui, generano clochard e impongono ai figli una famiglia "monogenitoriale", con genitori "non collocatari" che sono costretti a lasciare alle spalle affetti ed effetti]
Non è intenzione di
questa iniziativa combattere o andare contro istituzioni e persone e,
ancor meno, fare imposizioni. Vorremmo piuttosto proporre, persuadere
con amore, indirizzando verso la verità, con rispetto, con la speranza
che si instauri e si rafforzi un dialogo fecondo. Non possiamo eludere
la verità alla quale l'uomo ha diritto per poter respirare secondo una
genuina libertà. Certe espressioni approfittano della scarsa
informazione o dell'ingenuità di quelli che ne fanno uso, i quali,
sedotti dall'ambiguità, non si rendono perfettamente conto dell'inganno.
In tal modo si cerca di manipolare la stessa opinione pubblica,
occultando aspetti sgradevoli o scioccanti della realtà o della verità.
Poiché i termini coniati non sono propriamente innocenti, coloro che ne
sono gli autori cercano di far progredire i metodi per ottenere i fini
che essi desiderano raggiungere alterando il significato dei termini.
Ciò per evitare un rifiuto che essi stessi vedono come un rischio
normale.
[per alcuni termini familiaristici ambigui, leggere qui]
L'astuzia nella ricerca
di espressioni ambigue, raggiunge livelli preoccupanti. Si inizia a
parlare di un linguaggio orwelliano. Il prestigioso scrittore George
Orwell, in 1984, faceva la critica delle forme totalitarie nelle
quali, a scopo di propaganda, certi termini ripetuti per suscitare
riflessi condizionati sfuggivano alla chiarezza dell'intelligenza e
finivano per assumere un significato contrario; ad esempio, schiavitù
significa libertà, il male si identifica col bene, la menzogna con la
verità.
[i padri separati, ne sanno qualcosa, di psico-idiozie dei tribunali e dei consulenti tecnici d'ufficio. D0latro canto alcuni se ne sono accorti, della truffa legalizzata. Leggere articolo sul "gran coglionatore" ]
Si è denunciato il fatto
che uno dei sintomi più preoccupanti dell'offuscamento morale è la
confusione dei termini che porta a livelli estremamente degradanti
quando essi vengono utilizzati, con freddo calcolo, per ottenere un
cambiamento semantico, cioè del significato delle parole, in una maniera
artificiosamente pervasiva. Questa incredibile capacità di mutazione
semantica, che mostra il vuoto di un'antropologia, si manifesta anche
nei concetti dei "diritti", che diventano selettivi e capricciosi.
[segnalo il "glossario della genitorialità" del dirittoitalico, che assume toni davvero metafisici. Un meta-diritto, che confornde anzichè semplificare]
Non sempre è
coerentemente riconosciuta l'universalità dei diritti; si fanno infatti
delle "eccezioni", le quali negano lo spessore e l'integralità dei
diritti,
[segnalo la frode sull'art. 16 della dichiarazione dei diritti dell'uomo]
(...)
Nell'equivocità
crescente si arriva anche a proporre nuovi diritti, non come conquista
in temi prima non riconosciuti che meritano di essere presi in
considerazione, ma come nuove forme di manipolazione.
[i genitori separati riscontreranno che anche l'invenzione del genitore coosidetto collocatario è una manipolazione lessicale e una frode del diritto, che si traduce nel diniego del diritto alla bigenitorialità, sancito dalla legge italiana oggi in vigore]
A questo riguardo,
è stato validamente affermato da p. Abelardo Lobato: "Presi
separatamente, sembrano concetti affascinanti, ma non è una questione di
novità ma più precisamente una propria diversità del linguaggio, con lo
scopo di sottrarre alcuni diritti umani a ogni norma etica per
relegarli nella privacy attraverso un linguaggio ambivalente che
porta avanti idee e pratiche che contraddicono ciò che a prima vista
significano. Un'espressione è manipolata, e camuffata per penetrare
tutti gli ambienti attraverso i potenti mezzi di comunicazione. Esiste
una separazione sempre più grande fra il pensiero, la realtà stessa, e
la parola che esprime, la quale diventa oggetto di manipolazione. Alla
fine vengono negate le tre cose che i termini sembrano affermare: la
novità, i diritti, e "l'humanum". Per non offendere l'orecchio, si
sostituiscono espressioni alternative,
(...)
(...)
Soltanto nel principio
cristiano lo spirito individuale personale assume essenzialmente valore
infinito, assoluto; Dio vuole che si porti aiuto a tutti gli uomini.
Nella religione cristiana si fece strada la dottrina secondo cui tutti
gli uomini sono uguali davanti a Dio, perché Cristo li ha chiamati alla
libertà cristiana". E aggiunge: "Queste affermazioni fecero sì che la
libertà diventasse indipendente dalla nascita, dalla condizione sociale,
dall'educazione, ecc. [...]. Il sentimento di tale principio fermentò
per secoli, per millenni, producendo i più giganteschi rivolgimenti"
(3).
Ci sono alcuni termini,
presenti dappertutto, che sono fonte di speciali difficoltà. È il caso
del concetto di "discriminazione". L'equivocità è particolarmente
pericolosa. Inizialmente suscita una reazione di simpatia: come non
essere contro le discriminazioni? Questo sembra essere un effetto del
rispetto dei diritti umani. Ma la prima e spontanea reazione favorevole
cambia quando i contenuti concreti sono meglio esaminati. In nome della
non-discriminazione nei Parlamenti vengono diffusi i progetti delle
unioni di fatto, anche delle unioni omosessuali e lesbiche, e persino
con la possibilità di adozione.
Un caso recente che
meglio può illustrare il problema (e che è considerato concretamente) è
quello del CEDAW. Tale sigla significa Convenzione sull'eliminazione
delle discriminazioni contro le donne. C'è una evidente ostilità contro
la famiglia, la quale rappresenterebbe un luogo di moderna schiavitù.
Per cui, essere sposa e madre equivarrebbe a essere discriminata da
coloro che sostengono i principi morali, ancorati ai veri diritti umani.
E se direttamente non è invocato il "diritto" all'aborto, in forma
subdola questa via non si esclude. Discretamente, senza fare chiasso, la
possibilità sarà ripresa in altre forme, sia con l'interpretazione dei
contenuti assai equivoci nella "salute riproduttiva", sia con il ricorso
a strumenti abortivi, sia con l'introduzione di una nuova definizione
dell'aborto, limitato al tempo posteriore e non dal concepimento
all'annidamento dell'embrione. Ci troviamo di fronte a una bufera
concettuale.
In alcuni casi le
equivocità sono in realtà grossolane e più ampie. In nome dei diritti
delle donne non soltanto l'aborto è stato presentato quale loro diritto,
come se l'embrione fosse proprietà della madre e costituisse
un'appendice, ma si è giunti a combattere la gravidanza come se si
trattasse di una specie di malattia e il "nascituro" fosse un ingiusto
aggressore. Si è arrivati così a parlare, per qualche tempo, del
"vaccino anti-baby". Siamo nel pieno occhio del ciclone originato dal
secolarismo e dal relativismo etico. Riguardo alla equivocità e alla
verità nel linguaggio è ben noto il pensiero di Heidegger. L'equivocità
non aiuta l'autenticità (4).
Il Santo Padre ha
denunciato una "civiltà malata" da diversi punti di vista, poiché "la
nostra società s'è distaccata dalla piena verità sull'uomo, dalla verità
su ciò che l'uomo e la donna sono come persone" (5). Egli fa poi
riferimento alla falsificazione prodotta da certi moderni strumenti di
comunicazione sociale "soggetti alla tentazione di manipolare il
messaggio, rendendo falsa la verità sull'uomo" (6). È in corso una
pressione sistematica sull'opinione pubblica: "A volte sembra proprio
che si cerchi in ogni modo di presentare come "regolari" e attraenti,
conferendo loro esterne apparenze di fascino, situazioni che di fatto
sono "irregolari"" (7).
Di recente il Papa ha
espresso la sua preoccupazione in occasione di un discorso rivolto a un
gruppo di Vescovi del Brasile: "Una proposta pastorale per la famiglia
in crisi presuppone, come esigenza preliminare, una chiarezza
dottrinale, effettivamente insegnata nel campo della teologia morale,
sulla sessualità e sulla valorizzazione della vita [...]. Alla base
della crisi della famiglia si percepisce la rottura fra l'antropologia e
l'etica, caratterizzata da un relativismo morale secondo il quale si
valorizza l'atto umano, non in riferimento a principi permanenti e
oggettivi, propri della natura creata da Dio, ma conformemente a una
riflessione meramente soggettiva su ciò che è più conveniente al
progetto personale di vita. Si produce pertanto un'evoluzione semantica
in cui l'omicidio si chiama morte indotta, l'infanticidio aborto
terapeutico e l'adulterio diviene una semplice avventura
extramatrimoniale. Non avendo più una certezza assoluta nelle questioni
morali, la legge divina diviene una proposta facoltativa nell'offerta
variegata delle opinioni più in voga" (11).
Curiosamente, tante
espressioni equivoche hanno la loro origine nell'idea che i cambiamenti
siano esigenze della modernità, che è un termine anch'esso da chiarire.
Ecco la descrizione che Thomas Mann offre della "modernità": "Uno dei
caratteri del nostro tempo è la problematizzazione di ogni cosa, anche
di quelle eterne, sacrosante, indispensabili e primordiali, divenute
apparentemente impossibili, apparentemente scadute, oggigiorno, in modo
irreversibile. [...] La libertà, l'individualismo, un rafforzato senso
della personalità [...] l'idea del "diritto alla felicità", facilitano
allo scontento, al desiderio di liberazione" (12).
[i genitori separati riscontreranno quanto è problematico doimostrare le capacità genitoriali; essere padre (o madre), o avere due genitori, non è più un fatto eternmo sacrosanto, indispensabile e primordiale]
Da alcuni anni, il
Pontificio Consiglio per la famiglia è andato osservando la scalata di
quel processo che genera confusione. Già in Francia era noto il ricorso
all'espressione "interruption de la grossesse", per non impiegare il
termine "aborto". Alcuni anni fa, durante la celebrazione dell'Anno
internazionale della famiglia, ebbe inizio il gioco delle
interpretazioni con la messa in circolazione, dall'istanza coordinatrice
delle Nazioni Unite, dell'uso del termine "famiglie" soltanto al
plurale, e con riluttanza all'impiego di "famiglia" al singolare, al
fine di porre dolorosamente un veto al modello di famiglia voluto da Dio
nel suo progetto della Creazione: la famiglia fondata sul matrimonio,
patrimonio dell'umanità. Così, sotto il termine "famiglie", potevano
essere salvaguardate tutte le forme di unione, come famiglie "club",
alle quali faceva riferimento Louis Roussel nel suo libro La famille incertaine
(13), dove si negava l'istituzione naturale della famiglia e la si
riduceva a semplici accordi o patti mutevoli in una prospettiva di
"privatizzazione". Egli fu attivo ideologo dell'Anno internazionale
della famiglia. In tale occasione, come si ricorderà, venne adottato il
logo che riproduceva un tetto sotto il quale si univano due cuori, con
una freccia lanciata verso l'infinito. In tal modo si indicava il futuro
incerto della famiglia, la sua scomparsa nel futuro, che è stata spesso
annunciata, sebbene non abbia maggiore fondamento nella realtà e nelle
previsioni. Le stesse ideologie contro la famiglia hanno dovuto
riconoscere questo fatto.
(...)
Speriamo che questo Lexicon possa
rappresentare uno strumento utile per la nobile e urgente causa della
famiglia e della vita. Siamo consapevoli che il campo delle equivocità è
grande e forse una prossima edizione potrebbe essere arricchita con
nuove voci. In questo sforzo di chiarire le ambiguità attraverso una
ricerca approfondita della verità, guidati dalla ragione e illuminati
dalla fede, in totale obbedienza al magistero, il lettore troverà, come
speriamo, i contenuti genuini e gli obiettivi che fanno parte della
proclamazione del vangelo "sine glossa".
Festa dell'Immacolata Concezione,
8 dicembre 2002
ALFONSO Card. LÓPEZ TRUJILLO
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