«Più
un mezzo rende difficile la percezione selettiva, maggiore sarà il
suo effetto, in entrambe le direzioni: esso rafforza quando supporta
gli atteggiamenti preesistenti; modifica quando li contraddice»
(Noelle-Neumann, La Spirale del Silenzio).
Lo scenario è il seguente.
Si è detto che la tecnica per creare allarmi sociali è collaudata, degna della più sottile ingegneria sociale. Attraverso i media, si gonfiano dati a dismisura, si creano fattoidi, al fine di persuadere l'opinione pubblica, facendo leva sull'empatia generata da notizie selezionate ad hoc.. Si creano neologismi per distogliere l'attenzione dal vero significato delle parole, dare un senso di rassicurazione, tacitare le coscienze sulle contromisure d'urgenza, per porre rimedio all'allarme sociale, vero o presunto.
Intorno ai neologismi, intorno al significato etereo e indefinito da essi racchiuso, si crea il consenso, il consenso dell'opinione pubblica.
Intorno al consenso, si crea un diritto “sui generis” oppure una prassi “sui generis”, la quale, ben prestandosi alla tendenza al conformismo del singolo, costituisce lo stato delle cose.
Si elevano le proteste di alcuni, pochi, operatori o vittime della perpetrata discriminazione, che denunciano, on line, lo sfacelo della prassi giudiziaria applicata al diritto di famiglia.
Silenzio dei media (rare eccezioni, specie durante la festa del S.Natale)
Sul diritto di famiglia, come si spiega il silenzio delle vittime dei 90 mila casi di separazione annui, che , sottoposti alla stessa irragionevole prassi, costituisce la prova provata di una serpeggiante discriminazione di genere?
Sembra apparentemente inspiegabile, a leggere cosa scrive Hanna Arendt, sulla passività degli ebrei di fronte alla discriminazione perpetrata:
Quelli rimasero di
sasso: "È come una fabbrica automatica, come un mulino
collegato a una panetteria. A un capo s'infila un ebreo che possiede
ancora qualcosa, una fabbrica, un negozio, un conto in banca, e
questo percorre l'edificio da uno sportello all'altro, da un ufficio
all'altro, e sbuca all'altro capo senza un soldo, senza più nessun
diritto, solamente con un passaporto in cui si dice: 'Devi lasciare
il paese entro quindici giorni, altrimenti finirai in un campo di
concentramento (Hannah Arendt, La banalità del male Feltrinelli,
p.53)
In questa passività sembra di vedere i padri di famiglia, spogliati di affetti ed effetti, con una tale banalità da rasentare il cinismo. Tutti passivi nel silenzio.
Silenzio dei giudici. Silenzio dei politici. Silenzio dalla Magistratura, Silenzio dalla Politica. Silenzio dalla Società civile. Perchè il silenzio?
La risposta può essere trovata in una teoria di recente formulazione, la “spirale del silenzio”, che, in una estesa ricerca sul comportamento della opinione pubblica in Germania, Elizabeth Noëlle-Neumann confermò integralmente nel suo The Spiral of Silence: Public Opinion, Our Social Skin
Riassumendo, la teoria della spirale del silenzio si fonda su quattro assunti fondamentali:
- la società minaccia costantemente gli individui di isolamento;
- gli individui avvertono la paura dell’isolamento;
- per paura dell’isolamento essi tentano di monitorare e valutare il clima d’opinione;
- la valutazione influenza il loro comportamento nella sfera pubblica , condizionandone la libera espressione.
I
media hanno un ruolo fondamentale nel pilotare o persuadere
l'opinione pubblica, e in particolare:
- con la selezione delle notizie, influendo sulla percezione della realtà della pubblica opinione (agenda setting);
- con la consonanza: argomentazioni simili appaiono su temi prossimi nella programmazione (vedi programmazione televisiva incentrata su fatti di cronaca nera)
- con la cumulatività: le argomentazioni appaiono sui media a ciclo continuo
La
tesi centrale della spirale del silenzio è pertanto la seguente: il
costante, contemporaneo, ridondante e contorto afflusso di notizie da
parte dei media può, col passare del tempo, causare un'incapacità
nel pubblico nel selezionare e comprendere i processi di percezione e
di influenza dei media; la realtà dei fatti rimane nell'oblio.
In
questa situazione la persona singola ha il timore costante di
essere una minoranza rispetto all'opinione pubblica generale. Per non
rimanere isolata, la persona anche se con un'idea diversa rispetto
alla massa non la mostra e cerca di conformarsi con il resto
dell'opinione generale.
La
spirale si autoalimenta. Maggiore è la paura del singolo a non
denunciare la frode propagandistica di cui è spettatore o vittima (o
potenziale artefice), maggiore è la probabilità che il silenzio
perduri e si diffonda, anche tra coloro che vorrebbero essere “non
allineati”.
Nella
prefazione alla Neumann (La spirale del silenzio. Per una teoria
dell'opinione pubblica Ed. Nautilus) Cristante sottolinea il
paradosso che nonostante in democrazia si dia per acquisita la
libertà di espressione, ancora esistono sanzioni, sulla base di «una
minaccia alla reputazione che fa parte di leggi non scritte, ma non
per questo meno evidenti». L’opinione pubblica svolge una funzione
di integrazione della società: «sotto la minaccia di revoca
costringe i governi a rispettarla, e lo stesso fa con gli individui
paventando l’isolamento. Il risultato è in entrambi i casi
l’integrazione, il rafforzamento della coesione e con esso la
capacità di agire e decidere...ma la base di tale integrazione, che
consente una direzione motrice della società, è la paura».
La
Noelle-Neumann batte ripetutamente sul tasto del controllo sociale,
e, in particolare, sul fatto che l’espressione umana sia limitata
dall’appartenenza a un insieme di relazioni sociali che giudicano i
comportamenti del singolo. E questo perché la paura
dell’isolamento si fonda sulla natura sociale di ognuno ed
è «evidentemente radicata come un istinto».
Dice,
infatti, la Noelle-Neumann che «l’opinione pubblica è un’opinione
in settori cui viene attribuita una certa importanza che può essere
esternata pubblicamente senza timore di incorrere in sanzioni e sulla
quale può basarsi l’agire pubblico. Quando il timore di incorrere
in sanzioni è invece presente, l’opinione pubblica viene
sostituita da un progressivo isolamento, la spirale. Essa avvolge con
il silenzio la percezione del divenire minoranza della propria
opinione» (Cristante, intr. alla Spirale del Silenzio).
Questo
meccanismo può innescarsi grazie al fatto che gli individui
raccolgono, da fonti diverse, informazioni utili al fine di valutare
l’orientamento del clima d’opinione, sfruttando una capacità che
E. Noelle-Neumann definisce come competenza quasi statistica.
Essa è il risultato di una combinazione tra l’adattamento
all’ambiente circostante e l’ambiente virtuale televisivo. In tal
modo: «Le persone hanno l’abilità di stimare quanto sono forti le
diverse posizioni all’interno del dibattito pubblico»
(Noelle-Neumann, Spirale del Silenzio).
Le
potenziali vittime, sentendo impossibile un dibattito pulito,
finiscono per preferire raccogliersi in silenzio. In questo medesimo
istante diventa politicamente defunto. Il male ha vinto una battaglia
in più.
Tuttavia
la società cambia, cambiano i climi di opinione, vecchie spirali del
silenzio si spezzano e se ne creano di nuove (…). La studiosa parla
di “sfidanti dell'opinione pubblica”. Sono outsider,
avanguardisti eretici, missionari. In una sola espressione:
“minoranza di opinione”. Alcuni sono chiamati “hard-core”.
Zoccolo duro di resistenti, irriducibili e indifferenti alle sanzioni
dell'opinione pubblica” (…) individui che prendono la parola
“nonostante”.
Nel
diritto di famiglia, la verità è nelle mani di tanti padri
coraggio.
Nessun commento:
Posta un commento