Comunicato stampa
Fonte: http://www.claudio-rise.it/documento_per_il_padre.htm
Un gruppo di docenti universitari, scienziati, giornalisti, professionisti, operatori dell’assistenza ai genitori separati e dei diversi gruppi del movimento degli uomini in Italia, chiede la modifica dell’atteggiamento verso il padre nella cultura corrente, e nelle norme di legge. A un primo appello programmatico, qui riportato, seguiranno adesioni e iniziative volte all’informazione, e al coinvolgimento della classe politica su questo tema. Fin da questo primo documento, inoltre, i firmatari pongono la necessità di un maggior aiuto e riconoscimento al padre disposto ad assumersi ogni onere per il figlio concepito, che la madre sia intenzionata ad abortire.
Per il padre
La figura del padre è
stata in Occidente separata dalle sue funzioni educative e sociali.
I risultati, del tutto prevedibili secondo tutte le Scienze umane, sono evidenti: insicurezza e difficoltà di iniziativa nei figli; incapacità di accettare il principio d’autorità; solitudine e fatica nelle donne madri nel dover assolvere da sole il peso educativo; frustrazione nei maschi adulti, svalutati in quest’aspetto essenziale dell’identità maschile. Una situazione fonte di danni gravissimi agli individui, alla vita di relazione e familiare, alla società, alla nostra civiltà. Occorrono attenti interventi, che ridiano dignità e responsabilità alla figura paterna.
Di grande significato affettivo, e simbolico, è la posizione del padre nei confronti del figlio procreato. La prassi oggi vigente, priva il padre di ogni responsabilità nel processo riproduttivo. Una situazione paradossale, ingiusta dal punto di vista affettivo, infondata dal punto di vista biologico e antropologico, devastante sul piano simbolico.
Per il bene dei figli, e della società, é necessario che al padre sia consentito di assumere le responsabilità che gli toccano in quanto coautore del processo riproduttivo. I casi di cronaca che presentano la disperazione dei padri, che vogliono, prendendosene ogni responsabilità, il figlio che la madre ha deciso di abortire, sono solo la punta dell’iceberg del lutto dell’uomo-padre, espulso dal processo di riproduzione naturale di cui è promotore. E’ necessario avviare una riflessione collettiva che equipari realmente la dignità della donna e dell’uomo nella procreazione, a garanzia della vita, della famiglia e della società. L’interesse e la volontà della donna devono essere opportunamente tutelati, nel quadro della cura sociale di difesa della vita, e di promozione della famiglia, nucleo vitale della comunità.
I sottoscritti cittadini, e gruppi lanciano quindi un forte richiamo alle forze della politica, e della società civile, perché ripensino le norme, e rimuovano i pregiudizi che sottraggono, al di là di ogni senso comune, il padre alla vita del figlio.
Claudio Risé, psicoanalista, Università di Trieste
Stefano Zecchi, Università di Milano,
Giuseppe Sermonti, professore Emerito di Genetica molecolare
Claudio Bonvecchio, Università dell'Insubria
Giulio Maria Chiodi, Università Federico II, Napoli
Stefano Serafini, Pontificia Università San Tommaso di Roma
Giovanni Ventimiglia, Facoltà di Teologia di Lugano e Università Cattolica di Milano
Alberto Giovanni Biuso, Università di Milano
Cesare Galli, università di Parma
Ivo Germano, Università di Bologna
Silvio Restelli, Ricercatore presso l'Istituto Regionale per la Ricerca Educativa, Lombardia
Guido Milanese, Facoltà di Scienze Linguistiche e Letterature Straniere, Università Cattolica del Sacro Cuore
Claudio Moffa, Professore Ordinario all'Università di Teramo
Aldo Brandirali, Assessore Comune di Milano
Carlo Gualtieri, Università degli Studi di Napoli Federico II
Luca Piacentini, Biologo, Università degli Studi di Milano
Mauro Borelli, Direttore Generale ASL di Lecco
Paolo Salvatore Nicosia, Professore di Mediazione e conciliazione - Università di Pisa
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