Papa Francesco: «Auguro ai papà di essere veri educatori, come san Giuseppe»
Fonte: http://www.tempi.it/papa-francesco-auguro-ai-papa-di-essere-veri-educatori-come-san-giuseppe#.Uyq3alPfLTo
Papa
Francesco, durante l’Udienza generale davanti a oltre 60 mila fedeli,
ha parlato di san Giuseppe, di cui oggi ricorre la festa. In un
simpatico fuoriprogramma il Pontefice ha chiesto ai padri presenti in
piazza di alzare la mano. Ha quindi fatto loro gli auguri:
«Chiedo per voi la grazia di essere sempre molto vicini ai vostri figli, lasciandoli crescere, ma vicini. Loro hanno bisogno di voi, della vostra presenza, della vostra vicinanza, del vostro amore. Siate per loro come san Giuseppe: custodi della loro crescita in età, sapienza e grazia. Custodi del loro cammino. Educatori! E camminate con loro. E da questa vicinanza, siate veri educatori. Grazie per tutto quello che fate per i vostri figli: grazie. A voi tanti auguri e buona festa del papà a tutti i papà che sono qui, a tutti i papà. Che san Giuseppe vi benedica e vi accompagni. E anche, alcuni di noi hanno perso il papà, se n’è andato, il Signore lo ha chiamato: tanti che sono in piazza non hanno il papà adesso. Possiamo pregare per tutti i papà del mondo, per i papà vivi e anche per quelli defunti e per i nostri, e possiamo farlo insieme, ognuno ricordando il suo papà, se è vivo e se è morto. E preghiamo il grande Papà di tutti noi, il Padre, un Padre Nostro per i nostri papà: Padre Nostro che sei nei Cieli…».
SAPIENZA, ETA’ E GRAZIA. Durante la catechesi, il Pontefice si era proprio soffermato sulla figura di Giuseppe. «Merita tutta la nostra riconoscenza e la nostra devozione – ha spiegato – per come ha saputo custodire la Vergine Santa e il Figlio Gesù. L’essere custode è la caratteristica di Giuseppe: è la sua grande missione. Guardiamo a Giuseppe come il modello dell’educatore, che custodisce e accompagna Gesù nel suo cammino di crescita “in sapienza, età e grazia”».
Giuseppe, ha proseguito papa Bergoglio, «non era il padre di Gesù, ma faceva da papà a Gesù per farlo crescere. E come lo ha fatto crescere? In sapienza, età e grazia». Lo ha «”allevato”, preoccupandosi che non gli mancasse il necessario per un sano sviluppo. Non dimentichiamo che la custodia premurosa della vita del Bambino ha comportato anche la fuga in Egitto, la dura esperienza di vivere come rifugiati per scampare alla minaccia di Erode. Poi, una volta tornati in patria e stabilitisi a Nazareth, c’è tutto il lungo periodo della vita di Gesù nella sua famiglia. In quegli anni Giuseppe insegnò a Gesù anche il suo lavoro, e Gesù ha imparato a fare il falegname con suo padre Giuseppe».
MODELLO EDUCATIVO. Oltre a questo, lo ha educato, cioè lo ha fatto crescere in “sapienza”. «Giuseppe – ha detto papa Francesco – è stato per Gesù esempio e maestro di questa sapienza, che si nutre della Parola di Dio. Possiamo pensare a come Giuseppe ha educato il piccolo Gesù ad ascoltare le Sacre Scritture, soprattutto accompagnandolo di sabato nella sinagoga di Nazareth». Infine, il Pontefice ha illustrato il senso della parola “grazia”. «Dice san Luca riferendosi a Gesù: «La grazia di Dio era su di lui». Qui certamente la parte riservata a san Giuseppe è più limitata rispetto agli ambiti dell’età e della sapienza. Ma sarebbe un grave errore pensare che un padre e una madre non possono fare nulla per educare i figli a crescere nella grazia di Dio».
«Cari fratelli e sorelle – ha proseguito il Papa – la missione di San Giuseppe è certamente unica e irripetibile, perché assolutamente unico è Gesù. E tuttavia, nel suo custodire Gesù, educandolo a crescere in età, sapienza e grazia, egli è modello per ogni educatore, in particolare per ogni padre. Affido dunque alla sua protezione tutti i genitori, i sacerdoti – che sono padri! – e coloro che hanno un compito educativo nella Chiesa e nella società».
ATTRAVERSARE IL BUIO DEL DUBBIO. Al termine, salutando le persone di lingua araba presenti in piazza, papa Francesco ha aggiunto: «San Giuseppe è il modello di ogni educatore e di ogni fedele, perché ha saputo attraversare il buio del dubbio, l’esperienza dell’esilio e della fuga da casa, senza perdere mai la fiducia in Dio e nel Suo amore. Imparate da lui che solo la fiducia in Dio può trasformare il dubbio in certezza, il male in bene, il buio totale della notte in alba radiosa».
«Chiedo per voi la grazia di essere sempre molto vicini ai vostri figli, lasciandoli crescere, ma vicini. Loro hanno bisogno di voi, della vostra presenza, della vostra vicinanza, del vostro amore. Siate per loro come san Giuseppe: custodi della loro crescita in età, sapienza e grazia. Custodi del loro cammino. Educatori! E camminate con loro. E da questa vicinanza, siate veri educatori. Grazie per tutto quello che fate per i vostri figli: grazie. A voi tanti auguri e buona festa del papà a tutti i papà che sono qui, a tutti i papà. Che san Giuseppe vi benedica e vi accompagni. E anche, alcuni di noi hanno perso il papà, se n’è andato, il Signore lo ha chiamato: tanti che sono in piazza non hanno il papà adesso. Possiamo pregare per tutti i papà del mondo, per i papà vivi e anche per quelli defunti e per i nostri, e possiamo farlo insieme, ognuno ricordando il suo papà, se è vivo e se è morto. E preghiamo il grande Papà di tutti noi, il Padre, un Padre Nostro per i nostri papà: Padre Nostro che sei nei Cieli…».
SAPIENZA, ETA’ E GRAZIA. Durante la catechesi, il Pontefice si era proprio soffermato sulla figura di Giuseppe. «Merita tutta la nostra riconoscenza e la nostra devozione – ha spiegato – per come ha saputo custodire la Vergine Santa e il Figlio Gesù. L’essere custode è la caratteristica di Giuseppe: è la sua grande missione. Guardiamo a Giuseppe come il modello dell’educatore, che custodisce e accompagna Gesù nel suo cammino di crescita “in sapienza, età e grazia”».
Giuseppe, ha proseguito papa Bergoglio, «non era il padre di Gesù, ma faceva da papà a Gesù per farlo crescere. E come lo ha fatto crescere? In sapienza, età e grazia». Lo ha «”allevato”, preoccupandosi che non gli mancasse il necessario per un sano sviluppo. Non dimentichiamo che la custodia premurosa della vita del Bambino ha comportato anche la fuga in Egitto, la dura esperienza di vivere come rifugiati per scampare alla minaccia di Erode. Poi, una volta tornati in patria e stabilitisi a Nazareth, c’è tutto il lungo periodo della vita di Gesù nella sua famiglia. In quegli anni Giuseppe insegnò a Gesù anche il suo lavoro, e Gesù ha imparato a fare il falegname con suo padre Giuseppe».
MODELLO EDUCATIVO. Oltre a questo, lo ha educato, cioè lo ha fatto crescere in “sapienza”. «Giuseppe – ha detto papa Francesco – è stato per Gesù esempio e maestro di questa sapienza, che si nutre della Parola di Dio. Possiamo pensare a come Giuseppe ha educato il piccolo Gesù ad ascoltare le Sacre Scritture, soprattutto accompagnandolo di sabato nella sinagoga di Nazareth». Infine, il Pontefice ha illustrato il senso della parola “grazia”. «Dice san Luca riferendosi a Gesù: «La grazia di Dio era su di lui». Qui certamente la parte riservata a san Giuseppe è più limitata rispetto agli ambiti dell’età e della sapienza. Ma sarebbe un grave errore pensare che un padre e una madre non possono fare nulla per educare i figli a crescere nella grazia di Dio».
«Cari fratelli e sorelle – ha proseguito il Papa – la missione di San Giuseppe è certamente unica e irripetibile, perché assolutamente unico è Gesù. E tuttavia, nel suo custodire Gesù, educandolo a crescere in età, sapienza e grazia, egli è modello per ogni educatore, in particolare per ogni padre. Affido dunque alla sua protezione tutti i genitori, i sacerdoti – che sono padri! – e coloro che hanno un compito educativo nella Chiesa e nella società».
ATTRAVERSARE IL BUIO DEL DUBBIO. Al termine, salutando le persone di lingua araba presenti in piazza, papa Francesco ha aggiunto: «San Giuseppe è il modello di ogni educatore e di ogni fedele, perché ha saputo attraversare il buio del dubbio, l’esperienza dell’esilio e della fuga da casa, senza perdere mai la fiducia in Dio e nel Suo amore. Imparate da lui che solo la fiducia in Dio può trasformare il dubbio in certezza, il male in bene, il buio totale della notte in alba radiosa».
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