William, sfregiato dalla ex
Un infaticabile lavoro di ricerca ultradecennale, coordinato da Fabio
Nestola e svolto in collaborazione tra Adiantum e FeNBi CSA (Centro
Studi Applicati). Un percorso alla scoperta di un fenomeno ampiamente
deformato dai media, inesistente nelle politiche di sostegno alla
vittima maschile, poco approfondito dal mondo accademico e, grazie ad
una infomazione "schierata" culturalmente a tutela di un solo genere,
rimosso dalla coscienza sociale.
Una corposa letteratura scientifica internazionale evidenzia la carenza
di studi specifici in Italia sulla violenza rosa, ove il fenomeno è
pressoché ignorato. Il CSA FeNBi – Centro Studi Applicati, ha effettuato
un’analisi di oltre 6.500 articoli di cronaca nera che registrano
soggetti maschili come vittime di violenza femminile, all’interno della
coppia, del nucleo familiare, dell’ambiente di lavoro.
Ferma restando una larga prevalenza di soggetti maschili quali autori
di un agito violento - tra le mura domestiche e non solo - lo studio
analizza la percentuale minoritaria, vale a dire le condotte aggressive e
criminose delle quali un soggetto maschile può essere vittima
all’interno del rapporto di coppia, rilevando come rispondano a criteri
diversi rispetto alla violenza esercitata a ruoli invertiti: per
modalità, strumenti, tasso di premeditazione, motivazioni.
Secondo i risultati dello studio, la violenza femminile, contrariamente
alla percezione diffusa nell’immaginario collettivo, si esplicita
attraverso una vasta gamma di modalità. Analizzando differenze ed
analogie rispetto alla criminalità maschile, emerge come l’uxoricidio
“rosa” sia seguito in percentuali significative da tentativi di
depistaggio, il 21% dei casi presi in esame. Occultamento di cadavere,
simulazione di suicidio della vittima, simulazione di incidente o
aggressione ad opera di terzi (rapina, debiti insoluti, lite
occasionale, altro ) Una prerogativa pressoché esclusivamente femminile è
l’infanticidio (soppressione dei figli neonati).
Anche per quanto riguarda il figlicidio (soppressione dei figli non in
prossimità dell’evento-parto) la donna prevale nella misura del 79%.
Aggressioni a mani nude o con corpi contundenti, che provocano lesioni
anche gravi, interessano con maggiore frequenza fasce d’età
adolescenziali (bullismo rosa).
Va detto che le baby gang femminili, anche in contesti scolastici, indirizzano atti violenti contro coetanei ambosessi.
Gli atti persecutori sanzionati ai sensi dell’art. 612 bis (stalking)
registrano autrici femminili in percentuali che oscillano, a seconda
delle Procure, tra il 22 ed il 28%.
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