mercoledì 9 aprile 2014

Divorzio breve: realtà e desideri






Premetto che mi sforzo ancora di pensarla come il card.Ruini



La stabilità familiare (…) costituisce un bene primario per la società e anzitutto per i figli, oltre che per gli stessi coniugi, al di là di apparenze che vengono troppo facilmente enfatizzate.
che rispetto le ricerche sociologiche di Avvenire

Numerosissime ricerche sociologiche documentano le profonde sofferenze prodotte dalla separazione, e maggiormente dal divorzio, sui figli. Essi, in aggiunta, fanno uso di droghe e patiscono diverse patologie psicologiche molto più spesso rispetto ai figli con genitori uniti. Un solo dato tra tanti: negli Usa, durante gli anni Ottanta, il 63% dei suicidi dei giovani si è verificato in contesti con il padre assente.

che condivido le osservazioni sulla cultura del provvisorio del card. Bagnasco:

In una cultura del tutto provvisorio l’introduzione di istituti che per natura loro consacrano la precarietà affettiva, e a loro volta contribuiscono a diffonderla, non sono un aiuto né alla stabilità dell’amore, né alla società stessa. 


      che, in via teorica e assai speculativa, comprendo le buone intenzioni ("aiuto.. accoglienza... riflessione.... serenità") del card. Bagnasco:

I tempi più lunghi tra la separazione e il divorzio sono in una funzione di aiuto, non vogliono essere una coercizione. (…) sono, da parte della società e dello stato, una possibilità perchè le persone coinvolte possano far decantare l’emotività, le situazioni di conflitto per un tempo di maggiore riflessione e di pausa in modo da affrontare con maggiore serenità un passo così grave.


che mi posso sforzare di dare una pacca sulla spalla allo sforzo dialettico di don Gentili (CEI)

La questione vera è che una coppia che va in crisi molto spesso si trova in un grande isolamento, e molte crisi sarebbero sanabili se ci fosse anche un vero approccio sinfonico, cioè di più competenze che si mettono insieme. Penso ai consultori – sia quelli laici che quelli di ispirazione cristiana – ma anche alle comunità ecclesiali e alle istituzioni. Quanto si fa per difendere la famiglia, quanto investimento abbiamo fatto in Italia per questo? Quanto siamo diventati un po’ il fanalino di coda in Europa, dinanzi a nazioni che anche più laiche della nostra hanno invece un sostegno forte alla natalità, nell’aiuto concreto alle famiglie. La famiglia fa una gran fatica a stare insieme. Certo, in questo modo forse si rende più facile la separazione, ma certamente non si rende più facile la vita sociale, di cui la famiglia è la cellula fondamentale.

 ma considerato che la realtà, la vera e cruda realtà è ben diversa dai desideri della CEI, e pertanto che:

  • nel 1995 per ogni 1.000 matrimoni si contavano 158 separazioni e 80 divorzi, nel 2011 si arriva a 311 separazioni e 182 divorzi. (ISTAT-2011)
  • nel 98% dei casi l'assegno di mantenimento è corrisposto dal marito ... e risulta mediamente più elevato al Nord (562,4 euro) (ISTAT-2011) 
  • nel 57,6% delle separazioni la casa è assegnata alla moglie, nel 20,9% al marito (ISTAT -2011)
  • che "dichiara di aver cambiato abitazione l'87.7% degli uomini" (rapporto CARITAS-2014)
  •  il 66.7% degli intervistati accusa un numero più alto di problematiche psicosomatiche"
    (rapporto CARITAS-2014)
  • "il grado di soddisfazione rispetto al rapporto con i figli" è mediamente insoddisfacente per i PADRI Separati mediamente PIU' soddisfacente per le madri (le madri dichiarano di vivere più felici senza il marito) (leggere il rapporto CARITAS-2014, al capitolo 3)
  • a cause delle prassi di separazione coniugale "i servizi sociali trattano i bambini come fascicoli" (link)
  • in UE "duemila padri separati si tolgono la vita per la lontananza dai figli (Avvenire 26.10.2006)
  • "I giudici continuano imperterriti a privilegiare le madri, le madri continuano a ostacolare il rapporto dell’ex compagno con i figli, i figli continuano ad essere strumento di battaglia per campioni di egoismo. I padri che si separano continuano a vivere con tremendo dolore la frequente perdita dei figli" (link)
i casi sono due:


  • o c'è oggi una ferma denuncia dalle sacre stanze del Vaticano circa le reali ed evidenti storture del sistema delle italiche separazioni (Ratzinger: "Una pastorale, che voglia veramente aiutare le persone, deve sempre fondarsi sulla verità. Solo ciò che è vero può in definitiva essere anche pastorale") e l'affermazione della formula 50%PADRE+50%MADRE= FIGLIOFELICE 
  •  oppure ben vengano tutte le formule utili a ridurre l'inferno attuale delle separazioni e l'estensione del divorzio breve anche nel caso della presenza di figli minori!













1 commento:

  1. Riscontro il problema, a mio avviso assai più vasto e complesso di come qui rappresentato, e da un lato eliminerei integralmente l'istituto della separazione con accesso diretto al divorzio (solo chi è estraneo a cosa sia una separazione in concreto può immaginare che il tempo tra questa e il divorzio possa dar luogo a ripensamenti, che infatti sono rarissimi), dall'altro riformerei la pessima legge sul divorzio introducendo un principio di "oggettività"; ossia non può e non deve essere sufficiente richiedere il divorzio per ottenerlo.
    D'altro canto non penso affatto che la riequilibratura del diritto di famiglia in materia di affido di figli di separati debba prevedere l'aritmetica suddivisione a metà del tempo dei figli tra l'uno e l'altro genitore (la formula 50% padre + 50% madre = figlio felice, tanto per capirci), che ritengo un approccio adultocentrico e irrealizzabile.
    Così come non credo che la soluzione possa materializzarsi nel "paracadute" (almeno 3 pomeriggi a settimana con il "non collocatario") previsto dai ddl 1163 e 1441 attualmente all'esame del Senato.

    seannevola.eu

    RispondiElimina