martedì 19 febbraio 2013

Il fattore fattucchiera: paese che vai ....

fattore fattucchiera (famiglia tradizionale=uomo+donna+figli)



Nella formula della cosiddetta "ingiustizia familiare" (click qui), uno dei fattori più ambigui ma determinanti è il fattore-fattucchiera "k", che entra in gioco nella fantomatica "VALUTAZIONE DELLE CAPACITA' GENITORIALI", oggetto delle perizie che a larga mano i giudici dispensano agli "esperti" che affollano i nostri italici tribunali.
Sorge un dubbio: la valutazione delle “capacità genitoriali” fa riferimento a qualcosa di tangibile, quantificabile, immutabile con i tempi e i luoghi? Chi sono i “genitori capaci”?

Sono quelli in grado di procreare fisicamente?
Per lo stato laico sottomesso alle psico-astrologie, sembra di no, visto che le psico-astrologhe sentenziano che il tempo che i padri separati possono trascorrono con i figli debba essere di gran lunga inferiore a quello delle madri (statisticamente). Ergo: padri e madri, qualora ugualmente procreino, non vedono riconosciuto il loro UGUALE E PARI diritto a contribuire fattivamente alla crescita dei figli.
I padri dell'epica erano padri capaci ? Ulisse che fa strage degli usurpatori (e fa far strage anche delle ancelle disobbedienti…) dopo anni di esilio dalla propria Itaca era un genitore capace? Lo era Enea, che contribuì da solo alla crescita del figliolo, dopo la fuga da Troia?
I padri fondatori costituzionalisti Italiani (art. 29 della Costituzione) non hanno stabilito forse che "La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sulla eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare"?

I fatti dimostrano che le sentenze DEROGANO dai principi costituzionali, sulla base di astro-psicologi, bizzarramente chiamate dall'italico diritto "consulenze tecniche d'ufficio"

Addirittura la Cassazione (sent. 601, qui ) ha stabilito che un bambino possa crescere in una famiglia di lesbiche. Secondo la Corte non è dimostrato e non è dimostrabile scientificamente che due gay (o lesbiche) siano inadatti a crescere un minore e che pertanto è meglio una famiglia "omo" rispetto a una famiglia "etero", nel caso si configurino dei "conflitti" tra genitori "etero",
Allora una domanda è d'obbligo: è comprovato scientificamente che il "conflitto" sia in grado di impedire che i figli possano trascorrere il 50% del tempo con ognuno dei genitori? 
Per il diritto italico, la risposta sembra essere positiva. Basta che vi sia una CTU che, sotto giuramento, lo affermi in perizia. Sotto giuramento, perchè la CTU dal canto suo giura! Assicura, giurin giurello, croce sul cuore "Giuro di bene e fedelmente adempiere le funzioni affidategli al solo scopo di far conoscere al giudice la verità". 

[ Aggiungo che il/la CTU (se neuropsichiatra, e quindi medico) "nell'esercizio della professione deve attenersi alle conoscenze scientifiche e ispirarsi ai valori etici della professione" (codice deontologico (2) articolo 4].

Il sillogismo dovrebbe essere il seguente. Poichè un medico deve ispirarsi alle conoscenze scientifiche e deve permettere al giudice di conoscere la verità, allora se ne deduce che  è la scienza a discriminare se un genitore abbia o meno "capacità genitoriali". Peccato che, in psicologia e in parte in neuropsichiatria, non vi siano corrispondenze scientifiche e che ognuno si inventi un modello per conto suo. Basta un click in rete per rendersi conto che , sull'interpretazione psicologica, ognuno si inventa ciò che vuole (si veda (3) da leggere sotto l'ombrellone, con i vostri figli, se non ve li hanno ancora tolti; per chi è più resistente di stomaco, legga qui).
Le capacità genitoriali NON sono scientifiche, ma pura DOXA.

Tuttavia, nelle separazioni coniugali, i giudici delegano e delegano volentieri. Prassi, quella delle valutazioni "automatiche e stereotipate", condannata (1) anche dalla sentenza della corte dei diritti dell'uomo (CEDU) e prassi neanche tanto Costituzionale.

Se si applicasse il diritto e non si seguissero valutazioni "automatiche e stereotipate" (grande diligenza del togato), i giudici Italiani dovrebbero assicurare il diritto alla bigenitorialità. 

Bella fregatura, per i genitori naturali…
Ma non ovunque.

Infatti fatti recenti dimostrano che alcuni paesi NON DEROGANO dai principi costituzionali Italici, e non si prestano a dare ascolto alle astro-psicologie.


In Turchia  Erdogan la pensa diversamente rispetto all'Italia (Articolo Ansa), dichiarando che i bimbi turchi hanno il ''sacro diritto'' di essere affidati ''a una famiglia vicina alla loro cultura''.
Si legge in rete:
"Il presidente della commissione diritti umani della Grande Assemblea turca Sefer Ustun, ha stilato anche il numero di questi casi controversi, circa 5mila bambini di origine turca tolti per diversi motivi alle famiglie biologiche e affidati a coppie cristiane. Si specifica che i bambini turchi hanno "il sacro diritto" di crescere con una famiglia vicina alla loro cultura''. Per il caso di Yunus, il bambino attualmente in affidamento a una coppia di lesbiche, si richiede specificamente che l'ambasciata turca in Olanda faccia le necessarie richieste ufficiali ai tribunali del caso per violazione dei diritti umani: il bambino è a rischio di danni psicologici per essere stato affidato a una coppia omosessuale" (desumo tra parentesi che la psicologia in Turchi è diversa dall'Italia....).

Paese che vai, usanza che trovi. Sembra comunque che più la cultura dominante propone un modello di famiglia tradizionale, maggiore è la probabilità che i figli godano dei benefici dell'affetto di entrambi i genitori.
Più la cultura sente il pizzicore di andare alla ricerca dell'innovazione culturale, e si discosta dalla famiglia bigenitoriale, maggiore è la probabilità, per i nostri figli, di screscere in famiglie monogenitoriali, con genitori omosessuali, gay o lesbiche. 

Conclusioni

Sono le sentenze a escludere uno dei genitori dall'accudimento paritetico dei figli. E ciò sulla base delle valutazioni dei consulenti di ufficio, psico-astrologhe in testa. Nei procedimenti di separazione coniugale, i giudici si bevono tutto, appiattendosi religiosamente nella più bieca osservanza della CTU (ma il giudice non è il peritus peritorum?)

Il fattore-fattuchiera sarebbe NULLO se i togati applicassero diligentemente il diritto e considerassero che le valutazioni sulle capacità genitoriali sono pura DOXA (nulla di scientifico). 
Il fattore fattucchiera sarebbe NULLO se i togati  facessero riferimento ad una famiglia "tradizionale e costituzionale", dove un padre e una madre naturali DEVONO partecipare ugualmente alla crescita dei figli.
Ma l'Italia non è la Turchia e allora... 



Formula dell'ingiustizia famigliare




Riferimenti


 (1)Sentenza CEDU. Vedere anche:  http://www.personaedanno.it/index.php?option=com_content&view=article&id=41578&catid=120&Itemid=367&mese=01&anno=2013

(2)
Codice deontologico:
http://www.omceomi.it/home/PresentazioneOrdine/CodiceDeontologico.aspx
Art. 4
- Libertà e indipendenza della professione -
L'esercizio della medicina è fondato sulla libertà e sull'indipendenza della professione che
costituiscono diritto inalienabile del medico. Il medico nell'esercizio della professione deve attenersi alle conoscenze scientifiche e ispirarsi ai valori etici della professione, assumendo come principio il rispetto della vita, della salute fisica e psichica, della libertà e della dignità della persona;


(3) FONTI INFORMATIVE ASSOLUTAMENTE ATTENDIBILI IN FATTO DI INTERPRETAZIONE DELLE SCELTE CROMATICHE DEI MINORI (da leggere sotto l’ombrellone).
Fonte:

·  il nero è un colore negativo e significa assenza di colore, buio. Il bambino sta attraversando un disagio interiore; il marrone esprime gioia e significa che il bambino sta vivendo un momento  o delle esperienze gioiose. Se prevale vuol dire che si stà chiedendo troppo;
il blu rappresenta la ricerca della serenità e di un ambiente rassicurante e affettuoso. Quando prevale c'è un forte autocontrollo,
il verde rappresenta la crescita interiore. Indica maturità e affermazione. Il bambino che ne fa uso è legato alle tradizioni, se lo usa prevalentemente, è sintomo di pigrizia;
il giallo indica che il bambino vive bene le proprie scelte. Sono intuitivi e amano portare a termine il proprio lavoro con costanza e determinazione. La prevalenza del colore giallo è indice di rapporto difficile con il padre o con la madre;
il rosso esprime energia, voglia di fare,desiderio di vivere intensamente la vita. Chi lo usa è un bambino impulsivo e molto estroverso. La prevalenza del rosso è indice di aggressività.






Fonte

Con l’aiuto di Claudio Widmann analizziamo ed approfondiamo i significati simbolici e psichici propri di alcuni colori.
Il rosso: “fuoco, spirito, scintilla che origina la vita”, colore dell’affettività, delle emozioni: intraprendenza, sofferenza, rabbia, coraggio e volontà di dominare. Simbolo dell’aggressività e dell’ostilità esprime componenti psichiche violente, il ricevere e dare vita, piacere dell’azione e della seduzione.
Il giallo: “colore più prossimo alla luce”, mobilità interiore, intuizione e movimento centrifugo, esplosività pericolosa; distinzione in negativo, evanescenza e illusione. Più del rosso è il colore dell’aggressività, più è puro e più è libertà, attività, cambiamento come bisogno di sviluppo. Può essere associato ai meccanismi psichici della fuga, mutevolezza, a forme patologiche di dissociazione dalla realtà, a sperpero energetico esagerato ed eccessivo. È simbolo della coscienza del Sé, riconoscimento da parte degli altri, del sapersi, conoscersi e percepirsi, dell’intuizione e della rivelazione che però non è mai totale.
L’arancione è preferito da chi possiede spirito vivace, sereno, orientato al positivo, comprende gli aspetti “forti” del giallo e il “calore” del rosso, esprime dinamicità e giocosità della vita, bisogno di rinnovamento psicofisico, ricerca di libertà ed illuminazione spirituale.
Verde: “vita che si perpetua attraverso la generazione”, colore dell’attaccamento alla vita, alla quiete, al desiderio d’immortalità, speranza, apertura sentimentale. È la Natura a cui si tende per recuperare silenzio e distensione interiore. Preferito da chi tiene dentro, frena le proprie emozioni, da chi è fermo, perseverante con forte volontà d’operare, alla ricerca di considerazione, di realizzazione personale tanto da diventare rigido, tortuoso e calcolatore.
Il blu, impenetrabilità misteriosa, “colore d’aria, eternità senza tempo”, energia mentale, pensiero riflessivo, introverso, ragionamento acuto, “freddezza” affettiva, senso morale e controllo razionale. Rappresenta ritiro, desiderio nostalgico di ricongiungimento con il passato, di riposo, di un ambiente calmo che faciliti relazioni tranquille e libere da tensioni. È associato a forme rotonde e movimenti di chiusura ed alla presenza di conflittualità o repressione dei legami affettivi.
Il viola: “equilibrio terra e cielo, sensi e spirito, passione ed intelligenza, amore e saggezza”, razionalità che interiorizza l’emotività, colore della rassegnazione, raccoglimento, espiazione e trasformazione illimitata. Simbolo della sintesi tra opposti psichici, della dialettica maschile/femminile, della natura precaria e poco stabile sembra essere il colore preferito da bambini, donne in gravidanza, minoranze e tossicodipendenti.
Il bianco, “origine di tutti i colori”, fuga, liberazione e libertà, opposizione, difesa affettiva ed emotiva, solitudine e vuoto di chi si trova in un momento di pausa e svuotamento di vitalità, aperto tuttavia alla speranza, a molteplici nuove possibilità, ad un nuovo inizio. Simbolo della coscienza, del Sé, dell’individuo realizzato nella sua totalità, nella sua immagine di perfezione.
Il nero è il nulla, “vuoto che precede la creazione e dello stato psichico che precede la coscienza”, pausa senza speranza, distacco da una certa condizione e passaggio ad un altro livello attraverso il dolore. È completa rassegnazione, depressione, espressione di dolore, sofferenza angosciosa, misteriosa ed inconscia, indice di anaffettività, devitalizzazione e malinconia. Il suo uso frequente nei bambini e negli adolescenti è segno della presenza di paura, angoscia, blocco, forse della rinuncia e della negazione, è indice di disturbi psichici, inibizione affettiva, pulsionalità aggressiva particolarmente vivace, reazioni d’ansia, situazioni depressive e stati di disadattamento affettivi.
Il grigio, “niente di ogni cosa”, quando è scuro rappresenta un groviglio energetico, un blocco psichico, un distacco, mentre argenteo è carico di movimento, propensione all’azione e all’eccitabilità psicofisica. Poco usato perché privo di vitalità, coinvolgimento, risonanza affettiva, immobilità, tendenza depressiva, mancanza di autodefinizione, di gioia del vivere e di una via d’uscita. Chi usa questo colore in modo eccessivo tende a distaccarsi da ogni cosa, non vuole coinvolgersi né avere responsabilità, per proteggersi da influenze esterne e stimoli ambientali.
Marrone: “fuoco e fumo, amore e tradimento”, simbolo materno della materia, delle forme, rigenerazione, corporeità e rilassamento appagante, è associato alla semplicità, alla vita comune, all’abbandono fiducioso, all’introversione, a contenimento, accoglienza e interiorità come segni di rinuncia alla dimensione narcisistica. Rappresenta le sensazioni corporeo-sensuali, la pulsionalità dell’Es, i vissuti regressivi nelle esperienze fisiche.

Fonte

Dal punto di vista psicologico i colori  fondamentali  sono 4: rosso, giallo, blu, verde. Due sono eteronomi (blu e giallo) ovvero intervengono sulla risposta dell’uomo indipendentemente dall’uomo stesso, fanno riferimento al ritmo circadiano rallentando (il primo = notte) o stimolando (il secondo = giorno) le funzioni vitali, il metabolismo, le secrezioni ghiandolari. Due sono autonomi (rosso e verde), ovvero una volta attivato il SNC da parte del colore giallo il  soggetto deciderà  se  orientare questa energia verso la conquista (rosso) o verso l’autoconservazione (verde).

I colori a basso contenuto energetico sono freddi e indicano  passività, calma, inerzia, riflessività; se con nero: malinconia, tristezza e introversione.

I colori ad alto contenuto energetico sono caldi ed indicano attività, eccitazione, impulsività ed estroversione.

Il rapporto con il colore fa riferimento al rapporto con l’affettività: tanto più è ricco e differenziato il suo utilizzo tanto più possiamo ipotizzare essere fluido il rapporto  della persona con gli affetti sottostanti.

Nello studio del colore si andranno ad osservare: gamma di colori prevalente, eventuale esistenza di un colore predominante, colori rifiutati o non usati.

Segno di equilibrio: utilizzo di 5/6 colori per ogni disegno. L’utilizzo di molteplici colori nello stesso disegno indica che il  soggetto  esplora dimensioni diverse della propria affettività.

Colorazione uniforme di tutto il disegno che si presenta costantemente: impulsività e mancanza di controllo.




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