lunedì 24 giugno 2013

La Sollecitazione a Fatica, il Limite Centrale e il Caos Indotto - Associazione di Associazioni Nazionali per la tutela dei Minori





Fonte: http://www.adiantum.it/public/3365-la-sollecitazione-a-fatica,-il-limite-centrale-e-il-caos-indotto.asp


La Sollecitazione a Fatica, il Limite Centrale e il Caos Indotto - Associazione di Associazioni Nazionali per la tutela dei Minori

Ho la fortuna di essere un uomo non sposato, cognato “d´acquisto” del compagno di mia sorella, e vi scrivo da R****. Non so se “cognato” sia, nel mio caso, la parola più adatta. So per certo che mio “cognato” è una persona assolutamente normale, un operaio, ha un figlio di 10 anni, ma ha avuto la ventura di sposarsi circa 11 anni fa.
La sua separazione (iniziata nel 2007) sta durando più di quanto sia durato il suo matrimonio. Accusato di abusi da parte della ex-moglie, è iniziato il suo iter. Gli avvocati lo definirebbero ´procedimento di separazione´, gli psicologi ´percorso psicologico di genitorialità´, i credenti cattolici ´calvario´.
Io lo definisco, da fisico e da osservatore esterno, ´sollecitazione a fatica´.
La fatica, per noi fisici, non è solo quella che fa sudare. Prendete una barra di acciaio, piegatela in un senso e nell´altro e ripetete l´esercizio tante volte. E´ come quando cercate di separare due vaschette di yogurt. Ciascuno delle sollecitazioni o delle deformazioni che imprimete, non è tale, di per sé, da rompere la struttura. E´ la ripetizione ciclica, il numero dei cicli a causare il collasso.
Allora dicevo del suo iter. Accusato di abusi da parte della moglie in via di separazione, mio “cognato” è obbligato a lasciare affetti (prima si occupava del figlio al 50% ora al 10% circa) ed effetti (casa alla moglie etc...).
Penso che l´allontanamento coatto di un genitore da casa, specie quando il figlio è da lui accudito, sia già di per sé una forte sollecitazione a fatica per il minore. La prima di una lunga serie di cicli.
Poi i genitori sono sottoposti ad una prima CTU. Anche il figlio, ed è il suo secondo ciclo a fatica. E´ una CTU particolare, perchè prima della CTU il figlio viene ripetutamente sentito, osservato “interrogato” a porte chiuse da una psicologa dell´ASL, che si rivela essere la moglie dell´avvocato di parte. Più precisamente la parte della ex-moglie, la parte attrice.
In Italia accade davvero di tutto. Anche che vostro figlio sia valutato a porte chiuse da una psicologa ASL in pieno conflitto di interessi. E´ un po´ come chiedere a un produttore di lampadine se la vostra casa è illuminata a sufficienza e se le lampadine sono a posto: la risposta dell´esperto è quasi scontata. Mi scuso per questo paragone, perchè un minore non è una lampadina, ma lascio a voi decidere su come poi nella realtà sia stata gestita la separazione. Sottoponete una lampadina a accensioni e spegnimenti successivi, rapidi e continui e vedrete che durerà ben poco. Se qualcosa si rompe, non è perchè fosse difettoso. Si rompe a fatica.
Dicevo che il minore, che al tempo frequentava l´asilo e ora va per le scuole medie, viene sentito dalla CTU. Tre psicologi, due avvocati, dieci sedute. La CTU conferma che il padre è un buon padre e che la madre è una buona madre e consiglia l´ampliamento delle visite per il padre “fino al chiarimento della questione penale”.
Dopo la CTU civile, scatta la perizia penale. Altra sollecitazione a fatica ed è la terza. Un PM, quattro psicologi (due di parte, uno del PM e uno del giudice) due avvocati. Il figlio è allontanato dal padre per sei mesi per l´intervento del tribunale dei minori che, dopo attenta valutazione, decide di non essere competente e lascia il caso. La perizia penale si conclude favorevolemente per il padre, consiglia che suo figlio debba essere lasciato in pace e debba terminare l´accanimento degli "esperti". Tra cui, in primis, la psicologa dell´ASL, che, essendo la moglie dell´avvocato di parte, forse non è la più indicata e super partes.
Ma la fatica non termina, perchè viene rinnovata la CTU. Altri tre psicologi, due avvocati, quattro sedute. La CTU non si smentisce e valuta che il padre è un buon padre e la madre è una buona madre e consiglia l´ampliamento delle visite con pernottamento.
E siamo al quarto ciclo a fatica. Ma nulla da fare. La mamma del bambino, senza nulla dire al padre, porta il figlio in un centro anti-abuso di un grande Ospedale di T., per un problema di ragadi. Il minore è visitato, scrutato, forse interrogato. Le ragadi, dovute all´improprio uso di supposte lassative da parte della madre, scompaiono con una semplice dieta alimentare. Il padre, allarmato da quanto a sua insaputa si è agito e si sta agendo sul figlio in un centro anti abusi, ha un piccolo infarto, forse conseguenza del ricordo di quanto il figlio ha vissuto già nel passato e di quanto può subire in futuro a causa di valutazioni frettolose.
Quinto ciclo. Segue altra pesante denuncia della "Parte attrice" presso la Procura di Torino e il Tribunale dei Minori e sostenuta da un innocuo disegno sui sentimenti fatto a scuola. Un PM, un GIP, due avvocati e una nuova archiviazione. Anche il Tribunale dei Minori archivia, dopo quattro mesi.
Mia sorella (nuova compagna di questo padre e di lui innamoratissima) inizia ad assumere blandi ansiolitici e impara a convivere con gli attentati alla salute del compagno. Sesto ciclo. Il Tribunale (tre giudici) ordina la presa in carico del minore di nuovo da parte dell´ASL.
L´ASL svolge alcuni colloqui psicodiagnostici con i genitori e con il minore e, forse contrariamente alle richieste della madre, sostiene che egli non abbia necessità di essere seguito e che nulla osta ad una ancora maggior frequentazione con il padre.
Settimo ciclo. Ma la "Parte attrice" non si rassegna: l´ASL,con la relazione, avrebbe male agito, male scritto, male interpretato; secondo l´attrice il minore sta male e devono cessare i pernottamenti presso il padre (che sono ripresi da oltre quattro anni). Altra perizia (di parte). Due avvocati, due psicologi, tre giudici. Altre istanze, altre carte.
In tutto, ad oggi, si sono avvicendati otto giudici (7 civili e due penali), due PM, dieci psicologi, cinque avvocati (tre civili e due penali).
Due considerazioni, anzi tre.
La prima. Statisticamente, ad eccezione di chi ha lavorato in smaccato conflitto di interesse, tutti gli esperti del tribunale hanno sancito che entrambi i genitori siano buoni genitori. Tutti i procedimenti penali si sono conclusi con archiviazione. Tutte le valutazioni psicologiche hanno sancito che il minore debba essere lasciato in pace. In Fisica statistica, vige il principio del limite centrale: quando più le valutazioni convergono, tanto più significa che forse siamo vicini alla verità. Verità che, tuttavia, alcuni stentano a riconoscere, scientemente o meno. E purtroppo ognuno pro domo sua. In primis, gli avvocati guerrafondai o gli psicologi asseveranti le teorie più balzane. Questo mi fa ritenere un uomo felicemente non sposato.
La seconda. Il meccanismo di rottura a fatica sta avendo i suoi effetti sugli adulti: blandi ansiolitici per mia sorella e farmaci anti-stress cardiaco per mio “cognato”. A quanto pare non vi sono effetti sul minore. Ciò che è davvero inspiegabile, è che la madre del bambino non abbia espresso lietezza sulle condizioni del figlio, ma abbia criticato l´operato dell´ultima psicologa ASL. Malignamente mi verrebbe da pensare che, secondo lei, il minore debba stare male a tutti i costi, perchè solo così è possibile addossare colpe all´ex marito. E la tesi balzana, sostenuta dalla psicologa di parte, è: “se il minore sta bene è merito della madre, se sta male è colpa del padre”. Questo mi fa ritenere l´Italia un paese di poeti, Santi e navigatori.
La terza. Il meccanismo di rottura a fatica si arresta interrompendo la “fatica” e censurando la sollecitazione. Non sempre il tempo ha un effetto smorzante. Non sempre il tempo è galantuomo. Talvolta, fisicamente, la dinamica che porterebbe alla rottura (psichica, fisica o altro) si smorza da sola, spontaneamente. Talvolta invece si esalta, proprio a causa di sollecitazioni che ci provengono da altri, specie dai guerrafondai che fanno del conflitto indotto la propria ragione di vita e di guadagno.
E´ nostro compito, da cittadini, saper filtrare ed eventualmente respingere le sollecitazioni al conflitto, ma dovrebbe essere compito degli Ordini professionali “silenziare” i guerrafondai. D´altro canto, per molti, il caos indotto è la situazione migliore in cui vivere, prosperare, guadagnare.
Ciò che fisicamente non mi spiego è mio “cognato” che, dopo i cicli a fatica, ha preso carta e penna e ha iniziato a scrivere una lettera diretta alla ex-moglie, che inizia con: “Cara M****, approssimandosi le vacanze estive cosa ne pensi se trascorressimo con nostro figlio ...”.
Un messaggio di distensione, che spero disinneschi definitivamente il conflitto indotto.
 
LETTERA FIRMATA

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