lunedì 11 gennaio 2016

Scacco matto al femminismo

Scacco matto al femminesimo

Fonte: http://ilblogdilameduck.blogspot.it/2016/01/scacco-matto-al-femminesimo.html?spref=tw&m=1
I tifosi polacchi si rivolgono alla Merkel
Sono arrivati. I commenti delle femministe, intendo. Forse era meglio fossero rimasti nello spazio angusto delle mentalità cubicolari dalle quali sono pervenuti ma in fondo è meglio così. "Conosci il tuo nemico", si dice. Per femministe intendo anche gli uomini che portano in dono i loro coglioni su un piattino a queste talebane dei rapporti umani, offrendosi alle erinni come volonterosi eunuchi. Mi riferisco al tipico omo desinistra (ma non solo) che in questi giorni ha fatto subito autodafé di fronte alle stupidaggini a uteri unificati delle cretine prevalenti, gridando "si, è vero, anche noi stupriamo le donne accerchiandole ogni volta che c'è un assembramento in piazza." 
Ormai è chiaro. Il generalismo giustificazionista è la versione ufficiale dei fatti di Colonia. Comodo, diluente la colpa, privo di residui razzisti e dal piacevole effetto inebriante come una fialetta di popper. Sono stati tutti, quindi non è stato nessuno. "Chi è stato ad accecarti, fratello?" "Nessuno, è stato Nessuno!!" Ricordate, anche questa fu una trovata di Ulisse, come il cavallo di Troia.
Tornando alle reazioni delle femministe. Ho provato a leggerli, i commenti ma, francamente, letto uno, letti tutti. Fatti con lo stampo. Identici come gli stamburamenti ossessivi dello spin. Monotoni come il porno. Provenienti dalla medesima matrice del monopinionismo, quella che, attraverso poche parole chiave, unifica il pensiero triturandolo nel verbalismo, nell'illusione di esso. E' così che è ridotto ad esprimersi il pensiero femminile stretto dentro il busto del femminismo, attraverso gli slogan della neolingua inquantodonnista.
Come si fa, ad esempio, a leggere qualcosa che, già dal titolo, parla di "Violenza di genere e femminicidi politici", e che, invece di scendere nello specifico ad analizzare il problema dello scontro di civiltà e della minaccia specifica del jihad alle conquiste di emancipazione femminile, sostiene che è il problema è il "patriarcato", così, in generale, valevole per tutta la galassia e oltre l'infinito? 
O la Maraini che riconosce la marocchinata ma dice che non possono essere stati i marocchini perché i migranti "hanno alle spalle storie dolorose"? 
Meglio stuprate che razziste. Negare, negare, negare. Che non si fermi, per carità, la gloriosa avanzata del mostro globalista nato dal coito immondo tra capitalismo e comunismo, che porterà la rivoluzione in ogni paese e la distruzione della nostra civiltà.
Sapete qual è l'unica fobia veramente pericolosa che andrebbe combattuta, ma che gli  esperti in Fobofobia del ministero del Pensiero Unico si guardano bene dal denunciare e combattere, anzi ignorano completamente? Si chiama androfobia e viene praticata da coloro che vedono l'origine di ogni problema nella pura esistenza del maschio in quanto tale. E' desiderabile che delle fobiche e i loro eunichi pretendano di rappresentare la voce delle Donne? Direi che è ora di dire basta. 
L'universo del pensiero femminile non ha bisogno dell'etichetta di "femminista" e di brandire l'arma del ricatto dell'inquantodonnismo ogni volta che deve esprimersi. Lo ha sempre fatto quando il femminismo non esisteva. Soprattutto si esprime in ogni campo dello scibile umano e in ogni luogo, non solo nelle riserve indiane delle rubrichette dei giornali dedicate alle "questioni femminili", che una volta erano il cucito,  il ricamo e le pene di cuore, oggi devono essere per forza i femminicidi, il gender e la visione androfoba ed ottusa del mondo. Il grande successo ( à la Monti) del femminismo sembra proprio quello di aver costretto una maggioranza a comportarsi come una minoranza piagnona.
Vogliamo dire che è tempo di togliere il femminismo, ovvero la riflessione delle donne su loro stesse e sulla difesa dei loro naturali diritti umani ovunque vengano negati o violati, dalle mani delle separatiste, androfobe, traumatizzate, nonché globaliste, buoniste, fiancheggiatrici e serve dell'élite reazionaria alla quale, come le sinistre, si sono vendute, che lo tengono in ostaggio? Vogliamo separare una volta per tutte il pensiero femminile dal "femminismo unico" di queste talebane che propugnano, d'intesa con l'élite, il femminesimo, malattia finale dell'autolesionismo occidentale? 
Molto tempo fa scrissi un post - ve lo linko così non mi ripeto qui - dove avvertivo che era giunto il momento di mettere da parte le false guerre di genere, abilmente orchestrate dal M.d.P.U., ed unirsi, uomini e donne assieme, per opporsi al tentativo in atto di cancellare i nostri diritti e le nostre libertà, progetto che può essere sconfitto solo da un esercito unito e non diviso nei mille rivoli della fluidità identitaria. Così capite anche a cosa serve il martellamento gender. 
Sui giornali stranieri, soprattutto quelli del mondo anglosassone, meno inclini alla melassa accoglientista nostrana, si comincia apertamente a collegare il fenomeno della migrazione selvaggia verso l'Europa - che sappiamo essere usata come arma di pressione - ad un tentativo di colonizzazione da parte dell'Islam, che sarebbe funzionale a sua volta ad un più ampio progetto di feudalizzazione globale, a quel famoso ordine mondiale che prevede una ristretta e ricchissima élite che governa una moltitudine di schiavi. Come in Arabia Saudita, del resto. Ecco, forse, il collegamento.
Nel novembre scorso Monica Crowley sul Washington Times scriveva che una parte fondamentale del jihad è la hijra, ovvero la conquista del territorio infedele mediante migrazione. Si mandano avanti gli uomini, poi, tramite i ricongiungimenti famigliari e l'alta fertilità, si diventa auspicabilmente la maggioranza sul territorio. Pensare che, a quel punto, possa ancora essere possibile l'integrazione, il "rispetto delle nostre leggi" come affermano le putain au bon coeur dell'accoglienza, e non la sharia applicata grazie alla hija, è pia illusione.
Ma queste sono cose che sappiamo.
I fatti di Colonia e del resto dell'Europa della sera di S. Silvestro, trattati dai negazionisti nostrani secondo i dettami del femminesimo dominante, ovvero del "mio figlio non è uno stupratore, è un bravo ragazzo, è lei che l'ha provocato", vengono invece analizzati in queste ore dagli studiosi che vogliono veramente analizzare il problema e dalle vere donne, non dalle femministe, come quello che è stato, ovvero un esperimento, un test per saggiare la risposta degli europei all'oltraggio verso ciò che dovrebbero avere di più caro: le loro donne.
Direi che l'esperimento, dal punto di vista di chi vuole conquistarci, chiunque egli sia, è perfettamente riuscito. Purtroppo per noi.
Se immaginiamo che si sia trattato di un attacco del jihad - qualcuno ha già coniato il termine groping jihad per questa forma di terrorismo sessuale, già messa in atto in altre occasioni, come abbiamo visto, ma negata dal buonismo peloso dei collaborazionisti, l'esito dell'operazione è stata la nostra resa incondizionata. 
Ora loro sanno che: quella del terrorismo sessuale è un'ottima tattica che potrà essere messa in pratica altrove e in maniera ancora più audace, tanto i media taceranno per vergogna e gli emasculati e succubi maschi europei si prenderanno la colpa al posto dei veri stupratori. 
Che i progressisti europei preferiscono offrire le proprie donne in pasto all'invasore, piuttosto che rischiare l'accusa di razzismo.
Che i tedeschi manderanno la polizia a bastonare chi scende in piazza a protestare contro gli stupratori stranieri e non questi ultimi e che l'estrema sinistra sosterrà che il problema non sono gli stupri etnici in casa propria ma il razzismo. Come quello subito attribuito alla copertina di un giornale.
Sanno che le autorità hanno negato fino all'ultimo i rinforzi richiesti dalla polizia di Colonia, e si può pensare che siano ben disposti a "lasciar accadere" questo tipo di cose sulla pelle dei propri cittadini.
Soprattutto sanno che, in generale, l'immagine dell'Europa in questo frangente è stata quella di un continente di vigliacchi senza palle, in balia di governanti totalmente incapaci e soprattutto senza la volontà di difendere i propri cittadini. Nello specifico, le loro cittadine.
Tutto a causa di questo maledetto femminesimo, di questo matriarcato (altro che patriarcato, brutte cretine!) ultraprotettivo nei confronti dei figli di puttana, dei teppisti, della peggio feccia vista sempre come "il mio bambino", che sta tirando su una generazione di decerebrati castrati dopo averne castrato i padri e che è attirata inconsciamente da questi rozzi selvaggi di importazione allevati da donne incapaci perfino di ribellarsi all'assurdità di un velo integrale e perpetuatrici essere stesse di una  società che si basa sul fondamento della loro sottomissione. Gli uomini li fanno le donne ad ogni latitudine, quindi anche nel mondo islamico e in quello africano dove sono sempre le donne a tenere ferme le bambine che devono subire l'atroce tortura dell'infibulazione.
Sapete, non vorrei che dietro alla piaga del femminesimo come femminilizzazione del mondo vi fosse nient'altro che qualcosa a cui non riesco a non pensare in questi giorni e che è un retaggio di miei antichi studi ed esperimenti di etologia. 
Si tratta di questo. Se in una gabbia contenente una famiglia di ratti si inserisce un maschio estraneo, tutto dipende dalla reazione del maschio "autoctono". Se questo reagisce ed attacca l'intruso, per difendere la femmina e i piccoli, bene, ma se egli vi si sottomette, sapete cosa fa la femmina? Si allea con l'intruso, lo aiuta ad uccidere il proprio maschio e uccide anche i piccoli, insomma pratica l'infanticidio, accoppiandosi poi con l'intruso per avere prole migliore. Accade non solo con i ratti, ma con i leoni e molte altre specie.
Ora, noi siamo uomini e non caporali, certo, pensare questo delle donne, che abbiamo cioè inconsciamente già scelto il vero maschio alfa dal quale farsi dominare, dopo aver castrato il proprio ed essersene dichiarate, di conseguenza, deluse, è brutto e assolutamente scorretto ma io lo penso lo stesso. Se una società inverte il suo corso di evoluzione in senso economico, è probabile che lo faccia anche attraverso una regressione psicologica verso modelli primitivi di società e schemi primordiali nel campo delle pulsioni. 
Ad ogni modo i conquistatori ora sanno che soprattutto le statiste accoglienti e materne non sono in grado di difendere le proprie concittadine - come molte madri del resto non difendono affatto le proprie figlie dai padri pedofili - ma possono, all'occorrenza, servire come ausiliarie a causa del loro istinto materno verso gli stupratori.
Mentre si preparava l'attacco simultaneo a sciame e, ultima rivelazione, 500 stranieri mediorientali e nordafricani si preparavano ad assaltare una discoteca a Bielefeld, in Westfalia, a caccia delle donne, mettendo a dura prova la resistenza degli uomini presenti, (noi lo sappiamo da due giorni, i giornali tanto presi dai Rolex di Renzi l'hanno scritto solo oggi, dopo dieci giorni), ricordiamo cosa andava in onda sulla rete ZDF.
Non è meraviglioso, rivisto ora? Non è la distruzione in mondovisione più sottile, sadica ed efficace della credibilità di una cosiddetta statista? Si, quella sera è stata pesantemente molestata anche Angela Merkel, ma lei se n'è resa conto troppo tardi, nonostante le avvisaglie dello scandalo VW.
L'attacco proditorio alle donne tedesche, condotto da manovalanza migrante probabilmente attivata dalla parola magica "jihad" o volgarmente assoldata, sembra avere avuto come ultima destinataria proprio Angela Merkel, questo riuscito esperimento di incrocio tra la Stasi e la I.G. Farben, la Mutti incarnazione del femminesimo, rivelatosi il solito golem lanciato alla terza distruzione dell'Europa negli ultimi cent'anni.
Sul New York Times di ieri, Ross Douthat commenta i fatti di Colonia come una prova del fallimento della politica dell'accoglienza della Cancelliera (che probabilmente è stata costretta ad adottare sotto pressione della famosa arma di migrazione di massa, n.d.r.) e conclude in maniera inequivocabile:
"Occorre ora chiudere le frontiere tedesche ai nuovi arrivi. Occorre iniziare la deportazione e il rimpatrio degli uomini validi e giovani. Occorre abbandonare la pia illusione che i peccati nazisti del passato possano essere assolti mediante lo sfrenato umanitarismo della Germania di oggi.
Occorre che Angela Merkel se ne vada, cosicché il suo paese e il continente che sta dominando, non paghino un prezzo troppo alto per la sua follia."
L'Impero ha parlato. Traetene le conclusioni. Potete anche farvi qualche domanda.

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