lunedì 16 gennaio 2017

I "dubia" e i nuovi diritti

Nuovi diritti. E i vecchi?

Da Der Spiegel (1997)- La Società senza-padre
Fa davvero riflettere vedere il mondo cattolico schierato dalla parte della famiglia.
Ora che il decreto attuativo sulle unioni civili è è legge, che si prospetta l'eventualità delle adozioni gay, si alzano le proteste dal mondo cattolico e non cattolico.

Tutti a stracciarsi le vesti, a evidenziare che le priorità del Paese sono altre, a prospettare addirittura l'eventualità che il nuovo decreto sia una "scorciatoia per la regolarizzazione dei clandestini" (laVerità, 13 gennaio 2017), il comitato "difendiamo i nostri figli" organizza un congresso per "fermare la “colonizzazione ideologica” della teoria Gender nelle scuole" (link), Avvenire reclama il diritto alla critica (link), accorgendosi del "coro" pro-unioni-civili della schiera di psicologi progressisti, evidenziando  "i rischi collegati alla mancanza anche simbolica dell’altro genere" nella crescita dei figli.

Allora ci si stracciano le vesti, gli organi di stampa reclamano il reclamare il diritto alla difesa della famiglia, diritto naturale, diritto sacro, diritto inviolabile, non negoziabile, bla-bla.

Ciò fa davvero riflettere, perchè questo schieramento, quando quotidianamente i diritti dei padri separati sono calpestati da una certa magistratura svogliata (speriamo nel futuro minoritaria) nonostante la legge sull'affido condiviso del 2006, ebbene questo schieramento non si è mai visto.

Vien da chiedersi:

(1)  c'è stato forse un alzata di scudi scudi quando i nostri tribunali, nonostante la norma vigente sull'affido condiviso, affidano, di fatto, i figli ad un solo genitore (generalmente la madre)? Non c'era forse anche in ta caso il rischio collegati alla mancanza anche simbolica dell’altro genere (generalemnte il padre)?


(2) si sono viste le manifestazioni di piazza quando, zitti zitti, alcuni togati (non tutti), nelle cause di separazione coniugale (1/3 dei matrimoni) semplicemente interpretavano la vigente legge sull'affido condiviso in maniera davvero balzana, relegando i padri ad un ruolo secondario rispetto a quello delle italiche madri e tutto ciò, si intende, per "il supremo interesse del minore"?

 Sembrava allora a una pletora di esperti di famiglia, psicologi compresi, che il solo affetto di madre potesse bastare a far crescere i figli. E il mondo cattolico è rimasto in silenzio.


(3) si sono viste le manifestazioni di piazza quando, zitte zitte, alcune cristianissime madri (non tutte) ricorrevano ai mezzucci delle false accuse, delle menzogne strumentali contro gli ex-mariti al fine di poter godere in maniera esclusiva dell'affetto della prole, di affetti ed effetti? Sembrava allora ad un certo cattolicesimo malato di "pastoralismo" (più attento a non perdere consensi che a difendere la Verità) e un pò madonnaro, sembrava che  il dialogo, la comprensione, l'ascolto, "l'intercettare il disagio" fossero le uniche vie. Il fatto che, conseguentemente, i nostri figli e le nostre figlie  potevano godere dell'affetto di un solo genitore, non era faccenda da manifestazioni di piazza.

Non si sono viste le manifestazioni piazza quando anche la Caritas indicava i padri separti come nuovi barboni (link).

Non si sono viste le manifestazioni di piazza quando la Corte EUropea condannava l'Italia per Con la sentenza (link) (Cedu - Decisione del 29 gennaio 2013 n. 25704/11) per la prassi con cui un genitore naturale (padre, ovviamente) era escluso dall'accudimento verso i figli.

Non si sono viate le manifestazioni di piazza per la prassi delle ASL, delle psicologhette e degli "esperti" circa gli affidi e allontanamenti facili dalle famiglia "natrali" (link, interrogazione M5S) 

 Non si sono viste le manifestazioni di piazza quando la prassi italica sulla cura filiale era affidata alle elucubrazioni e alle panzane delle psicologhette delle ASL, pronte a difendere "il supremo interesse del minore" e nei fatti a inventare qualsiasi arzigogolo per protrarre nel tempo le "perizie sull'idoneità genitoriale", basate sul nulla scientifico e sull'accrocchio dialettico. Per contrappasso, anche oggi, sulla step-child adoption, sono sempre gli psicologhetti/e a berciare la propria: chi per i sì (link; link)e chi per i no (link, link).

Non si faceva manifestazioni di piazza di fronte alla demonizzazione della figura paterna (link)

Relegare il padre ad un ruolo subalterno ha aperto la via, ogni via alternativa.
Il mondo cattolico, ma un pò pagano e madonnaro, ha trangugiato l'affido condiviso truccato, ha accettato nei fatti la prassi della famiglia mono-parentale. Ha eccettato il teorema  che, per il "supremo interesse del minore", i nostri figli e le nostre figlie potessero crescere, in moltissimi casi, senza il costante e quotidiano affetto di un padre.


E' il teorema della «Famiglia sì, padre no», un controsenso carico di conseguenze.

Infatti, dato per acquisito il teorema "«Famiglia sì, padre no», allora i nuovi profeti della famiglia si saranno domandati: non può essere che, magari togliendo anche la madre naturale, o mescolano madre/padre naturale/adottivo/a,  i figli possano crescere bene lo stesso? Non sono forse gli psicologi, gli esperti della famiglia, gli studiosi della psiche, pediatri, neupsichiatri e compagnia cantante  a determinare se un soggetto/a hanno valide capacità genitoriali? Non sono forse i giudici a determinare, caso per caso, con chi possa trascorrere il suo tempo il "minore"? Utero in affitto, step-child adoption non sono forse i corollari del teorema che, nei fatti, la Chiesa purtroppo ha sempre avallato?  Il teorema «Famiglia sì, padre no» non ha forse portato al corollario «Famiglia no, figli sì»?
«Famiglia sì, padre no». E allora verrà  «Famiglia no, figli sì». E poi «Figli no, affetti sì».

La posizione ufficiale della Chiesa è di ripiego. Al massimo il mondo cattolico si è occupato e si occupa della "comunione per i risposati" (link, link), sollevando men che meno dei "dubia" sull' interpretazione dell'amoris laetizia (link), dubia che sono un continuo rimando ad altri poco noti, se non oscuri,  capitoli di altrettanto dimenticate encicliche pastorali.

Capirai! Mentre il mondo Cattolico si arrabatta e divide su domande di rilievo nullo per i cattolici vittime di ingiuste separazioni coniugali (del tipo: se con l' "Amoris laetitia" n. 302 sulle "circostanze attenuanti la responsabilità morale", si deve ritenere ancora valido l’insegnamento dell’enciclica di San Giovanni Paolo II "Veritatis splendor" n. 81) il Mondo professa diritti nuovi, dimenticanto i vecchi. Nessun dubbio.




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