mercoledì 25 gennaio 2017

Riportare in vita il padre per difendere i figli

Riportare in vita il padre per difendere i figli

di autori vari lion-565818_640
di Silvana De Mari
Fonte:  https://costanzamiriano.com/2017/01/08/riportare-in-vita-il-padre-per-difendere-i-figli/

Oggi ci fermiamo un attimo e parliamo di leonesse. E quindi di leoni.
Ho già accennato che sto per fondare la brigata “due più due fa quattro”, dove combatteremo fino alla morte per difendere l’ovvio. Il mio post dove spiegavo l’assoluta differenza e complementarità tra maschi e femmine, è rimbalzato sul web, raccogliendo numerosi commenti. Rispondo a uno dei più buffi:”le leonesse, che sono femmine, sono vere combattenti”.

Le leonesse non sono combattenti: le leonesse sono semplicemente carnivore. Una leonessa, in quanto femmina, ha la competitività e l’aggressività molto basse. Se voi vi trovate davanti a una leonessa, la leonessa vi sbrana, ma voi, come il vostro cagnolino che le ha fatto da aperitivo, come la gazzella tanto carina, come lo gnu neonato, non siete qualcuno con cui compete: voi siete pappa. Una dolcissima leonessa vi sbrana senza per questo essere aggressiva, esattamente come la mia dolcissima nonna andava a tirare il collo a una gallina tutte le volte che uno dei suoi figli aveva il raffreddore (o qualsiasi altra patologia nota) e bisognava fare il brodo di pollo per curarlo (il brodo di pollo cura tutto).

La dolcissima leonessa non sbrana la gazzella, lo gnu, il cagnetto, o voi con aggressività, esattamente come la foca non ci mette aggressività a mangiarsi le aringhe, la balena a mangiarsi il krill, e la vacca a mangiarsi l’erba (siete sicuri che gli steli non soffrano?) L’aggressività, che è potente solo dove c’è testosterone, è quella tra due tizi della stessa specie, non tra un rappresentante di una specie e la sua pappa. La pappa sta nella casella pappa, la competizione con individui della stessa specie sta nella casella aggressività, e qui ci va il testosterone. Sono due caselle diverse. La leonessa non è meno brava del leone a cacciare, ma non è capace di difendere il territorio dove cacciare. Un carnivoro è un carnivoro; quello che mangia e la capacità di procurarselo non hanno nulla a che fare con l’aggressività, che è intraspecifica ( all’interno della stessa specie) e la competitività, anche essa intraspecifica.

La leonessa può muoversi e cacciare e allevare i suoi cuccioli solo all’interno di un territorio, un territorio segnato e difeso da un maschio. I maschi difendono il territorio, come sanno i proprietari di cani maschi e i postini. Difendono il territorio gallo e toro, e smettono di farlo se si amputano le gonadi: bue e cappone non difendono il territorio. Mi sto ripetendo perché secondo me questo concetto non è chiaro nella mente di molti. La leonessa Marisa ha avuto i cuccioli dal leone Marco. Può cacciare con serenità nel territorio segnato e protetto da Marco. Quando arriva il branco di iene, Marco le allontana, quando arriva il bufalo, ci pensa Marco, non Marisa. Quando arriva un altro leone, Pippo, Marco deve cacciarlo. Se Pippo fosse più forte e uccidesse Marco, dopo di lui ucciderebbe i suoi cuccioli, li ucciderebbe davanti a Marisa, che non ha la potenza di fermarlo, così che senza cuccioli lei torni rapidamente all’estro, lui possa montarla e avere dei cuccioli suoi. Lo stesso avviene tra i leoni marini, le foche e un mucchio di altri. Se non c’è il padre a proteggerli, altri maschi uccidono i cuccioli per avere i loro discendenti con quella femmina. Esattamente quello che succede alla fine della guerra di Troia: il figlio di Ettore ucciso e sua madre che diventa schiava.

Dove non c’è più il loro padre a proteggerli, i cuccioli aumentano il rischio di essere uccisi.

Ho raccontato questa storia per chiarire l’idea che madre natura è un’arcigna megera (che noi uomini siamo tanto cattivi, mentre gli animali sono angelici è una delle ennesime fesserie di questa epoca) e per spiegare che la violenza fa parte della vita. Ci vogliono i leoni maschi per proteggere i cuccioli. e questo vale anche per noi. Io ho sempre saputo che se qualcuno mi avesse toccato, mio padre lo avrebbe fatto a pezzi, anche a costo di morire nell’impresa, e questo era il suo compito. Ora immaginiamo che Marisa sia un’ottima cacciatrice, e dica “io sono mia, io non ho bisogno di nessuno, io sono stufa, io il territorio me lo difendo da sola”, e mandi via Marco: i suoi figli non hanno più difesa.

Quando non c’è più un uomo, quando il padre è morto, o se ne è andato, o è stato mandato via, in una di queste disastrose evenienze aumenta il livello di ansia dei figli, a volte cominciano gli attacchi di panico. Noi femmine il territorio non lo sappiamo difendere, non lo sappiamo difendere perché non è compito nostro, e quando il padre non c’è più i figli stanno svegli di notte, perché gli orchi esistono, non è vero che non esistono, non è vero che si fermano a parole.

I popoli dove il maschile ha travolto il femminile e lo ha azzittito, i popoli dove il femminile prevale sul maschile non hanno più la capacità di difendere il territorio e credono che la libertà e la vita siano possibili senza combattere. Perché se un uomo ha tutta la sua potenza, se la sua donna non gliela ha tolta col disprezzo, ma anzi l’ha aumentata, stando dalla sua parte, sempre, facendo il tifo per lui, quell’uomo è in grado di difendere il figlio. Un uomo è in grado di dare un pugno sul tavolo e dire no, al figlio che vuole farsi di spinelli, che vuole andare al rave party. Dove non c’è un uomo, un padre, è più facile a un sedicenne con gli attacchi di idiozia – che a 16 anni sono la norma – dire la fesseria del secolo, tipo “smetto di andare a scuola, che sono stufo” “smetto di lavarmi” “smetto di uscire dalla mia stanza”. Per favore non mi scrivete che a casa vostra è zia Carmela che la mette giù dura e Zio Ugo è un mollaccione. Stiamo parlando di statistica: il 90 % delle donne è più accogliente del 90% degli uomini. Il 90% degli uomini ha più coraggio e senso dell’autorità del 90% delle donne. Voi siete un’eccezione? Fate parte del 10%. Una minoranza.
Dove c’è un uomo e tutta la sua potenza, il compagno della madre dell’amichetta non entra nella casa dove c’è la bambina di sei anni e lei non volerà dalla finestra. I pedofili hanno la capacità incredibile di localizzare il bambino che non ha un padre che lo difenda con tutta la sua ferocia. In effetti i grandi paladini della pedofilia hanno avuto come primo scopo l’abbattimento dell’autorità paterna, perché prima bisogna levare di torno Marco. Chi sono i grandi paladini della pedofilia? Quelli che hanno scritto a suo favore? Jean-Jacques Rousseau, Simone de Beauvoir e ovviamente Jean-Paul Sartre, Daniel Marc Cohn-Bendit detto Daniel il Rosso perché il ‘68 lo ha cominciato lui. Jean-Jacques Rousseau (1712-1778), che può essere considerato il profeta dell’educazione relativista e illuminista, ha cinque figli dalla sua compagna e, poiché questi sono figli reali e non astratti come L’Emilio, egli se ne libera rapidamente depositandoli, dopo ogni nascita, nell’ospizio dei trovatelli. Quest’uomo che crede nella assoluta bontà delle sensazioni e ignora la tendenza umana al piacere disordinato ed egoistico, a Venezia si compra per pochi franchi una bambina di dieci anni per allietare sessualmente le sue serate (Cfr. R. GUIDUCCI, La Storia di un contestatore sconfitto, pagg. 1-68 (pag. 32); in J.-J. ROUSSEAU, Le Confessioni, Introduzione di Roberto Guiducci; traduzioni e note di Felice Filippini, Biblioteca Universale Rizzoli, aprile 2001, pag.28). Jean Paul Sartre, Simone de Beauvoir (1908-1986), Michel Foucault, Jack Lang, futuro ministro francese, firmarono una petizione in cui si reclamava la legalizzazione dei rapporti sessuali coi minori (gli articoli erano su Liberation). Simone de Beauvoir, ha lavorato due anni nella radio di Vichy, era una collaborazionista filonazista. Nel 1943 fu sospesa dall’insegnamento. In realtà aveva sedotto una giovanissima allieva, ma per metterla nel letto di Sartre, con cui ha avuto sempre dei rapporti servili, topo padrone e schiava. In realtà molta parte delle sinistra post sessantottina inneggia alla libertà sessuale del bambino, e al crollo del tabù borghese, come viene chiamato. Anche la Gran Bretagna non scherzò. Era il 26 gennaio 1977 quando, in nome della “liberazione sessuale dei bambini”, il quotidiano francese Monde, faro della gauche, pubblicò una petizione per abbassare la maggiore età sessuale ai dodicenni, una sorta di legittimazione ideologica alla pedofilia.

Ma se non abbatti il padre, alle pudenda del bambino non ci arrivi. Prima occorre trasformare le donne in vittime e i maschi in carnefici, poi hai mano libera non solo sui bambini, ma su tutti. Dove la famiglia sia annientata il potere dello Stato (maiuscolo, il nuovo Dio) è assoluto.

Le affermazioni di Vendola e Busi sul diritto alla sessualità dei bambini potete trovarle sul Web, è già che ci siete cercate le dichiarazioni di Mario Mieli, visto che il circolo Mario Mieli di Roma è considerato ente morale e finanziato con il denaro pubblico per entrare nelle scuole a insegnare l’etica. Mieli parla del potere salvifico di pedofilia, necrofilia e coprofagia. Peraltro la pedofilia, “il diritto del bambino alla sessualità, è una dei capisaldi del ‘68, non di tutto, certo, e molti lo ignorano, sia nella teoria che nella pratica. Daniel Cohn Bendit, attualmente deputato europeo, ha scritto pagine sul diritto alla sessualità del bambino, negata dalla società borghese e dal cristianesimo, che anzi raccomandava a chi scandalizzerà questi piccoli che meglio sarebbe per loro una macina al collo che li trascini sul fondo . Bendit faceva il maestro d’asilo in un asilo alternativo e spiegava come spesso i bambini andassero a chiedergli di potergli aprire la patta dei pantaloni e toccarlo. Se uno dei padri di uno di questi bambini fosse stato mio padre o mio marito, a Daniel Cohn Bendit avrebbe fracassato fisicamente tutte le ossa. Non è vero che la violenza è sempre sbagliata. C’è un tempo per la pace e un tempo per la guerra. La violenza del padre per proteggere il figlio è un punto essenziale della sua sicurezza e della sua educazione. Io ho sempre saputo se qualcuno mi avesse fatto del male, i carabinieri sarebbero stati l’ultimo dei suoi problemi: mio padre lo avrebbe massacrato. Se qualcuno avesse fatto del male a mio figlio, se si fosse fatto “toccare” da lui, mio marito lo avrebbe massacrato.
Comunque la pedofilia ha segnato due anni fa un punto importante. L’associazione psichiatri americani, APA, che da 60 anni regna sul mondo controllando e dirigendo tutti gli ordini di psicologi, ha dichiarato che la pedofilia non è una perversione sessuale, ma un normale orientamento sessuale. Il primo gradino, quindi, per affermare la pedofilia è stato l’uccisione del maschio occidentale. Sempre più filosofi e pensatori lo denunciano: Pasqal Bukner, Claudio Risè, sono stati i primi a essersi accorti che è stato assassinato il padre. Quindi cominciamo a darci da fare per riportarlo in vita, perché ci serve.

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