martedì 14 maggio 2013

Infanticidio, ben 197 casi nel solo 2011.

Infanticidio, ben 197 casi nel solo 2011. Un fenomeno in crescita, figlio della solitudine
















 Fonte:
http://www.adiantum.it/public/3351-infanticidio,-ben-197-casi-nel-solo-2011.-un-fenomeno-in-crescita,-figlio-della-solitudine.asp

In epoca di improbabili slogan di genere e moderna terminologia, i fenomeni sociali più radicati rischiano quasi di passare in secondo piano. Oggi è di gran moda il dibattito su un fenomeno che, a ben vedere, fenomeno non è affatto: il c.d. femminicidio.
La campagna di disinformazione su questo non-fenomeno rischia di far passare inosservata la tre statstica sull'infanticidio e sull'abbandono di bambini da parte di giovani madri. Secondo i dati diffusi dalla SIN - Società italiana di Neonatologia, in Italia ogni anno 3000 neonati vengono abbandonati. Nel solo Policlinico Mangiagalli di Milano, nel 2012, sono stati praticati 1300 aborti, senza contare il permanente fenomeno degli aborti clandestini e la diffusione della "pillola del giorno dopo", talvolta acquistata illegalmente via Internet.
Il volume di Vincenzo Mastronardi, Manuale per operatori criminologi e psicopatologici forensi, si sofferma poi su un dato sconvolgente: i casi di infanticidio nel 2011 sono stati 197. Negli ultimi anni la cifra conosce solo alcune variazioni, rivelando quindi un fenomeno stabile.
Si resta senza parole. Tra tutti i crimini, l'uccisione di un bambino è ciò che fa più orrore soprattutto considerando che quasi sempre sono le mamme stesse a compierlo.
Sparse sul territorio ci sono 40 "culle della vita", derivazione di quella ruota "degli esposti" di conventi e monasteri in cui un tempo si lasciavano i neonati. Queste culle però non sono diventate ciò per cui sono nate. In genere restano vuote. Esiste anche la possibilità di partorire anonimamente, ma ben poche donne se ne avvalgono.
Nonostante tutto le mamme uccidono i bambini come non accadeva nelle generazioni passate. In alcuni casi si spiega con il disturbo depressivo che spesso si affaccia dopo il parto. In altri casi si tratta di madri adolescenti che non vogliono rendere nota la gravidanza. Qualche volta sono le ragazze immigrate. Possono essere prostitute che arrivano a odiare il bambino concepito, ma anche donne che hanno un lavoro dignitoso.
Cosa non funziona? La vergogna sembra insensata dato che nessuno oggi disprezza la madre single. Forse è una nuova vergogna: possono dirti che, se sei rimasta incinta, sei stupida. A volte si vuole nascondere la maternità a un marito lontano. A volte... chissà cosa succede.
È lecito pensare che nel fenomeno dell'infanticidio ci sia malattia o immaturità, paura o disagio sociale. Gli esperti dicono che "bisogna intercettare le madri" prima che accada l'irreparabile. Si tratta allora di voler vedere e decidere di intervenire anche se non si è assistenti sociali. È possibile che i genitori non si accorgano che la figlia aspetta un bambino? È possibile che un insegnante non veda? E dove sono gli amici?
Anche la donna disastrata vive accanto a qualcuno. Ci sarà pure una vicina che intuisce la potenziale difficoltà. Dietro il fenomeno dell'infanticidio quindi si può cogliere anche un male che la fa da padrone nel nostro tempo: la solitudine e l'isolamento. 

Fonte: Redazione - tratto da Bresciaoggi.it

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