martedì 21 maggio 2013

Crimine demolire la famiglia - prolusioni inamidate



bagnasco-parla-jpg-crop_display


Nuova prolusione del card. Bagnasco, su temi cari alla comunità cattolica e cristiana: famiglia, vita, eutanasia, anche con citazioni giuridiche su recenti raccomandazioni della corte di Strasburgo sui diritti dell’uomo, sui movimenti per la vita
Cito da “TEMPI”che titola:
«La famiglia è un bene universale, umiliarla o indebolirla con surrogati è un crimine»
 e da “AVVENIRE”
che titola: “Crimine demolire la famiglia”

Così, ha proseguito Bagnasco «la famiglia – patrimonio incomparabile dell’umanità – che ancora una volta ha dato prova di sé rivelandosi il primo e principale presidio non solo della vita, ma anche di energie morali e di tenuta sociale ed economica: fino a quando potrà resistere senza politiche  consistenti, incisive e immediate? Essa è un bene universale e demolirla è un crimine; affonda le sue radici nell’essere dell’uomo e della donna, e i figli sono soggetto di diritto da cui nessuno può prescindere. La famiglia non può essere umiliata e indebolita da rappresentazioni similari che in modo felpato costituiscono un vulnus progressivo alla sua specifica identità, e che non sono necessarie per tutelare diritti individuali in larga misura già garantiti dall’ordinamento. ».

Altri temi citati dal card. Bagnasco (riportati da Avvenire) sono: l’eugenetica, la sperimentazione embrionale, il gioco d’azzardo. Politically correct, non poteva mancare la violenza sulla donne.
 ____________________________________________
Come nella scorsa prolusione (qui), tra i temi ne manca uno, fondamentale,  che potrebbe fornire una spiegazione alternativa alla attuale crisi della famiglia. E'un tema mancante, ora come allora.  http://comeulisse.blogspot.it/2013/01/io-non-ho-perdonato.html L'attenzione dei cattolici è tutta verso  il modernismo francese e sul cosiddetto "matrimonio omosessuale".

Due considerazioni. 
La prima è constatare che l'apparato ecclesiastico continua a compiere l’errore di non comprendere i meccanismi giuridici (e le prassi) delle separazioni coniugali tra le cause primarie che minano oggi la famiglia, forse con la presunzione e la convinzione che il fenomeno delle separazioni sia frutto di una “scelta” dei cristiani adulti, che siano un prodotto della superficialità o della noncuranza dei genitori! O che esse siano statisticamente poco rappresentative, rispetto ad altri fattori "disgreganti".

La realtà delle cose dimostra che i sistemi giuridici con cui vengono celebrate le separazioni coniugali sono una frode, scientifica e giuridica. I sistemi giuridici attuali si rivelano un crimine verso i diritti dell'uomo (sentenza corte Strasburgo
La realtà delle cose dimostra che per i figli degli italiani e per  la maggior parte dei padri italiani le separazioni sono subìte e diventano una condanna a una vita affettivamente meno ricca, economicamente più precaria, giuridicamente ingiusta. 

Non aprire gli occhi di fronte a 90000 casi annui di separazione (con una media di 1.4 figli per coppia si giunge a 120000 bambini che vengono coinvolti nella macchina delle separazioni) significa negare la realtà di 12000 figli italiani privati di un genitore in vita. Significa autorizzare che si continuino a perpetrare le ingiustizie. O i crimini, come riconosciuto anche dalla stessa corte di Strasburgo (che Bagnasco cita, ma per altro), che nel 2013 ha condannato proprio il “modus operandi” italiano nelle separazioni coniugali (sentenza corte Strasburgo).  
Un modus operandi che genera figli orfani di genitori in vita (specie di padri in vita).





La seconda è constatare che l'approccio italiano alla famiglia, rispetto a quanto accade oltralpe, è ancora molto "inamidato", per usare un'espressione di Papa Bergoglio. I toni sono diversi.
Un esempio? Mons. André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi, presidente della Conferenza episcopale francese, alla festa dell’Assunta del 2012 formulò la seguente preghiera::

"Per i bambini e i giovani; che tutti aiutiamo ciascuno a scoprire il proprio cammino per progredire verso la felicità; che cessino di essere oggetto dei desideri e dei conflitti degli adulti per godere pienamente dell'amore di un padre e di una madre".(riferimento web)

 In Italia chi pronuncerà per primo queste parole sarà scomunicato dalla totalità dei benpensanti della Politica, ministero delle “pari opportunità” in testa, inzuppata di ideologia, femminismo, luoghi comuni.

Pronunciarle è un rischio. Come scrive Michel Schooyans:
“La Chiesa deve diventare un elemento di disturbo con le sue parole profetiche nei confronti della società. Essa deve costantemente vigilare affinché il messaggio sociale non venga manipolato o strumentalizzato a favore di qualsiasi ideologia”.

Certo, dire certe frasi sulle separazioni coniugali italiane e sui conflitti strumentali mossi per escludere uno dei genitori dalla cura filiale è difficile. Si stenta proprio a far uscire la voce.

Come scrive Schooyans (p.159 “Gli Idoli della Modernità” ed. ESD):
«Il parlare di di queste cose è percepito come qualcosa di sconveniente perché vi sono alcuni tra i presenti tra gli amici, all’interno della famiglia, nel pubblico, nell’assemblea domenicale che sono personalmente e direttamente coinvolti in queste politiche. Ne consegue che si ricorre a un linguaggio “preconfezionato” e così i cristiani invece che testimoniare con coraggio il loro amore per la vita, si ritrovano paralizzati

Certo, Schooyans è lontano, sia fisicamente sia nel pensiero.  Per molti è più comodo  essere cristiani “inamidati”, con buona pace di papa Bergoglio.

Nessun commento:

Posta un commento