martedì 16 luglio 2013

La battaglia per i minori adesso ha il sostegno del parlamento europeo

Maffioletti: la mia battaglia per i minori adesso ha il sostegno del parlamento europeo - Associazione di Associazioni Nazionali per la tutela dei Minori




Maffioletti: la mia battaglia per i minori adesso ha il sostegno del parlamento europeo
Gabriella Maffioletti

16/07/2013 - 15.15

Trento. Alcuni anni fa ho iniziato ad occuparmi di minori sottratti alle famiglie. Ho scoperto fin da subito un universo nascosto fatto di abusi nei confronti dei minori e delle famiglie che sulla base di valutazioni e perizie soggettive di natura psichiatrica e psicologica venivano strappati all’affetto dei loro cari in nome di una “presunta” tutela, che in realtà era un vero e proprio sequestro di stato e un crimine verso il minore.
Questi abusi erano comprensibilmente incredibili, ed è stato molto difficile far capire alla gente che proprio qui, nel cuore della civile Europa, le stesse autorità dedite alla tutela dei bambini stavano commettendo degli abusi nei loro confronti. All’incredulità della gente si sono aggiunti gli attacchi, anche personali, da parte di alcune forze reazionarie, spinte da conflitti di interesse sia economici che politici, che hanno ostacolato e ostacolano strenuamente ogni tentativo di riforma. Infatti in Trentino si spendono più di 10 milioni di euro per i minori fuori dalla loro famiglia, e come ha ben riassunto l’onorevole Antonio Guidi nel convegno dell’anno scorso al Palazzo della Regione di Trento: “Vale più un chilo di bambino che un chilo di eroina”. Questo sistema da lavoro e reddito a molte persone ed è un bacino di voti per quei politici miopi che tutelano il sistema sulla pelle dei minori.
Incurante delle difficoltà, ho continuato per il bene dei bambini. Pian piano, non solo per merito mio, altre voci si sono levate per smascherare questo scandalo. Ricordo in particolar modo l’onorevole Antonio Guidi, la dottoressa Vincenza Palmieri, l’avvocato Francesco Miraglia e il giudice Francesco Morcavallo. E recentemente anche il Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza mi ha dato ragione sostenendol’attuale inesistenza di politiche minorili, in un contesto di default del sistema di welfare. Altro che “va tutto bene”, “ho piena fiducia nei miei operatori” e “dobbiamo solo migliorare” come afferma l’Assessore Violetta Plotegher. Contro la riforma dei servizi sociali si era persino scomodato l’ex Presidente della Provincia Autonoma di Trento Lorenzo Dellai che aveva voluto “confermare la piena fiducia verso la rete dei servizi pubblici” definendo le polemiche “spesso immotivate o sopra le righe”. Ma come appare chiaro dall’interrogazione del Vice Presidente del parlamento Europeo, qui si tratta di un sistema allo sbando. E l’interrogazione in questione mi conforta sia perché finalmente sta squarciando il velo di “omertà” su questi abusi, sia perché sostiene e conferma quanto da me sostenuto da anni.
Infatti il Vice Presidente del Parlamento Europeo denuncia che: “Numerosi rapporti e articoli di stampa italiani hanno messo in luce un eccessivo affidamento di bambini in casa-famiglia o all'affidamento familiare, tanto da far parlare di «allontanamenti facili». Spesso i minori vengono allontanati per motivi generici (ad esempio conflittualità, problemi economici, inidoneità genitoriale, problemi abitativi), senza una reale possibilità di ascoltare i genitori e i minori coinvolti, sulla sola base dei rapporti dei servizi sociali e delle perizie psichiatriche o psicologiche.” Fa piacere vedere che le mie affermazioni sono avvalorate a livello europeo, non tanto per orgoglio personale ma per la possibilità concreta di cambiare il sistema e aiutare i bambini.
Ma non è tutto, l’interrogazione dell’onorevole Angelillo descrive una situazione allarmante ma purtroppo reale: “Allo stato attuale, non si riescono a distinguere gli allontanamenti realmente necessari da quelli che, con un'adeguata politica di sostegno alle famiglie in grado di prevenire e risolvere i disagi, potrebbero essere evitati, soprattutto senza allontanare i bambini dai propri genitori.
Mi auguro che la Commissione Europea faccia finalmente chiarezza e che i tanti bambini attualmente ingiustamente “detenuti” nelle case famiglia e nelle famiglie affidatarie possano ritornare a casa e riabbracciare i loro cari.
 
Gabriella Maffioletti Delegata Nazionale ADIANTUM

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