lunedì 28 gennaio 2013

In quella valigia, la tragedia di mio padre.


Nel giorno della memoria. Per non dimenticare, per non dimenticarci.




 Foto fonte "La Repubblica"

Per non dimenticare milioni di persone, costrette prima all’espulsione, poi alla deportazione, e infine allo sterminio,

  • costrette (fase di espulsione) ad abbandonare la propria abitazione, come conseguenza di inique leggi discriminatorie (1)
  • costrette (fase di espulsione e deportazione) a vivere in miseria (2), a seguito della confisca dei propri beni (decreto 3 ottobre 1938) e all’emanazione di  nuove leggi che li penalizzarono finanziariamente a causa delle loro origini
  • costrette a separarsi; i padri separati dalle madri, le madri separate dai figli,
 ed infine sterminate.

Il tutto attraverso una orrenda macchina burocratica, banale, impersonale, automatica (3). Una “catena di montaggio”

Quelli rimasero di sasso: "È come una fabbrica automatica, come un mulino collegato a una panetteria. A un capo s'infila un ebreo che possiede ancora qualcosa, una fabbrica, un negozio, un conto in banca, e questo percorre l'edificio da uno sportello all'altro, da un ufficio all'altro, e sbuca all'altro capo senza un soldo, senza più nessun diritto, solamente con un passaporto in cui si dice: 'Devi lasciare il paese entro quindici giorni, altrimenti finirai in un campo di concentramento (Hannah Arendt, La banalità del male Feltrinelli, p.53)

Ricordiamo tutte queste persone e facciamo memoria.
La loro tragedia è stata immensa. Altre tragedie si compiono OGGI, minori, ma numerose.
Ricordiamo e sentiamoci vicini,

  • perché, a seguito delle separazioni coniugali, anche ad oggi milioni di genitori hanno dovuto abbandonare la propria abitazione e la propria famiglia, in seguito ad inique prassi del diritto;
  • migliaia di genitori sono costretti a vivere in miseria, a vivere come clochard, perché costretti a lasciare i propri effetti ed affetti, a sostenere spese legali, per il mantenimento dei figli e del/della ex-coniuge (4);
  • milioni di persone, all’emanazione della sentenza di separazione, sono state separate dai propri figli, con i quali trascorrono oggi il 15% massimo del loro tempo, e a cui hanno dovuto spiegare perché non avrebbero più potuto accompagnarli a scuola, prestare loro quotidianamente cure, dare affetto (5).
 Il tutto attraverso una orrenda macchina burocratica, banale, impersonale, automatica. Una “catena di montaggio”, nella quale talvolta la sentenza è già scritta (6).

Facciamo memoria e sentiamoci vicini. Rompiamo il silenzio di chi non vuole o non può vedere.

Scrive la Arendt:
“Quella stessa società tedesca di ottanta milioni di persone si era protetta dalla realtà e dai fatti esattametne con gli stessi mezzi e con gli stessi trucchi  con le stesse menzogne e la stessa stupidità che si erano radicati nella mentalità (Hannah Arendt, La banalità del male Feltrinelli, p.60)” dei loro carnefici.

In quella valigia tutta 
la tragedia di mio padre



Riferimenti.

(1) Ma quello che accadde a Vienna nel marzo del 1938 fu una cosa completamente nuova. Ufficialmente Eichmann doveva occuparsi dell’"emigrazione forzata," e questa espressione andava presa alla lettera: tutti gli ebrei, senza riguardo per i loro desideri o per la loro cittadinanza, dovevano essere fatti emigrare per forza - un atto che nel linguaggio comune si chiama espulsione." (  Hannah Arendt, La banalità del male Feltrinelli, p.51)

(2) gli ebrei non potevano essere semplicemente lasciati senza un soldo …  avevano bisogno di un  Vorzeigegel di una somma da mostrare …
(3) Quelli rimasero di sasso: "È come una fabbrica automatica, come un mulino collegato a una panetteria. A un capo s'infila un ebreo che possiede ancora qualcosa, una fabbrica, un negozio, un conto in banca, e questo percorre l'edificio da uno sportello all'altro, da un ufficio all'altro, e sbuca all'altro capo senza un soldo, senza più nessun diritto, solamente con un passaporto in cui si dice: 'Devi lasciare il paese entro quindici giorni, altrimenti finirai in un campo di concentramento (p.53).

(4) http://www.adiantum.it/public/2911-4.000.000-di-padri-separati,-800.000-sotto-la-soglia-di-poverta-.asp

(5) “Applicando il mantenimento diretto in tutti i casi il problema dei tempi non si porrebbe“  http://www.adiantum.it/bin/tecnico_giuridico/separazione_mantenimento/Disegnare%20il%20mantenimento.pdf


http://bit.ly/1fptxt0

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